Andrea Zorzi
Corsi e ricorsi. L’incontro con Andrea Zorzi, per tutti gli appassionati di pallavolo semplicemente “Zorro”, fa venire alla mente particolari incroci del destino. Uno schiacciatore formidabile, una carriera luminosa e ricca di successi, conclusa forse in anticipo rispetto a tanti colleghi, ma all’apice della rendimento. Che ad Asti era già stato, e da giocatore, con la maglia della Mediolanum Milano, quando sconfisse in Coppa Italia la Brondi, la formazione locale allora militante in A2. Era la Milano dei Lucchetta, Galli, del regista statunitense Jeff Stork, che a roster vantava anche Pietro Salvi, poi opposto proprio nella città di Alfieri. Nel 1990 Zorzi vinceva al Maracanazinho di fronte a 20.000 spettatori, e Asti dava i Natali a Matteo Piano, attuale centrale della Nazionale italiana (aneddoti assemblati anche grazie alla memoria storica del collega Alessandro Sacco). Incroci del destino, come quelli tra l’Italia e l’Olanda del volley. Una selezione, quella degli anni ‘90, capace di dominare Mondiali ed Europei ma mai di vincere l’Olimpiade, con la strada sempre sbarrata dagli “orange”. Quegli “orange” invece sempre frenati nella corsa al Mondiale di calcio negli anni ‘70, al loro apice. Zorzi dialoga con un Nicola Roggero in grande forma (lacunoso, ironicamente parlando ovviamente, solo quando si parla di cartoons riguardanti la pallavolo, strepitoso ad aneddoti su atletica e calcio), e ci racconta i dietro le quinte delle imprese azzurre di fronte a una platea gremita e di qualità, vista la presenza del gotha del volley astigiano, a partire dal “pioniere” Remo Turello (già, proprio il dirigente dell’Asti Calcio), passando per Flavio Gulinelli, il mitico Glinac, che ha saputo ammaliare tutti col suo mitico “colpo del cobra”, a “Melo” Costa, oltre a molti altri.
Velasco e l’Italia
Andrea esordisce parlando del fenomeno della panchina Julio Velasco: «Sapeva con semplicità arrivare al punto e motivarti a tirare fuori il meglio. È stato scelto da Modena dopo aver guidato una squadra di A2. Con la compagine emiliana ha vinto quattro scudetti consecutivi, e spesso contro la mia Parma – racconta Zorro – Non tutti sanno che all’inizio della sua avventura in azzurro non fosse così facile vincere, abbiamo anche passato momenti complessi, ma credevamo fortemente in ciò che facevamo». La Nazionale dei “fenomeni” prende forma nel 1989, i riferimenti di una squadra che scriverà pagine indelebili di sport sono il regista Tofoli, Bernardi, Lucchetta, Gardini, Cantagalli e Giani, simbolo del pallavolista universale, capace di ricoprire ogni ruolo con profitto (e attuale allenatore di Matteo Piano a Milano, a proposito di corsi e ricorsi).
All’interno del giornale di oggi, martedì 17 aprile, potrete leggere l’intervista completa nella nuova rubrica, Time Out. Buona lettura