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Intervista

Mister Marco Patti racconta sette anni di Don Bosco Asti

Il team gialloblu è tra le grandi certezze in zona playoff della Prima Categoria e ha, fra i suoi segreti meno nascosti, la capacità “multitasking” del suo leader in panchina

Un percorso di crescita lungo sette anni. Sette lunghe stagioni caratterizzate da successi e campionati lottati al vertice, fino a giocarsi carte importanti nel tavolo da poker con in palio la Promozione. Il Don Bosco Asti è tra le grandi certezze in zona playoff della Prima Categoria e ha, fra i suoi segreti meno nascosti, la capacità “multitasking” del suo leader in panchina. Marco Patti è da tempo allenatore e anima pulsante gialloblu, uomo mercato e supporto fondamentale per gli atleti. Qualcosa più di un semplice tecnico, utilizzando un termine in salta U.S.A. è un “uomo franchigia”.

Mister, che bilancio facciamo di questa stagione in attesa del rush finale del Girone?

Un bilancio positivo, abbiamo allestito una squadra più giovane rispetto allo scorso anno e dato spazio a ragazzi che non avevano mai giocato per il vertice, mantenendo comunque una posizione elitaria di classifica. Una scelta che mi è piaciuta, perché ho potuto lavorare con tanti calciatori nuovi, ed è un modo di crescere ulteriormente.

Questa, dopo tante soddisfazioni, era per te e per voi l’annata più difficile?

Per certi versi sì, perché l’obiettivo è sempre stato quello di migliorare, anno dopo anno. Dopo i playoff 2021-22 siamo stati bravi a restare in alto. Un’altra stagione non facile è stata quella conclusa con la vittoria della Coppa Piemonte, dopo aver variato rosa a campionato in corso.

Quali sono i giocatori sorpresa del tuo Don Bosco e qual è la squadra rivelazione del torneo?

Noi siamo virtualmente secondi tra le squadre al nostro livello di budget, davanti Canelli e Spartak hanno un potenziale economico sensibilmente superiore e giustamente sono le prime. Come atleti cito Vaqari, che si è confermato ottimo centrale dopo anni da esterno, e Cardello, che ha saputo superare una concorrenza agguerrita nel ruolo. A livello di squadra il Monferrato.

Nel tuo futuro ci sarà una nuova avventura dopo sette anni intensi?

Teniamo le porte aperte per valutare gli scenari, la possibilità di salire di categoria intriga, così come un eventuale progetto ambizioso. Conosco bene le squadre alessandrine ma mi piacerebbe allenare ancora ad Asti. A fine stagione valuteremo.

In una nuova avventura porteresti tanti dei tuoi atleti con te?

Porterei “tutti e nessuno”. In tanti anni è inutile negare come si siano creati legami forti con molti di loro, credo di averci messo grande passione e proprio per questo in tanti mi hanno seguito sposando in tutto e per tutto il progetto Don Bosco.

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