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Cronaca

Asti, dissequestrate 2200 mascherine ad un commerciante cinese

Non potevano essere considerate DPI, solo “mascherine generiche monouso” e dunque non necessitavano di certificazioni specifiche

Ricorso accolto dalla Camera di Commercio

La Camera di Commercio di Asti ha accolto il ricorso presentato da Chen Longjian, legale rappresentante del Keven Store di viale Pilone con il quale aveva chiesto la restituzione di 2200 mascherine che erano state sequestrate dalla Guardia di Finanza di Asti agli inizi di aprile.

Il sequestro era stato motivato da un’ipotesi di immissione sul mercato di Dpi privi della marcatura CE ma fin da subito Longjian si era opposto a tale accusa con motivazioni che sono state riassunte dall’avvocato Antonella Gallo nella richiesta di dissequestro.

Erano mascherine generiche, non DPI

I motivi che hanno portato la Camera di Commercio ad accogliere il ricorso si concentrano prevalentemente sull’assunto che quelle  prelevate dalla Finanza non erano mascherine chirurgiche, bensì generiche “mascherine filtranti monouso ad uso esclusivo della collettività” e pertanto non possono essere definite dispositivi medici né dispositivi di protezione individuale.

Non erano destinate alla vendita, sarebbero state regalate

Contestata anche l’accusa di “immissione sul mercato”. Il signor Longjian  ha invece sottolineato nel ricorso che gli scatoloni contenenti le mascherine erano stati prelevati dai finanzieri fuori dall’esercizio commerciale di viale Pilone ribadendo che non sarebbero neanche state commercializzate  ma donate ai negozi della zona, agli abitanti della zona di corso Alessandria, al Comune di Alba e di Asti come già avvenuto precedentemente (nella foto d’archivio la consegna di una prima fornitura al comune di Asti).

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