È con la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per giocarsela alle finali che l’amministrazione comunale di Asti ha presentato il dossier per la candidatura della città a “Capitale Italiana della Cultura 2025”. Presentazione, condotta dalla giornalista Alessia Conti, che ha riunito al Teatro Alfieri molti degli attori che si sono dati da fare per mettere insieme i 170 progetti che compongono uno storytelling tematico lungo 64 pagine. Regista dell’operazione è il manager astigiano Roberto Daneo, docente universitario alla Bocconi di Milano e già autore di altri importanti dossier per candidature prestigiose, da ultimo quello di Milano Cortina ai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali 2026.
A lanciare la candidatura di Asti alla gara per ottenere il riconoscimento, che a metà novembre avrà un primo traguardo con la definizione delle dieci città finaliste, è stato il sindaco Maurizio Rasero. «Il primo successo è acquisire consapevolezza che è stato fatto qualcosa di bello per un territorio, allargato anche a Langhe e Monferrato. – ha detto – Non un progetto preconfezionato, ma creato dal basso con la collaborazione di un movimento di persone che si sono rimboccate le maniche, credendoci. Ciò che abbiamo è un dossier realizzato grazie alle competenze di Roberto Daneo e ora speriamo di entrare nella rosa dei dieci finalisti. Ma, se non sarà così, avremmo comunque vinto». Anche la Regione Piemonte crede molto nella candidatura di Asti e per bocca del vicepresidente Fabio Carosso e dell’assessore alla Cultura Vittoria Poggio, entrambi presente in teatro, ha garantito ogni sostegno possibile e massima collaborazione nel proseguire l’iter della candidatura al fianco delle istituzioni astigiane.
Di certo una sfida che l’assessore alla Cultura Paride Candelaresi si è trovato sulla scrivania appena nominato, a giugno, e che associa senza dubbio alla parola “orgoglio”. «Perché dobbiamo essere orgogliosi del lavoro fatto in partenariato con 117 Comuni pensando a un territorio allargato. Asti – aggiunge Candelaresi – per molto tempo è stata afflitta dalla sindrome della seconditudine, ci siamo sentiti secondi ad altri in troppe occasioni. Ma credo che far confluire più di 170 progetti, grandi e piccoli, che hanno potuto comunicare tra loro ha rappresentato la svolta di questo fascicolo. Il tema delle nuove generazioni è il cuore del nostro dossier che infatti guarda ai giovani».
Sei le aree tematiche identificate nel dossier dal titolo evocativo per il nostro territorio, “Dove si coltiva la cultura”, cui si aggiungono dieci percorsi specifici. Le aree, in particolare, riguardano la cultura inclusiva, partecipata, attrattiva, aumentata (che guarda alle nuove potenzialità tecnologiche), fertile e innovativa (ma anche sostenibile). Roberto Daneo ha tracciato i punti principali del dossier che cita personalità astigiane o comunque molto vicine al nostro territorio: da Papa Francesco a Vittorio Alfieri, senza dimenticare Paolo Conte, San Giovanni Bosco, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Giovanni Goria, Carlin Petrini, Giorgio Faletti, Bruno Gambarotta e Domenico Quirico.
I dieci sentieri culturali identificano le tappe di un anno, il 2025, che per Asti rappresenterà qualcosa di straordinario per il territorio, una torta su cui il riconoscimento a Capitale Italiana della Cultura può essere visto come la ciliegina. Nel 2025 ci saranno grandi eventi come il 750^ anniversario dalla corsa del primo Palio di Asti, la mostra “Coltivare il Nilo” in collaborazione con il Museo Egizio di Torino, un’altra alla Fondazione Asti Musei dedicata a Van Gogh, ma anche quelle sul pittore Guglielmo Caccia e sul regista Giovanni Pastrone. In aggiunta ci sarà il Premio Giorgio Faletti e la Maratona della Fraternità dedicata ai giovani.
Ed è bello che proprio dei giovani siano saliti sul palco per lanciare il logo della candidatura e addirittura una canzone rap che sarà la colonna sonora del contest. Si tratta della pittrice Veronica Fassio Sole e del rapper Luca Tomatis che ha cantato un suo testo “Asti25” su base di Chester Perry. I percorsi culturali sono stati coordinati, a seconda dei temi, da Donatella Gnetti, Maria Grazia Bologna, Marco Pesce, Mauro Carbone, Carlo Picchio e Francesco Marzo. Alla stesura del dossier hanno contribuito il dirigente del Comune Angelo Demarchis, Cristina Capra, Manuela Gianuzzi, Denise Passarino, Beppe Amico, Antonella Perosino, Simona Bottero e Barbara Molina.