Le dichiarazioni shock di Grillo delle scorse ore non ci consentono di tacere. In un solo minuto e trentanove secondi sono state calpestate dal comico (che, ahinoi, ha smesso da tempo di farci ridere) troppe garanzie costituzionali.
Sia chiaro: non ci interessa la vicenda giudiziaria in sé, che farà il suo corso, come è giusto che sia. Stiamo ai fatti, anzi alle parole del video, e analizziamole punto per punto.
Secondo Grillo “non c’è stato niente perché chi viene stuprato” non fa una denuncia dopo otto giorni. Fermi tutti! Mandiamo indietro il video e riascoltiamolo meglio perché forse ci siamo sbagliati. No no, ci sentiamo benissimo e ci rendiamo conto della gravità inaudita di queste parole. Indipendentemente dal merito della vicenda – che, ripetiamo, non ci interessa – chi ha subìto violenze talora non ha il coraggio o la capacità di intraprendere subito un percorso di denuncia. Ci vuole tempo per percepire la gravità delle aggressioni, sia fisiche che psicologiche.
E questo Grillo lo dovrebbe sapere. Rispolveriamogli la memoria. Forse dimentica che è stato proprio il suo fedele Ministro della Giustizia (Bonafede) nel 2019, con la Legge n. 69 del 19 luglio 2019, a raddoppiare i termini per sporgere querela contro una violenza sessuale. Allora, come la mettiamo? È un fatto che esista una macroscopica incoerenza.
Ancora, prosegue il comico: “se dovete arrestare mio figlio perché non ha fatto niente, allora arrestate anche me perché ci vado io in galera”.
Ebbene, a noi pare gravissimo che un uomo, indubbiamente capace di sensibilizzare l’opinione pubblica, utilizzi la sua potenza mediatica per dubitare della giustizia, o – peggio ancora – per metterla sotto l’assedio mediatico. Badate bene, l’indipendenza della magistratura, nell’equilibrio dei poteri costituzionali (esecutivo, legislativo e giudiziario), è sacra! È un fatto che chi tenta di traviarla, volontariamente o involontariamente, agisca contro la Costituzione. Per Grillo “c’è tutto il video, passaggio per passaggio” in cui “si vede che c’è tutto il gruppo che ride”. Ma, scherziamo? Davvero un comico, un politico o, più in generale, un qualunque cittadino può “offrire” (presunti) mezzi di prova fuori da un processo? Ma i processi dove si celebrano? Nelle aule dei nostri Tribunali o su YouTube? E, poi, così facendo non si rischia di influenzare il giudizio degli inquirenti?
Il comico chiede “perché non li avete arrestati?” Nel nostro ordinamento vige la presunzione di non colpevolezza, per cui l’imputato non è considerato colpevole fino alla condanna definitiva (Art. 27 della Costituzione). Questo principio vale per tutti, quindi anche per Ciro, come è giusto che sia. Ma Grillo se ne ricorda solo ora? Quel che oggi è sacrosanto, in passato si poteva invece gettare nel water come carta straccia? Che fine hanno fatto quelle battaglie giustizialiste del passato che di questo principio si dimenticavano? È proprio vero che se una cosa ti tocca sul personale si cambia idea: da giustizialista Grillo si è trasformato in un convinto garantista!
Detto ciò, esposti i fatti (gravi) e svelata l’incoerenza di chi, del resto, disse “mai al governo con Forza Italia, Lega e Partito Democratico”, per poi apparentarsi, ci domandiamo: cosa pensano di tutto questo (che non è poco) gli esponenti locali del Movimento 5 Stelle, sempre pronti a puntare il dito e “a scagliare la prima pietra”?
E, poi, saremmo pure curiosi di sapere cosa ne pensa quella Sinistra progressista (o pseudo tale) che per un po’ di tempo ha governato con i pentastellati, facendo della parità di genere e della lotta contro le violenze sulla donna un “cavallo di battaglia” politico. I rappresentanti locali di questa Sinistra cosa ne pensano?
Gruppo Consiliare I Giovani Astigiani