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Correva l’anno… 2000 con il Grande Volley

I ricordi di Bendandi, Gulinelli, di un periodo florido per la pallavolo astigiana, nella nostra nuova rubrica

Correva l’anno… 2000 con il Grande Volley

Tramontato il sole della Voluntas (cinque anni in A1 negli anni ’80 e cinque in A2 negli anni ’90), era in ascesa il Grande Volley del presidente Gigi Uberti. Nel maggio del 2000 Asti era a un passo dalla promozione nella seconda categoria nazionale. Tutto si decideva a Mantova, in uno spareggio per cuori forti.

Il salto di categoria e il Palatenda

Dopo due partite la situazione era in equilibrio. Tre a uno per i virgiliani all’andata, 3-1 per il Grande Volley nel ritorno al Giobert. Un pullman di astigiani accompagnò la squadra alla sfida decisiva al PalaTe di Mantova. Sotto 2 set a 1, Edo Rabezzana, palleggiatore di quell’Asti, ricorda come la squadra abbia saputo liberarsi dalla pressione: «Abbiamo trovato il nostro gioco quando non c’era più nulla da perdere. Nel quarto set e al tie-break non c’è più stata partita». Una grande gioia per la squadra e coach Flavio Gulinelli, che solo due anni prima era nello staff tecnico della Nazionale che vinse il terzo mondiale consecutivo, con il ct Bebeto in panchina: «Mi scrisse un messaggio di complimenti che eravamo ancora lì al palazzetto. Fu un bel momento».

La gioia del salto in A2 fu subito intiepidita dallo scarso appoggio di sponsor locali e dalle difficoltà di reperire un campo di gioco per la nuova categoria. Con il Palasanquirico ancora in fase di realizzazione e i progetti di edificare il nuovo Palasport in Praia rimasti su carta, la soluzione fu il Palatenda in piazza d’Armi, una tensostruttura che Giovanni “Billo” Filippi, ds e general manager del Grande Volley, ricorda bene: «Era bello vederlo pieno di almeno 800 tifosi ogni domenica. Gli incassi però non bastavano neanche per ripagare il riscaldamento. Solo la base per mettere in piano la superficie della piazza ci costò 60 milioni di lire. Nei tre anni di A2 fu la voce di spesa più pesante da ammortizzare, anche perché gli aiuti del Comune in tal senso furono minimi».

Due anni di battaglie in giro per l’Italia

La prima stagione, targata dallo sponsor principale BM2, si chiuse con una salvezza tranquilla. Le avversarie abbracciavano l’intera penisola e non solo, da Verona a Catanzaro fino a Cagliari. I derby contro il Cus Torino guidato da Mauro Berruto furono le sfide più accese. I nomi esotici di Gabriel Zobo Lebay (un saltimbanco del volley), Juan Carlos Robles (capitano della Nazionale spagnola reduce dalle Olimpiadi di Sydney) e Juan Carlos Vega («l’investimento peggiore» per Filippi) sono nel bene e nel male quelli rimasti più impressi nella mente. In cabina di regia, Gulinelli volle il 24enne romagnolo Simone Bendandi. Diventò uno dei giocatori più amati dal pubblico ed ereditò da “Mimmo” Cavallo la fascia di capitano: «I due anni di Asti mi sono rimasti nel cuore – ricorda oggi Bendandi – il calore dei tifosi, la preparazione fisica con Walter Rizzo, i pranzi e le cene da Anna e Laura del Circolo “Al Pino” sono tra i ricordi migliori della mia carriera».

Articolo completo sull’edizione di matedì 2 giugno, disponibile anche in digitale

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