Fatture inesistenti per 95 milioni di euro
Tangenti per far chiudere un occhio sull’irregolarità di alcuni lavori pubblici e fatture emesse per operazioni inesistenti per un ammontare di circa 95 milioni di euro, con distrazioni patrimoniali per un valore di 234 milioni di euro: c’è anche un coinvolgimento astigiano nell’operazione “Domus Aurea” della Guardia di Finanza di Monza resa pubblica poco fa in una conferenza stampa.
Si parla di 30 indagati residenti nelle province di Milano, Monza e Brianza, Leggo, Bologna, REggio Calabria ed Asti. Tutte indagate, si apprende dalle prime indiscrezioni, per associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e coruzione.
Le indagini sono partite da un esposto del 2014 su presunte tangenti che riguardavano i lavori in un comune brianzolo.
Rete di società con tanti prestanome
Al centro del sistema corruttivo è stato individuato un noto imprenditore edile operante nella Brianza, Giuseppe Malaspina, cui è stata sequestrata una considerevole mole di documentazione amministrativo- contabile la cui analisi, unita agli accertamenti bancari e alle intercettazioni telefoniche ed ambientali ha permesso di appurare come l’imprenditore avesse, nel coso degli anni, organizzato la propria struttura aziendale grazie all’apporto qualificato di professionisti e consulenti compiacenti, di una folta schiera di prestanome per occultare la reale tracciabilità dei propri beni.
Tra gli arrestati, dieci dei quali in carcere, c’è anche l’ex magistrato Gerardo Perrillo che prestava servizio alla Sezione fallimentare del Tribunale di Monza e due avvocati.
Sequestrata Cà Sagredo di Venezia
Tra i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza di Monza nel corso dell’operazione c’è anche l’hotel Cà Sagredo di Venezia, lo stabile che ospitava l’hotel Gritti di Milano, a pochi metri dalla Scala, e un maneggio a Oggiono (Lecco).