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Evento enogastronomico

Piovà: dopo due anni di stop torna la Fiera della Menta

Organizzata dall’amministrazione comunale, in collaborazione con la Pro loco e l’associazione Fra’ Guglielmo Massaja
Dopo due anni di forzato stop, tornerà dal 2 al 5 giugno la Fiera della Menta (nella foto un momento di una passata edizione), organizzata dall’amministrazione comunale, in collaborazione con la Pro loco e l’associazione Fra’ Guglielmo Massaja. Sul sito istituzionale del Comune saranno pubblicati i moduli di presentazione delle domande per commercianti, aziende agricole e hobbisti.
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In via di definizione le tante iniziative che come sempre faranno da corollario alle numerose bancarelle di prodotti enogastronomici, florovivaisti, erboristi, distillatori, artigiani che animeranno l’evento. Non mancheranno le mostre, ogni anno diverse e sempre di elevato livello, lo stand gastronomico dove saranno serviti piatti a base di menta, il concerto della banda Aurora, gli artisti di strada, gli intrattenimenti per i bambini, la presentazione di un libro. Tutte le attività si svolgeranno nel rispetto delle normative anticovid al momento vigenti.

La manifestazione, giunta alla nona edizione, vuole ricordare un tentativo di coltivare l’erba aromatica nel territorio piovatese. Nel 1945 i cognati Giovanni Robba e Giovanni De Vecchi decisero di portare la coltivazione della menta piperita a Piovà, una scelta che col senno di poi si rivelerà azzardata, in quanto nella zona i terreni erano aridi e soggetti a frequenti grandinate; scelsero alcuni campi pianeggianti e ombreggiati in località Vassera, Fornace, Capustrì, Valmera.

Poiché nessuno in paese conosceva le tecniche di coltivazione della menta dovettero far venire da Pancalieri la manodopera specializzata per istruire i coltivatori del posto. Per sistemare il grande alambicco il sindaco Enrico Barberis concedette un’area all’ingresso dell’abitato. Nel 1947, prima stagione di coltivazione, l’entusiasmo era alle stelle e tutto procedette per il meglio. L’anno dopo un nubifragio rovinò completamente il raccolto; nel 1949 fu la grandine a distruggere la coltivazione, così come nel 1950: fatti che portarono ad abbandonare la coltura.

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