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Accordo sulle uve moscato: rese a 108 q.li/ha, prezzo a 10,65 il miriagrammo
Economia

Accordo sulle uve moscato: rese a 108 q.li/ha, prezzo a 10,65 il miriagrammo

Dopo lunghe trattative tra l'assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Claudio Sacchetto (mediatore), i rapresentanti delle parti agricole, delle case spumantiere, dei vinificatori e

Dopo lunghe trattative tra l'assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Claudio Sacchetto (mediatore), i rapresentanti delle parti agricole, delle case spumantiere, dei vinificatori e  delle associazioni di categoria, è stato raggiuto ieri l'accordo 2012 sulle uve moscato. Scongiurato quindi, a pochi giorni dalla vendemmia, il rischio di avere un'annata senza accordo e con prezzi a mercato libero.

Le rese della quota docg, per Asti e Moscato d’Asti, sono state fissate a 108 quintali/ettaro (erano 115 nel 2011). Il prezzo lordo sarà di 10,65 euro al miriagrammo, 10.55 il netto, 10 euro/miria lo scorso anno. Dei dieci centesimi di differenza una parte andrà alle organizzazioni di parte agricola, per la promozione del prodotto, una parte al progetto "sorì" che vuole valorizzare i vigneti eroici, quelli cioè dove il moscato è presenza storica e coltivato con pendenza oltre il 50%.

L'accordo sul Moscato è il più importtante d'Italia nel settore perchè interessa 10 mila ettari di vigne nel Sud Piemonte e oltre 4000 aziende agricole, con Asti Spumante e Moscato d'Asti docg prodotti in oltre 100 milioni di bottiglie l'anno (per l'80% esportate). Un affare da alcune decine di milioni di euro che genera un volume di almeno 300 milioni di euro l’anno.

Per Francesco Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti, l’accordo è buono «perché scontenta un po’ tutti. L’intesa tra case spumantiere e vignaioli dà stabilità al comparto in un momento di crisi. Quanto al prezzo delle uve, garantisce il reddito agricolo con un aumento, rispetto al 2011, che può arrivare anche a 400 euro ad ettaro». Di diverso avviso Paolo Ricagno che, insieme ad Assomoscato, contesta i numeri relativi al reddito agricolo: «I viticoltori hanno perso almeno 300 euro ad ettaro. Quanto all’accordo è quanto di peggio si poteva firmare, ma lo si è fatto per dare stabilità al settore. Produrremo meno Asti e Moscato docg e questo aprirà quote di mercato ai competitor».

Lorenzo Barbero, manager della Campari/Cinzano, evidenzia la posizione delle Case spumantiere, e pone l’accento su un accordo che salva la stabilità del comparto. «Il rischio di andare al libero mercato senza alcuna intesa c’era. Lo si è scongiurato perché la parte agricola ha modificato la sua posizione e si è potuto arrivare ad una mediazione vera e all’accordo».

Soddisfatto, invece, l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Claudio Sacchetto, mediatore tra le parti, che ha commentato così l’intesa: «Da questo documento si evince un buon incremento della remuneratività per gli agricoltori che passa dai 100 euro/quintale del 2011 ai 105,5 netti di quest’anno con un +5%. Una resa che è stata ridotta dai 115 del 2011 ai 108 di quest’anno garantendo da un lato il ripristino delle scorte e dall’altro una maggiore attenzione per scongiurare l’eccesso di produzione. Inoltre si riserva 1 euro/quintale per il fondo agricolo e per i suri raggiungendo un obiettivo importante per tutelare gli oltre 300 ettari con pendenza elevata dove è più difficile produrre. Infine sono state poste le basi per l’accordo 2013 con prezzo minimo di 106,5 euro/quintale lordo e resa minima garantita di 100 quintali/ettaro».

E per la prima volta sull’accordo del moscato interviene anche il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota: «Non posso che esprimere grande soddisfazione per l’accordo raggiunto sul Moscato. Non si tratta infatti soltanto di un risultato importante per la filiera del vitivinicolo, ma rappresenta un punto fermo per uno dei settori più vivaci e trainanti della nostra economia».

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