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Beach Tennis, ricordo, commozione, divertimento
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Beach Tennis, ricordo, commozione, divertimento

Dopo un fine settimana pieno di sorrisi, commozione, sport e nuove amicizie ho scelto di fermarmi a scrivere. Sarà che mi viene naturale, molto più che volare sulla sabbia, ma trovo opportuno analizzare, e far conoscere, uno sport che meriterebbe uno spazio alle Olimpiadi

Dopo un fine settimana pieno di sorrisi, commozione, sport e nuove amicizie ho scelto di fermarmi a scrivere. Sarà che mi viene naturale, molto più che volare sulla sabbia, ma trovo opportuno analizzare, e far conoscere, uno sport che meriterebbe uno spazio alle Olimpiadi e che ha già da tempo rapito il cuore e la passione di tanti astigiani. Ho deciso di raccontarvi del beach tennis: si gioca in doppio, il punteggio è come quello del tennis, gli atleti hanno un solo servizio a disposizione anziché due e sul 40 pari c’è il killer point. C’è chi chiama questo sport “racchettoni”: è nato in Emilia Romagna e ha fatto proseliti ovunque, in Italia, in Europa, nel Mondo. I primi del globo sono atleti supersonici, quasi tutti italiani, non basta essere un ottimo tennista per battere un buon beachtennista, è sufficiente però essere un discreto sportivo e avere il giusto entusiasmo per avvicinarsi, a livello ludico-ginnico, a questa attività sportiva, immediata, divertente ed estiva.

Venerdì, con l’amico Alessandro Biasi e i milanesi Alvin Shehu e Alfonso De Ritis, ho partecipato a Torre del Lago al Memorial Federico Paris, sfortunato atleta che ci ha lasciato troppo presto. Sui 14 campi toscani si sono alternati partecipanti provenienti da più di 10 nazioni, tra musica, sorrisi, aperitivi e tanto spettacolo. Poche ore fa, invece, è iniziato in Romagna, il Memorial Lorenzo Morini, altra kermesse che raccoglie a Punta Marina nel ricordo di un beachtennista tanti ragazzi, giovani e meno giovani, uniti da un comun denominatore, il ricordo. Nella tre giorni di Torre del Lago ho potuto ammirare il gotha di questo sport: i vincitori Luca Cramarossa, un concentrato di esplosività ed energia in una struttura brevilinea con tanto sangue tarantino a dare motore a una “macchina” che sfiora la perfezione, e Marco Garavini, il “Puma”, che si è fatto il regalo più bello per i suoi 33 anni vincendo il trofeo, un atleta che si muove così bene sulla sabbia che sembra avere i pattini sotto ai piedi. Bellissima la finale, e plauso doveroso a Luca Carli, riflessi, concentrazione e classe, oltre che agilità, e Michele Cappelletti, albatros di 190 cm con un fiuto innato per lo smash, secondi a testa altissima.

Bravi anche i semifinalisti, Burmakin-Giovannini e i giovanissimi e combattivi Benussi-Beccacioli, ma oltre a loro c’era un pezzo di storia del beach, da Luca Meliconi allo “zio” Chiodioni, da Faccini a Strano, e molti altri. Tra poche ore sarà tempo di Mondiali, al mitico Bagno Delfino di Cervia, con in gara il top di questo sport, compreso il “Divino” Calbucci. Tra loro in gara anche i mantovani Adamoli-Negretti, oltre ai loro giovani allievi: due ragazzi che con passione hanno fatto crescere il beach tennis nelle loro zone e che ora hanno creato uno splendido nucleo di “Maniaci” di questo sport. Che sia al mare, o in città, in tutta Italia stanno sperimentando questo sport. Non c’è nulla di più gratificante di far parte di qualcosa di grande come un torneo internazionale o un Campionato del Mondo, è un sogno che si realizza. Il mio si è realizzato, ho perso 6-0, 6-0 contro due avversari brasiliani, sono certamente più bravo a scrivere che a giocare, ma il solo fatto di poter sfidare (o osservare da vicino) campioni di questo calibro è motivo di soddisfazione.

Il beachtennis mi regala divertimento, emozioni, e tanti amici, compresi quelli che hanno vissuto con me l’avventura Toscana: il ricordo costante di ragazzi che ci hanno lasciato troppo presto come Lorenzo e Federico testimoniano palesemente come il risultato sul campo, soprattutto per me, conta relativamente quando a brillare sono l’affetto e la commozione. Ho la sensazione che in questo Mondo ci sia spazio per tutti, bravi e meno bravi sul campo ma sempre parte di una bella famiglia che non dimentica chi non c’è più, e ciò non può che rendermi (e renderci) orgoglioso. Buon Mondiale a tutti, e speriamo che il beach tennis conquisti il sogno a cinque cerchi.

Davide Chicarella

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