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Cronaca
Sentenza

Omicidio Bacco, il più giovane dei condannati a 30 anni annuncia la revisione del processo

Jacopo Chiesi si è sempre dichiarato innocente

La decisione della Corte di Cassazione è arrivata ieri sera e ha messo fine ad uno dei casi di cronaca astigiani più seguiti che avevano colpito l’opinione pubblica per la sua drammaticità.

Per la morte del tabaccaio Manuel Bacco, avvenuta nel suo negozio nel corso di una rapina finita male, tutti e cinque gli imputati dovranno scontare 30 anni di carcere. La condanna di primo grado ad Asti è stata mantenuta dalla Corte d’Appello di Torino e confermata dalla Cassazione.

L’ultimo grado di giudizio ha dunque confermato quelle che inizialmente erano solo tesi accusatorie, portate tenacemente a processo dal pm Deodato che aveva ripreso in mano le indagini ricostruendo il quadro ed ottenendo anche qualche ammissione di partecipazione alla sciagurata rapina.

Accuse di colpevolezza che sono sempre state respinte dal più giovane dei condannati, Jacopo Chiesi, il pizzaiolo che aveva appena 23 anni quando è stato arresetato, amico dei Guastalegname padre e figlio, anch’essi condannati a 30 anni.

Difeso dall’avvocato Caranzano, ha sempre negato di aver partecipato alla rapina e ancor più di essere l’inesperto malvivente che ha esploso i colpi di pistola mortali che hanno ucciso il tabaccaio che aveva opposto resistenza alla richiesta di consegna del denaro. Lo ha fatto anche in Corte d’Appello a Torino, con dichiarazioni spontanee ma indizi e prove genetiche a suo carico sono state ritenute schiaccianti dai giudici che hanno deciso sulla sua responsabilità.

«Confidavamo in un accoglimento del ricorso in Cassazione – ha commentato l’avvocato Caranzano – perchè ritenevamo ci fossero validi motivi. Attendiamo di leggere la sentenza ma l’unica strada ora è la revisione del processo».

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