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Nizza vince
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Vittorie giallorosse

Canapino e Tittìa i protagonisti dei trionfi di Nizza

La prima vittoria risale al 1986 con il fantino Leonardo Viti, detto Canapino. Il bis trent’anni dopo grazie a Giovanni Atzeni, detto Tittìa

Nella storia del nostro Palio a partire dal 1967, l’anno della ripresa, due sono stati i trionfi conquistati dal Comune di Nizza Monferrato. I giallorossi non parteciparono però alle prime tre edizioni della corsa, dal 1967 al 1969, debuttando nel 1970 sotto la guida del Rettore Piero Mandelli che riuscì immediatamente ad ottenere l’accesso alla finale. L’avventura nicese si chiuse con il raggiungimento del quarto posto, grazie all’accoppiata composta dal fantino Gaetano Lo Bue sul purosangue Vituliano.

Non andò altrettanto bene l’anno successivo (1971) al nuovo Rettore Gerardo Serra: eliminazione in batteria. Decisamente migliore la partecipazione al Palio successivo, sempre con Serra alla guida del Comitato. Alessandro Ponchione su Barberina, vero nome Fulgens, superò la prova di qualificazione conquistando poi per i nicesi la simbolica “acciuga” riservata all’ultimo classificato in finale. Cambio della guardia al vertice del Comitato giallorosso nel 1973, con Alfredo Barberis al posto di Serra.

Poca fortuna per il nuovo entrato, così come non andò bene a Giorgio Ungetti l’anno dopo, con altra eliminazione in batteria. Seguirono sei edizioni della corsa, dal 1975 al 1980, alle quali Nizza rinunciò a partecipare, ripresentandosi in pista nel 1981 nuovamente con Gerardo Serra quale Rettore. Nulla da fare, batteria fatale e sogni svaniti. Identico esito riservò a Nizza il Palio dell’anno a venire (1982), sempre con Serra al vertice del Comitato. Il testimone nell’andare ad occupare la massima carica passò quindi ad una figura storica del nostro Palio, Bruno Verri, personaggio sanguigno e battagliero che resse le sorti dei giallorossi dal 1983 al 1989.

I primi due anni furono particolarmente problematici e poveri di soddisfazioni e per ritrovare Nizza in finale si dovette attendere il 1985, quando Luigi Croci, su Elf, dopo un’eccellente batteria si piazzò quinto disputando una finale a ridosso dei primi.

L’impresa di Canapino: le basi per andare a caccia del trionfo vennero così gettate e nel 1986 la “città della paglia” conquistò il suo primo Drappo. A compiere la formidabile impresa fu uno dei più grandi e “tormentati” fantini nella storia dei Palii, il popolare Leonardo Viti, detto Canapino, che dopo una batteria condotta con maestria e badando a risparmiare il suo Elf, lo scatenò in finale lasciandosi alle spalle rivali del calibro di Tanaro (Aceto), Moncalvo (Porcu) e Viatosto (Cittino), classificatisi nell’ordine. Il Drappo dipinto da Ernesto Treccani approdò sulle rive del Belbo e non mancarono gli “sfottò” rivolti ai tradizionali rivali canellesi, quinti in finale.

Nel 1987 Verri ed i suoi rifiatarono, puntando forte l’anno dopo (1988) sull’emergente Beppino Pes e la sua Bora. Una partenza non brillantissima penalizzò “Il Pesse”, che tentò la rimonta ma non andò oltre la conquista del quinto posto. Verri terminò il suo mandato nel 1989 senza però festeggiare il superamento della batteria. A succedergli fu Alfredo “Dedo” Roggero Fossati, che montò nel 1990 Paolino Ragoni su Gala. Nel Palio vinto dallo scosso di Tanaro, Nizza sfiorò il bis dell’86. A beffare i giallorossi fu il purosangue Phantasm, che aveva scaricato Bucefalo al cavallone e che nel penultimo rettilineo infilò Pes (San Paolo) e appunto Ragoni, privando i giallorossi del dolcissimo sapore della vittoria. Fossati restò in carica fino al 1992, conquistando un ottavo posto (1991) ancora con Paolo Ragoni su Neva Alluminio, mentre nel Palio successivo Nizza non superò la batteria.

