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Rondinelli e Asti Volley: è divorzio«Per me finisce un sogno»
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Rondinelli e Asti Volley: è divorzio
«Per me finisce un sogno»

Era l’estate del 1999 quando le strade di Vincenzo Rondinelli e l’Asti Volley (allora Rig) di Gianpaolo Luisi si incrociarono per la prima volta. Un “matrimonio” quasi clamoroso che avrebbe

Era l’estate del 1999 quando le strade di Vincenzo Rondinelli e l’Asti Volley (allora Rig) di Gianpaolo Luisi si incrociarono per la prima volta. Un “matrimonio” quasi clamoroso che avrebbe legato l’allenatore astigiano, reduce da 11 stagioni alla Futura, a una delle società rivali, in quel periodo iscritta al torneo di serie D. Una “nuova vita” per Rondinelli che avrebbe segnato la carriera del tecnico, tra momenti esaltanti (a cominciare dalla promozione in C al primo colpo) e qualche delusione (i playoff della B1 sfumati all’ultimo set dell’ultima partita). Dopo 14 anni, è stato lo stesso Rondinelli ad annunciare il “divorzio”, maturato al termine di una stagione sportiva con risultati positivi con la prima squadra e addirittura ottimi per il settore giovanile (7° posto in Italia per l’U18).

Risultati che in realtà hanno ben celato un amore mai sbocciato tra Rondinelli e la nuova dirigenza, in particolare il ds Claudio Bianchi.
«La società ha deciso di proseguire senza di me. Credo che stiano cercando di salvare il salvabile, e d’altra parte posso dire che questo è stato senza dubbio un anno pessimo a livello organizzativo. Non c’è stata programmazione, per cui anche da parte mia ci sono delle remore a proseguire».
Una sorta di separazione consensuale…
«Penso che sia mancato il controllo su alcune persone che hanno avuto carta bianca e hanno potuto agire liberamente, nel bene e nel male».

Un riferimento indiretto a Gianpaolo Luisi, per anni factotum della società che con Rondinelli ha formato, sino a pochi mesi fa, un connubio molto forte.
«Con i nuovi dirigenti è mancata quella collaborazione che c’era sempre stata prima. Poi è innegabile che ad Asti ci siano sempre state difficoltà per l’assenza di sostegno da parte di istituzioni e aziende. Non per nulla siamo agli ultimi posti per quanto riguarda gli impianti sportivi. Quindi bisogna riconoscere il merito di Luisi, che nel corso di questi anni ha investito parecchi soldi di tasca propria».
Asti piazza impossibile dunque…
«Se guardiamo gli sport di squadra sicuramente è difficile raggiungere alti livelli, se escludiamo il calcio a 5. Però vorrei ricordare che nel nostro piccolo abbiamo fatto la serie B1 per 8 stagioni consecutive e per 4 anni di fila abbiamo conquistato il titolo regionale Under 18. Pochi giorni fa siamo arrivati settimi in Italia: vuol dire su migliaia di società. In tutti questi anni ho allenato molte giocatrici, attualmente 45 giocano tra B2 e A1. E questo grazie a un certo tipo di organizzazione».

Quale futuro attende Rondinelli?
«Ho ricevuto alcune proposte, soprattutto per fornire consulenza a settori giovanili. Potrei anche prendermi un cosiddetto anno sabbatico. Sono 24 anni che faccio pallavolo senza mai fermarmi: ci sta un po’ di riposo».
Qualche rimpianto?
«Per me oggi finisce un sogno: quello di portare ad Asti la serie A. Con un progetto importante potrei però pensare di tornare. Vorrei infine ringraziare il mio staff: Elisa Boggero (fisioterapista), Carlo Peretti (preparatore e osteopata), Francesco Trinchero (vice), Chiara Visconti (vice) e Christian Balzo (scoutman): hanno svolto davvero un lavoro fantastico».

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