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Luigia e Domenico
Attualità
Giornata della Memoria

Brandone: la famiglia che salvò i Luzzati dalla persecuzione ebrea

Quegli anni terribili nei ricordi di Teresa, ultima testimone oculare mancata poco tempo fa a 94 anni. La sua esperienza raccolta da Gianna Menabreaz

A 94 anni se ne è andata l’ultima testimone della famiglia Brandone che ospitò, fra Loazzolo e Cessole, negli anni della persecuzione ebrea, la famiglia Luzzati, sfollata da Genova, fra i quali si trovava anche Emanuele, quello che con il nomignolo di Lele divenne uno egli artisti più affermati del dopoguerra.

Le memorie di Teresa Brandone, prima dell’addio, erano state raccolte da Gianna Menabreaz di Canelli, appassionata custode della storia locale, e riportate nel libro “Fiori del Deserto – Testimonianze di Giusti fra le Nazioni”, Impressionigrafiche editore.

Teresa Brandone era figlia di due Giusti fra le Nazioni: Luigia e Domenico Brandone, genitori di sei figli, originari di Perletto ma trasferiti in regione Fogliano di Loazzolo dove conducevano una cascina a mezzadria particolarmente isolata.

Proprio questo isolamento aveva spinto il genero dei Brandone, Emilio Ambrostolo, uomo generoso e coraggioso, a chiedere l’aiuto degli suoceri per ospitare una famiglia di sfollati di Genova.

«Cercavano un rifugio sicuro – nel ricordo di Teresa Brandone – e pur avendo scoperto in un secondo tempo che si trattava di ebrei, mio cognato Emilio disse “male non fare, paura non avere”, il motto della sua vita. Erano parenti di Aroldo Luzzati, morto da poco, una personalità di Asti che vendeva cascine. A casa di Emilio c’erano già la moglie con la figlia minore di cui si era preso cura Guido Luzzati, fratello di Aroldo e padre di Lele, mentre noi avremmo ospitato Bianca, la figlia maggiore, sposata a Genova con l’avvocato Vittorio Tedeschi con la loro figlioletta Delia di tre anni».

I genitori di Teresa non ci pensarono su e aprirono la loro casa preparando per i “genovesi” la camera che era stata dei fratelli a quell’epoca in guerra.

«Nacque subito un grande affetto fra di noi. Quando si presentarono sulla porta di casa la piccola Delia piangeva e mia madre le diede del latte caldo. Noi ragazzine non facemmo mai parola di quei “parenti venuti dal mare” e mio padre scavò in fondo alla vigna una grotta tra i rovi e gli arboscelli che stavano sul dirupo affinchè, al minimo pericolo, potessero trovarvi rifugio due persone».

Ma in quella cascina di Loazzolo la guerra non sembrava più lontana nonostante Teresa Brandone avesse ricordi molto belli di quegli otto mesi in cui ospitarono Bianca, Delia e Vittorio.

«Appena arrivata Bianca mi consegnò un cofanetto pesante da custodire, segno della fiducia che riponeva in noi. Contribuirono sempre alle spese di casa e durante le lunghe serate invernali ci raccontarono la storia della famiglia Luzzati, dallo zio Riccardo onorevole della Camera dei Deputati alla nonna Sofia che era una dei diciassette figli di Salvador Boniforti De Benedetti e Dolcina Artom. Una stirpe di uomini e donne diventati illustri in tutti i campi, dalla medicina alla politica, dal teatro agli studi letterari, dall’imprenditoria alla finanza».

Fu proprio Guido, padre di Lele, a recuperare dei passaporti con nomi falsi per poter attraversare il confine con la Svizzera, paese che li accolse, salvi, fino alla fine della guerra. «Non avere più loro in casa nostra fu un grande dolore – confidò Teresa a Gianna Menabreaz – quando li vedemmo sparire dietro la curva, perfino mio padre corse nella vigna per nascondere le lacrime».

Bianca ebbe poi un’altra figlia oltre a Delia, Noemi, che in occasione della consegna della pergamena di “Giusti fra le Nazioni” scrisse una lunga e commovente lettera.

«Mio nonno, mio papà, mia mamma e mia sorella vennero salvati da Luigia e Domenico Brandone. Io sono nata dopo la guerra, non sono una sopravvissuta ma se non fosse stato per persone come i Brandone, anche io oggi non sarei qui in questo mondo. Di loro dice il Talmud che “chi salva una vita è come se salvasse il mondo intero”.

Teresa Brandone, 94 anni

Emilio Ambrostolo, cognato di Teresa

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