Il 1993 fece segnare l’inizio del secondo mandato da Rettore di Bruno Verri, che restò in carica fino al 2001. Come già accaduto in occasione della sua prima esperienza alla guida del Comitato il popolarissimo Bruno stentò a trovare la giusta via per rilanciare i suoi colori, al punto che da 1993 al 1995 Nizza non riuscì mai ad essere protagonista in Piazza Alfieri. La buona sorte tornò a sorridere ai giallorossi nel Palio 1996, quando Stefano Chiappello su Miss chiuse la finale al quarto posto alle spalle del terzetto Don Bosco – Montechiaro – Tanaro (nell’ordine).

Nulla di fatto l’anno a seguire, ma sesto posto nel 1998 grazie ancora all’ “enfant du pays” Chiapello su Amalin. Altra clamorosa opportunità di successo capitò al Comitato nicese nel 1999, quando Verri ripropose l’accoppiata dell’anno precedente. In finale Chiappello partì fortissimo, dando subito battaglia a Massimino (San Lazzaro) e a Pusceddu Torretta. Nizza prese decisamente il volo nel secondo giro ma un affaticamento di Amalin legato alle energie spese in batteria consentì il sorpasso a Coghe che montava Shakuntala. Piazza d’onore per Nizza e ancora una volta bis rinviato d’un soffio. Nel 2000, l’anno dei due Palii, i giallorossi in entrambe le edizioni della corsa non riuscirono a guadagnare la finale.

Stesso negativo esito l’anno seguente, finché nel 2002 il bastone del comando nel Comitato nicese passò da un Verri, Bruno, ad un altro Verri, Pier Paolo, che dovette però attendere ben undici anni per accedere alla sua prima finale. Anno 2013 e quarto posto conquistato da Giovanni Atzeni, detto Tittia. Ritrovata la strada giusta Nizza migliorò di una posizione il proprio piazzamento l’anno successivo (2014, terzo posto) sempre con Giovanni Atzeni. I presupposti per la vittoria parevano esserci tutti, ma nel 2015 Tittia si vide precedere da Pusceddu, vincitore per San Paolo, e da Ballesteros, secondo per Santa Maria Nuova.

La seconda vittoria: l’attesissimo secondo trionfo giallorosso arrivò nel 2016, grazie ad una magistrale prova di Atzeni. Partenza bruciante in finale della Cattedrale, con Dino Pes a dettare legge per due giri e mezzo. All’ ultimo cavallone successe l’incredibile: Gianluca Fais, fantino di Don Bosco, nel disperato tentativo di rimontare e portarsi al comando, andò ad urtare (in pratica a tamponare) il cavallo della Cattedrale. Fais cadde e con lui finì nella polvere anche Pes: “Gingillo”, monta di San Lazzaro, prese il comando per una cinquantina di metri nel penultimo rettilineo, ma subì il deciso attacco all’interno di Tittia al quale non riuscì a replicare. Un autentico capolavoro quello compiuto dal fantino sardo-tedesco, che volò letteralmente verso il trionfo regalando a Nizza e al suo Rettore Pier Paolo Verri il Drappo dipinto da Mauro Chiesa. Nel 2017 Nizza montò Alessandro Cersosimo, che riuscì ad entrare in finale chiudendo al quinto posto. Fu l’anno del congedo per Pier Paolo Verri, sostituito poi nella massima carica del Comitato da Francesco Diotti. Quest’ultimo disputò due Palii da Rettore, sempre con fantino Alessandro Cersosimo. Nel 2018 batteria superata brillantemente e settimo posto in finale e l’anno a seguire, nel Palio riservato ai soli Comuni, l’avventura si chiuse con l’ottenimento del quinto posto. Dal gennaio 2020 il Rettore del Comitato Palio nicese è Fabio Covello.

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