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Tra realtà e fantasia
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“Torino uccide”
Tra realtà e fantasia
ai piedi della Mole

Che siano vittime o carnefici sono donne le protagoniste dei cinque racconti ambientati a Torino negli anni del secolo scorso (in particolare tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80) del

Che siano vittime o carnefici sono donne le protagoniste dei cinque racconti ambientati a Torino negli anni del secolo scorso (in particolare tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80) del nuovo romanzo di Luisio Luciano Badolisani, torinese d’adozione, autore e interprete teatrale e scrittore (Una rosa a dicembre, Il silenzio dei rimorsi). “Torino uccide”, pubblicato dalla casa editrice torinese Yume Edizioni, racconta cinque storie appassionanti, ambientate tra vie, palazzi e locali della città. Luoghi in cui l’autore è cresciuto e che ci restituisce in tutta la loro atmosfera del passato, soprattutto quella degli anni del terrorismo che segnarono pesantemente il capoluogo piemontese. Un’idea assolutamente curiosa e accattivante è quella di aver scelto, come filo conduttore dei cinque racconti di “Torino uccide”, altrettanti eventi rimasti in modo delebile nella memoria di tutti.

E così, tra gli avvenimenti che tristemente segnarono la storia italiana, il rapimento dell’onorevole Aldo Moro il 16 marzo 1978, in via Fani a Roma, da parte di  un commando delle Brigate Rosse, la strage alla stazione di Bologna il 2 giugno 1980, l’attentato al bar discoteca Angelo Azzurro di via Po a Torino del 1° ottobre 1977, in cui perse la vita uno studente universitario, ma anche la tragedia di Superga del 4 maggio 1949, quando l’aereo che riportava a casa da Lisbona la squadra del Torino si schiantò contro il terrapieno della Basilica, si intrecciano con i racconti noir di Badolisani all’ombra della Mole. «A parte “Nebbie e pistole” che ci riporta a un’altra Torino, a quella del Dopoguerra che io non ho conosciuto direttamente, gli altri quattro racconti sono contestualizzati a eventi storici del Novecento, patrimonio dei miei ricordi adolescenziali», spiega lo stesso Badolisani nella sua introduzione al libro, che è anche una dedica proprio alla città di Torino.

Attraverso varie sfaccettature ci vengono raccontati Torino e i suoi protagonisti, così diversi tra loro e tutti dalla forte caratterizzazione. In un soffio leggiamo ciò che accadde a Mariarosa, che «aveva compiuto da poco ventisei anni. Una bella ragazza prosperosa arrivata a Torino da meno di un anno dal meridione. La poveretta si era trovata dall’oggi al domani a vendere il proprio corpo sul ponte della Dora, a volte anche in pieno giorno nei pressi della chiesa Santa Croce»; e ciò che accadde a Cecilia, infermiera volontaria al Cottolengo, e a Rita, «scesa dal treno a Porta Susa. È una ragazza di venticinque anni. Sa di non passare inosservata». Tra gli eventi ricordati da Badolisani anche la finale del Campionato del mondo di calcio del 1982: mentre gli occhi della città sono puntati sulla partita, il lettore segue invece la vicenda che lega altre due donne, Felicetta e Monica.

Infine ci ritroviamo in via Sant’Ottavio, accanto a via Po, dove il commissario Alfonso Laganà è alle prese con una nuova indagine per omicidio, quello della povera Elvira: «Nel modesto appartamento di tre stanze ci sono gli uomini della scientifica che fotografano e fanno rilievi. In cucina, riverso sul pavimento si trova il corpo della vittima, la moglie del lattaio, in una pozza di sangue, tra il tavolo e il lavandino, con il capo verso il corridoio e i piedi in direzione della porta finestra e del frigorifero. Sopra di lei c’è un gatto, morto».

Torino uccide – di Luisio Luciano Badolisani
Yume Edizioni
Anno 2015, 144 pagine
Yume thriller € 15,00

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