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L'ombra del passato
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“Ritorno a Pavia”
L'ombra del passato
tra le luci del Natale

«Scostò un poco la tenda della finestra e guardò fuori, la strada buia e la neve che cadeva, oltre il giardinetto della palazzina dove aveva scelto di vivere dopo l'incidente». È «una

«Scostò un poco la tenda della finestra e guardò fuori, la strada buia e la neve che cadeva, oltre il giardinetto della palazzina dove aveva scelto di vivere dopo l'incidente». È «una qualsiasi sera di fine novembre, mentre la prima neve imbianca Pavia»: Sandro Bontempi è ritornato nella sua città in cerca di pace, ma, dal suo appartamento di Borgo Ticino, i pensieri spesso vanno al passato, agli anni delle tensioni della lotta armata, in cui credevano un gruppo di coetanei. Tra loro il suo migliore amico, Alfio Saligari, fratello di Bea, «la ragazza più bella di Pavia». Sono passati oltre trent'anni da quel tragico giorno di aprile che cambiò la vita del gruppo di ragazzi. E anche di Sandro. Ma ora c'è una minaccia nella sua vita e ha chiesto aiuto a Sambuco e Dell'Oro, la coppia di investigatori che torna ancora una volta al lavoro, per dipanare un intricato puzzle tra presente e passato, nel nuovo romanzo di Alessandro Reali

"Ritorno a Pavia", alla sua quinta pubblicazione con Fratelli Frilli Editori. «Si salutarono all'altezza di Ponte Coperto. Sambuco e Dell'Oro s'incamminarono verso il ponte, in fretta, sui marciapiedi lucidi, sigaretta in bocca e mani affondate nelle tasche. Sotto di loro il fiume aggrediva gli argini scuri, schiumando alambicchi biancastri che sbattevano sui prismi e le radici affioranti». La città si prepara al Natale, è già vestita di luci e decorazioni: all'originale coppia di investigatori privati toccherà trovare le risposte agli enigmi che segnano i giorni che precedono le feste. A far da scenografia ad una storia ben costruita, che si fa leggere in un soffio e che ci coinvolge attraverso una curata caratterizzazione dei personaggi, è la città di Pavia: la si respira, la si vive tra le sue vie e i suoi locali (ci pare ormai di essere clienti abituali del Blu Bar), la si intravede in mezzo alla nebbia, descritta con tale realismo che pare avvolgere noi stessi. Un omaggio alla musica per tutto il romanzo, fino all'inaspettato finale: così Sambuco predilige Paolo Conte, lasciandosi andare a momenti di «abbandono totale cullato dalla voce profonda del grande avvocato di Asti», e Bontempi ascolta blues e jazz, ma anche il rock and roll.

Inoltre, un'ampia carrellata sui grandi vini italiani, gustati pagina dopo pagina: da un'iniziale Bonarda dell'Oltrepò Pavese alla bottiglia di Buttafuoco, tipico della provincia di Pavia, del giorno di Natale, passando per grandi vitigni quali l'Arneis e il Timorasso piemontesi, la Barbera, il Nero d'Avola della Sicilia, il Traminer dell'Alto Adige, il Pigato ligure. Interessante, inoltre, l'inserimento delle "Riflessioni" di Lorenzo Colli, ritiratosi, dopo gli anni della lotta armata, nella baita in Val d'Ayas, dove in solitudine ha intrapreso un percorso di rinascita interiore. E non mancano le riflessioni sulle passioni e sull'amore che agitano i cuori di uomini e donne: «L'amore ha un sapore e un odore, quando arriva. Un altro quando se ne va. L'amore è una cane che viene dall'inferno, aveva scritto Charles Bukowski. Forse, l'amore, è anche una delle rare cose che ci fa dimenticare noi stessi, la nostra presunta utilità. L'amore rende vivi a qualunque costo, spegne in modo spietato i ragionamenti e le logiche opportunistiche. Non ha pudore né ritegno quando si presenta a bussare al cuore. Implora carne e sangue, saliva e intimità; ed è molto crudele, ma così bello, l'amore». Splendida pagina, in cui si ritroveranno in molti.

Ritorno a Pavia – di Alessandro Reali
Fratelli Frilli Editori
Anno 2015, 269 pagine
I Tascabili Noir € 11,90

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