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Referendum: successo per Marco Travaglio
Cultura e Spettacoli

Referendum: successo per Marco Travaglio

Il direttore del Fatto Quotidiano ha portato in scena “anche” la minsitra Maria Elena Boschi in due ore di contraddittorio nel quale il giornalista ha spiegato perché votare NO al prossimo referendum costituzionale: “La Costituzione non va cambiata: basterebbe applicarla così com’è”

Nonostante la concorrenza del Festival delle Sagre e della vicina Douja, lo spettacolo di Marco Travaglio “Perché NO: tutte le bugie del Referenzum”, che si è svolto domenica sera nel cortile della biblioteca Faletti, è stato un grande successo di pubblico.
Location evocativa per i presenti, circondati da libri che stimolano l’approfondimento e la sete di cultura, con Travaglio che è stato protagonista di uno spettacolo ironico, ma molto pungente, sul tema della Riforma Costituzionale e della Legge Elettorale che insieme potrebbero cambiare alcuni principi cardini del Governo della nazione.

Potrebbero, perché sulla Riforma della Costituzione c’è ancora il passaggio, in data da destinarsi, del referendum al quale il direttore del Fatto Quotidiano si appella affinché gli italiani diano un segnale forte e chiaro al premier Matteo Renzi: votare no. A spiegare le motivazioni del no è arrivata “in suo aiuto” la brava attrice Giorgia Salari nei panni della ministra Maria Elena Boschi, madre della Riforma già approvata dal Parlamento.
«Renzi ha avviato una campagna porta a porta, casa per casa, per spiegare la Riforma scritta da lui, Boschi, Verdini e un po’ di Calderoli, cosa che ci farà rimpiangere i Testimoni di Geova della domenica mattina» ha esordito Travaglio. Molto applaudita la parte interpretata dalla Salari, una ministra Boschi in abito e scarpe di un rosso acceso, continuamente impegnata a ripetere in maniera ossessiva l’hashtag a favore del sì, «per un’Italia più governabile, contro i gufi, etc.».

Le parti recitate dall’attrice sono state anche ispirate da vere dichiarazioni rilasciate dalla ministra e tante sono state le risposte di Marco Travaglio nel merito e metodo della Riforma. Come quando i cittadini vengono invitati a votare sì per avere un Paese più forte contro il terrorismo: «Già lo vedo il Califfo che dice: “Se vince il sì in Italia siamo fregati”» ha commentato il giornalista. Travaglio ha poi rimandato al mittente quelle che definisce «le sfighe» che dovrebbero abbattersi sull’Italia se dovesse vincere il no, almeno secondo Renzi, Boschi e gli altri «ricostituzionalisti».
«Tutte balle! Dicono che l’Italia sarà ingovernabile, che non si faranno riforme per altri 30 anni, che l’Europa non ci filerà di striscio, che arriveranno le 10 piaghe d’Egitto, ma la verità è che più Renzi parla a favore del sì, più salgono i favorevoli al no».

Travaglio si è poi schierato contro la Riforma anche per via del nuovo assetto del Senato, «che sarà composto da 100 soggetti, non scelti dal popolo, ma presi da consigli regionali e sindaci: tutti avranno l’immunità e non potranno essere intercettati, lavorando a mezzo servizio, in Senato, nei fine settimana. Immaginate un po’ che, avendo elezioni amministrative diverse in tempi diversi nelle varie Regioni e Comuni, non ci sarà mai una seduta di Senato con gli stessi senatori; sarà un caos senza precedenti».
Lo spettacolo di Travaglio è stato organizzato dall’Associazione Guglielmo Pasta il cui rappresentante, Alberto Pasta, ha salutato i presenti al grido di «Viva la nostra Costituzione Repubblicana».

Riccardo Santagati

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