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Valmanera, il campo di motocross ai box
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Valmanera, il campo di motocross ai box

L'ultima riapertura di Valmanera aveva restituito un impianto moderno pronto ad essere nuovamente sede di importanti manifestazioni. Investimenti di diverse decine di migliaia di euro per

L'ultima riapertura di Valmanera aveva restituito un impianto moderno pronto ad essere nuovamente sede di importanti manifestazioni. Investimenti di diverse decine di migliaia di euro per ripristinare un tracciato che dopo pochi mesi di inattività era diventato preda di arbusti e rovi. Sistemate curve e dossi, potenziato l'impianto di irrigazione e posate barriere antirumore. «Agli appassionati e ai team offriamo una struttura più sicura, sempre spettacolare», era stato spiegato a fine marzo 2012. Tra i primi a testarla Daniele Lorenzon, con Davide Ricci uno degli ultimi rappresentanti del cross astigiano cresciuti a Valmanera. Pista omologata Fmi adatta a competizioni di moto e quad e proprio le quattro ruote avevano portato l'ultima gara valida per un campionato italiano. Il tracciato era stato portato a 6 metri di larghezza in tutti i suoi punti. La lunghezza aumentata di 40 metri per complessivi 1710. In tema di sicurezza si era provveduto ad aumentare il gruppo di commissari anche durante gli allenamenti.

Con la repentina chiusura a seguito del ricorso del WWF del 2012 il Cross Club Asti che quello stesso anno festeggiava il 40° anno di vita aveva dovuto mettere nel cassetto altri progetti, sportivi e sociali. Era stata realizzata una pista per bambini: 500 metri con piena visibilità adatto anche alle pit-bike. E per un impianto fruibile da tutti si stava lavorando affinché nel locale accanto al ristorante sorgesse un piccolo museo del motocross con memorabilia e ricavato ad associazioni benefiche. Progetti forzatamente annullati per il perdurare della chiusura che ha avuto ripercussioni dal punto di vista economico nella frazione. L'ultima conferma dalla chiusura di inizio anno del ristorante albergo "La Fertè", gestito da Marco e Gippy Crosetti, anime del Cross Club Asti, che molto puntavano sull'indotto dell'impianto.

Forse non tutti sanno che Asti ed il suo hinterland sono stati all'avanguardia in Italia, come peraltro per molte altre discipline motoristiche negli anni dei pionieri, nella pratica del motocross. La prima gara documentata della specialità si svolse infatti nell'Astigiano nel 1953, quattro soli anni dopo la prima gara italiana di Imola e tre dall'istituzione del Trofeo Italiano di motocross, progenitore dei campionati tricolori. L'idea di correre in moto su circuiti sterrati, quasi sempre impervi e adatti ad esaltare le qualità acrobatiche dei piloti, fece subito molti proseliti, fossero praticanti o semplici appassionati. Non appena la situazione socioeconomica del paese cominciò a migliorare e l'acquisto di una motocicletta "da corsa" non fu più solo appannaggio di ricchi borghesi o di ingegnosi artigiani meccanici, le piste si moltiplicarono nel volgere di pochi anni, sovente improvvisate su terreni di proprietà degli stessi appassionati (Viarigi, Frinco, Refrancore, Migliandolo, ecc.). Il "campo" di Valmanera venne realizzato, secondi i criteri del tempo, molto diversi ed assai più rudimentali di quelli attuali, nel 1972, quasi in contemporanea con la nascita del Cross Club Asti che si costituì l'anno successivo.

Nei quarant'anni e più che ci separano da quell'epoca, il "campo" è radicalmente cambiato: pista più lunga e più larga, spostamento del tracciato verso zone di scarsa o nulla "antropizzazione", interventi per l'attenuazione del cosiddetto inquinamento acustico, adeguamento delle misure di sicurezza (dei piloti e degli spettatori) e molto altro ancora. In sostanza, un impianto che, sotto la spinta del Cross Club Asti di cui nel 1980 era diventato il tuttora presidente Gippy Crosetti, è stato, ed è, considerato uno dei migliori d'Italia. Ne è inconfutabile prova il fatto che, nel suo periodo d'oro (quello cioè della seconda metà degli anni '90, non turbato dalle numerose chiusure – la prima dal 1983 al 1989 – che ne contraddistinguono la tormentata storia), vi si disputarono numerose prove di campionato italiano, ma soprattutto la gara "Mondiale" delle 500 ed il Gran Premio d'Italia nel '96, due prove di Campionato Europeo nel '97 ed una del Mondiale 250 nel '98. Non bruscolini, dunque, ma un riconoscimento di assoluto livello internazionale che ha favorito il continuo afflusso di appassionati e agonisti dal sud Europa che l'hanno scelto per almeno due decenni, fino all'ultima chiusura di un anno e mezzo fa, come accreditato terreno di allenamento.

m.s. e p.m.

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