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I consigli di
Vita digitale

Carrelli abbandonati e come evitarli: consigli per un eCommerce che funzioni

In linea generale, se si hanno problemi con il proprio sito di vendite, la strategia più saggia è rivolgersi a una web agency con la giusta esperienza per potervi aiutare

Ogni anno, migliaia di carrelli vengono abbandonati per sempre, talvolta ricolmi di prodotti, da clienti evidentemente insoddisfatti. Il loro triste destino pare segnato ma, in realtà, possiamo ancora fare molto per aiutarli!

Ovviamente non stiamo parlando dei carrelli metallici del supermercato, bensì di quelle sezioni di un sito eCommerce in cui vengono memorizzati i prodotti scelti da un utente, in attesa che li acquisti.

Il problema è che non sempre ciò avviene, e il processo di vendita si interrompe a metà. Addirittura, pare che quasi il 70% di tutte le transazioni (non) termini in questo modo.

È inevitabile? Ma certo che no! In linea generale, se si hanno problemi con il proprio sito di vendite, la strategia più saggia è rivolgersi a una web agency con la giusta esperienza per potervi aiutare, come la DSI Design specializzata in eCommerce a Torino.

Nel frattempo, vi possiamo fornire qualche suggerimento, che siate clienti o venditori.

Il modo migliore di comportarsi in fase di acquisto

Partiamo da un punto cruciale: facendo shopping online, molte persone trattano i carrelli alla stregua delle wishlist, specialmente su siti in cui comprano spesso. Li riempiono di prodotti desiderati, magari smaltendoli poco per volta o attendendo offerte.

Questo sistema può apparire comodo, ma nella lunga distanza danneggia l’eCommerce, che si ritrova con carrelli pieni ma non convertiti in acquisti, senza avere una reale percezione del successo del sito.

Per questo consigliamo sempre di creare una o più wishlist, e di utilizzare il carrello solo al momento dell’acquisto effettivo.

Un processo simile accade invece per visite più sporadiche, nell’intervallo di lavoro, o mentre si confrontano i prezzi di uno stesso prodotto su vari siti. Qui l’acquisto è nelle intenzioni dell’utente, ma viene posticipato a un momento più tranquillo o funzionale. Anche in questo caso, si raccomanda però di non lasciare carrelli pieni abbandonati, o di non riempirli proprio a meno che non sia necessario per avere informazioni su tempistiche o logistica delle spedizioni.

Infatti, talvolta il carrello viene lasciato per modalità di acquisto complesse o confuse, motivo per cui ogni venditore dovrebbe impostare il proprio eCommerce secondo determinati criteri, volti a facilitare gli acquisti e ad aumentare le conversioni.

Il cliente al primo posto: come agevolare lo shopping online

La prima problematica che può innescare l’abbandono di un carrello è il prezzo troppo elevato rispetto ad altri siti.

È infatti nel miglior interesse del cliente… ma anche di se stesso, che il venditore esegua periodiche ricerche di mercato per capire se le sue tariffe siano in linea con la concorrenza. Non solo, è sempre bene specificare tutti i costi aggiuntivi: spesso un carrello viene lasciato a un passo dall’acquisto, perché solo a procedura avviata appaiono sovrapprezzi come la spedizione, la dogana o l’iva, che modificano troppo il prezzo originale. Deve invece essere tutto il più trasparente possibile. Anche le tempistiche di consegna vanno subito indicate, cercando di renderle il più possibile brevi.

Un’altra problematica potrebbero essere i metodi di pagamento disponibili: è sempre meglio anche in questo caso esaminare altri eCommerce simili al proprio per selezionare quelli più utilizzati e, soprattutto, più sicuri, o i clienti non si fideranno ad acquistare.

In ultimo, l’esperienza di checkout deve essere innanzitutto agevole. È fondamentale che il sito sia responsive, quindi adattabile a ogni tipo di dispositivo, e che le pagine dedicate agli acquisti siano chiare, senza distrazioni e con passaggi brevi. Non c’è niente di peggio che interrompere la procedura per obbligare l’utente a iscriversi, magari facendogli inserire mille dati personali: in molti potrebbero stufarsi e andare altrove.

Bisogna invece agevolare l’acquisto permettendo anche ai “guest” di portarlo a termine, invitandoli all’iscrizione solo alla fine del procedimento, magari velocizzandola tramite account Facebook o Google.

Ci sono invece casi in cui sta andando tutto per il verso giusto… ma poi si verificano problemi inattesi, come la perdita di connessione da parte del cliente, o un’interruzione improvvisa (banalmente, il telefono che squilla). In quel caso, il carrello viene abbandonato senza intenzione, ma per vari motivi l’utente potrebbe non ricordarsi di tornare a completare l’acquisto. Ma anche a questo si può trovare soluzione.

Recuperare un carrello abbandonato tramite email

Se si dispone di un indirizzo email, inviare un messaggio al proprietario di un carrello lasciato può essere la strategia vincente! Permette infatti di recuperare gli acquisti interrotti fino al 14% che, con migliaia di abbandoni, non è poco.

È importante che la mail sia personalizzata e accattivante, a partire dall’oggetto, per ricordare all’utente che sta rinunciando a qualcosa di importante, ma che è ancora in tempo! È anche utile creare un senso di urgenza, spiegando che i prodotti selezionati potrebbero esaurirsi presto… oppure creare un senso di fiducia mettendoglieli da parte per un periodo di tempo limitato.

Spesso già la prima mail viene letta ma, in caso non sia sufficiente, se ne possono mandare altre due… non di più, per non risultare assillanti. Arrivati alla terza si può anche pensare di inserire uno sconto sul carrello, ma proprio come ultimo tentativo, e non in modo frequente, o si rischia di perdere troppo guadagno.

La mail va poi conclusa con una Call to Action: un pulsante che riporti proprio alla procedura interrotta, sperando che l’acquisto venga finalmente concluso e il carrello non si senta più abbandonato.

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