Per capire fino a che punto questa classifica rispecchi il reale stato di salute dello sport astigiano, non potevamo che rivolgerci a Piercarlo Molinaris, attuale vice-presidente del CONI Regionale
Per capire fino a che punto questa classifica rispecchi il reale stato di salute dello sport astigiano, non potevamo che rivolgerci a Piercarlo Molinaris, attuale vice-presidente del CONI Regionale nonché ultimo presidente del Comitato Provinciale di Asti, prima della soppressione che ha subìto a fine 2012.
Piercarlo Molinaris, quanto giudichi attendibile questa classifica pubblicata dal Sole 24 Ore che vede Asti così indietro nel panorama sportivo italiano?
«Attendibile lo è di sicuro perché è stata stilata con dei parametri oggettivi. Personalmente, contesto i parametri che sono stati adottati perché premiano molto le discipline più in vista e condotte ad altissimo livello (non tiene in alcun conto ad esempio gli sport tradizionali o il calcio a 5. Qualcuno ha già sentito parlare del Callianetto nel tamburello o dellAsti C5?, ndr): una realtà piccola come la nostra e alle prese con seri problemi di impiantistica risulta ulteriormente penalizzata. Ce la caviamo meglio negli sport individuali perché sono un ambito in cui la carenza di impianti incide di meno».
I dati più desolanti emergono dagli indici di alfabetizzazione motoria e sport e bambini…
«Questo, secondo me, denota una conoscenza approssimativa della nostra realtà. Siamo più indietro dellanno scorso in questa graduatoria quando invece sono stati fatti dei passi in avanti: gli istituti che praticano il corso di alfabetizzazione motoria sono passati da due a nove, al Palazzetto di via Gerbi abbiamo dovuto ridurre le ore scolastiche di lezione da 60 a 45 per poter soddisfare le esigenze di tutti. E segno che non stiamo a guardare».
A leggere un bilancio simile viene ancor più nostalgia dei fasti del passato quando Asti era in A1 nella pallavolo e nella pallacanestro. Ora lo scenario è ben diverso…
«I grandi sponsor sono spariti, oggi rispetto ad allora noto però maggiore pratica di attività di base. Cè poca attività di livello, ma lo sport è soprattutto pratica quotidiana, lagonismo non è che un aspetto. La quantità di persone che pratica sport nel nostro territorio è maggiore di quanto ci faccia credere questa classifica. Poi, comunque, qui abbiamo circa settanta atleti in maglia azzurra e realtà in categorie importanti come il rugby, la pallavolo, il calcio a 5».
Da dicembre è stato eliminato il Comitato Provinciale del CONI di Asti. Ci sono stati sviluppi nel frattempo per tornare ad avere un punto di riferimento sul territorio per società e federazioni?
«Lelezione di Giovanni Malagò ai vertici nazionali ha prodotto uninversione di tendenza. Non manca molto alla messa in funzione del CONI-point di Asti, che ha come delegato designato Lavinia Saracco (già coordinatrice dellUfficio di Educazione Fisica, ndr), una figura che garantisce il fondamentale connubio tra istituzioni sportive e scuole. Ci sono anche ottime probabilità che entro novembre ci sia la nuova edizione della tradizionale Festa dello Sport Astigiano, con la premiazione di tutti i nostri campioni».
Luca Parena