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Bircolotti sulla morte di Mamuthones:«Quella forzatura fu irresponsabile»
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Bircolotti sulla morte di Mamuthones:
«Quella forzatura fu irresponsabile»

Per un giorno il Palio ha cambiato sede e, fuori stagione, è stato protagonista in un'aula del tribunale di Asti. Si è infatti tenuta venerdì scorso un'altra udienza a carico del fantino

Per un giorno il Palio ha cambiato sede e, fuori stagione, è stato protagonista in un'aula del tribunale di Asti. Si è infatti tenuta venerdì scorso un'altra udienza a carico del fantino Jonathan Bartoletti che nella corsa del 2013 montava il cavallo Mamuthones morto al canapo, ad una partenza falsa, per la frattura del collo. Il fantino non era presente in aula accanto ai suoi due difensori, gli avvocati Gianaria e Pomponi e non ha seguito di persona la lunga e dettagliata deposizione di Renato Bircolotti, mossiere a quel Palio. A lui, autorità indiscussa in tema di partenza delle batterie e della finale, è stato chiesto di spiegare prima quali sono i compiti del mossiere e, dopo aver mandato in onda in aula il dvd con la terribile caduta del cavallo, cosa successe in quei drammatici e concitati secondi al canapo.

La visione del dvd in tutta la sua crudezza non è passata senza reazioni in chi, nell'aula, vi ha assistito: sia in chi quella scena l'aveva già vista e rivista o addirittura vissuta come testimone diretto e ancor di più in chi la vedeva per la prima volta. Su quella “forzatura” del canapo di “Scompiglio” il mossiere è stato molto determinato: «I fantini non devono forzare il canapo, il regolamento è chiaro e lo ripeto ogni volta che facciamo le riunioni anche con i rettori. Non sono loro a decidere quando la mossa è “matura”, quindi ogni volta che si lanciano a canapo alzato pensando che il mossiere darà la partenza buona, giocano d'azzardo». Il giudice ha insistito molto con il mossiere affinchè lo aiutasse a comprendere la strategia di corsa dei fantini al Palio di Asti, considerato quello con la partenza più difficile fra tutti i palii omologhi in giro per l'Italia. Una lunga disquisizione per isolare quell'”attimo fuggente” in cui ogni fantino crede di poter anticipare di qualche decimo di secondo la mossa giusta e avvantaggiarsi con lo scatto che può portarlo in una posizione di favore.

Dunque è stata legittima quella nerbata di Bartoletti che ha fatto scattare in avanti il cavallo subito dopo caduto in una posizione innaturale che gli è costata la vita? Tranciante la valutazione del mossiere Bircoletti: «Il fantino ha forzato il canapo in un momento totalmente fuori tempo della mossa, quando era evidente a tutti che non fosse matura perchè su sette cavalli, tre erano allineati e gli altri quattro girati. Non aveva alcun senso far scattare il cavallo che è inciampato nel canapo alzato». E alla domanda su come mai il canapo non fosse stato abbassato in tempo da lui, mossiere, Bircolotti ha ribadito: «Eravamo totalmente fuori dai tempi di mossa e nessuno si aspettava che qualcuno avrebbe forzato il canapo – sottolineando anche che – Non sta scritto da nessuna parte che il mossiere debba abbassare il canapo in caso di forzature, perchè esse, semplicemente, non devono essere attuate dai fantini che il regolamento lo conoscono bene. Ogni volta che il mossiere lo fa, è nell'esclusivo interesse di salvaguardia dell'incolumità degli animali».

Fra le altre testimonianze della giornata anche quella del dottor Andrea Brignolo, responsabile del “pronto soccorso veterinario” allestito in occasione del Palio. Ha raccontato quanto fatto dalla sua équipe come primo intervento, ovvero la somministrazione di un anestetico potente per togliergli ulteriormente coscienza e dolore e poi quella di un farmaco per porre fine alle sofferenze viste le sue condizioni gravissime. Il processo è stato aggiornato al 13 novembre quando dovrebbe tenersi la discussione.

Daniela Peira

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