Storia terribile e scritti che fanno riflettere
Una storia di violenza terribile che, in aula, si è scontrata con alcuni scritti apparentemente contradditori.
Tutto è partito dalla denuncia sporta da una ragazzina (oggi ventenne ma all’epoca dei fatti ancora 17enne) che ha raccontato di aver subito violenza da parte del padre.
L’uomo, pregiudicato, era detenuto in carcere ma, per buona condotta, aveva ottenuto il diritto ad alcuni permessi premio. Secondo la denuncia della ragazzina, era durante questi permessi che il padre, sul divano di casa, approfittava di lei dopo aver bevuto ed essersi ubriacato.
L’uomo, difeso dall’avvocato Merlino, è sotto processo insieme alla moglie, difesa dall’avvocato Masoero, accusata di concorso in violenza sessuale. La figlia, infatti, avrebbe detto in denuncia di aver raccontato alla madre delle “attenzioni” del padre e che lei non ci aveva creduto e non aveva fatto nulla per difenderla dalla violenza.
Questo terribile racconto della ragazza che si è costituita parte civile e che è assistita dall’avvocato Caranzano, è contenuto in un lungo interrogatorio che venne fatto poco dopo la denuncia in incidente probatorio e che oggi è già a conoscenza del giudice che dovrà emettere la sentenza.
Il padre ha sempre negato
Sembrava un processo quasi segnato, nonostante il padre si sia sempre difeso negando con sdegno le accuse rivolte dalla figlia.
Ma è stato nell’udienza di mercoledì che si è assistito ad un piccolo colpo di scena.
Gli avvocati difensori Masoero e Merlino, infatti, hanno prodotto un pacco di lettere che la ragazza ha spedito in carcere al padre detenuto nello stesso periodo (aprile-dicembre 2016) in cui lo stesso avrebbe approfittato di lei durante i permessi premio.
Un carteggio pieno di affetto
Dalla lettura di quel carteggio, emerge una realtà che sembra molto lontana da quella di una ragazzina abusata dal padre.
Intanto manda una grande quantità di lettere in carcere e ogni volta il tono è molto affettuoso e denota un forte legame con il padre.
Gli chiede continuamente come sta, come si trova, lo rincuora e lo conforta dicendogli di resistere nell’inferno del carcere pensando a quando tornerà libero e in famiglia. Fa continui riferimenti alle piccole cronache domestiche, sempre con grande delicatezza e spensieratezza.
In molti passaggi si legge di quanto lui le manchi e si firma ogni volta come “tua unica e sola principessa”.
Essendo stata dichiarata in grado di testimoniare, potrebbe essere chiamata a fare chiarezza su questa evidente dicotomia: la denuncia della violenza e, in contemporanea, le lettere affettuose.