Numerose le dichiarazioni che ieri sono state fatte alla presentazione della Fiera del Tartufo di Asti per dare forma e sostanza alla straordinarietà dell‘insieme di eventi che si terranno nel prossimo week end.
Per il sindaco di Asti, Maurizio Rasero: «Asti vuole essere capitale di un territorio senza battaglie di campanile. Lo abbiamo dimostrato tre anni fa con l’accorpamento dell’Atl con Alba e lo ribadiamo oggi: è il momento di andare oltre ad una mentalità tutta astigiana che si spende molto nel criticare ma non apprezza quello che si fa».
Di “extraterritorialità” ha parlato anche il vice presidente della Regione Fabio Carosso: «Si stanno facendo grandi passi in avanti nella promozione dei territori piemontesi al di fuori degli stretti confini amministrativi. Una svolta che è stata accelerata dal riconoscimento Unesco alle terre dei vini. E il tartufo rientra fra quei prodotti per pochi in grado di trainare tutti gli altri frutti di eccellenza della nostra terra».
E di tartufo come “prodotto turistico” è pienamente convinta Loretta Bologna, assessore al turismo del Comune di Asti in capo al quale ricade l’organizzazione della Fiera nazionale del prossimo week end: «Puntiamo alla cultura del tartufo che non è solo buon cibo, ma anche cultura, storia, tradizione, saperi. Che va tutelato dal punto di vista ambientale. Se perdiamo il tartufo, perdiamo tanto».
I conti sull’indotto del tartufo tocca a Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera Tartufo di Alba: «Dobbiamo ringraziare persone come Giacomo Morra se il tartufo, prodotto di elite, è in grado di innestare un sistema economico importante. Perchè lui fu il primo a portarlo nel mondo e ad accompagnarlo con gli altri prodotti di eccellenza. Uno studio ha calcolato che ogni lamella di tartufo servita nelle Langhe porta un indotto di 20 euro sul territorio. Con una magia che solo il tartufo è in grado di fare: che ce ne sia tanto o poco, che sia più o meno caro, è in grado di attirare migliaia di visitatori e turisti. Un nome che ha creato un territorio».