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Albergo etico compleanno 2023
Attualità
Intervista

Albergo etico, otto anni di crescita

Antonio De Benedetto, presidente dell’associazione che si occupa di inserire nel mondo del lavoro ragazzi disabili, racconta origini e sviluppo del progetto

E’ stato festeggiato recentemente, nella nuova sede di via Isnardi, l’ottavo compleanno dell’Albergo Etico. Ovvero, del progetto che nel 2015 aveva portato, in corso Cavallotti, ad inaugurare una struttura ricettiva che impiega addetti affetti da disabilità intellettiva.
L’anniversario è stato celebrato proponendo momenti di riflessione con numerosi relatori – tra cui, in collegamento da Kiev, l’ambasciatore d’Italia in Ucraina, Pier Francesco Zazo – chiamati a confrontarsi su due temi: pace e cultura dell’impresa sociale.
Presenti, in qualità di “padroni di casa”, Alex Toselli, presidente cooperativa Download Albergo Etico, e Antonio De Benedetto, presidente Associazione Albergo Etico Italia, che hanno anche aperto le porte dell’Accademia dell’Indipendenza presso la nuova sede.
Abbiamo approfondito il tema con Antonio De Benedetto.

Il progetto

Albergo Etico compie otto anni, ma le sue radici affondano anni prima…
Sì. La storia è nata nel 2006 quando, al ristorante Tacabanda che gestisco con mio fratello, è arrivato Niccolò Vallese, un ragazzo affetto da sindrome di Down, per uno stage organizzato dalla scuola alberghiera. La sua permanenza ci ha aperto le porte di un mondo che non conoscevamo. Notando la velocità della sua crescita a livello personale e professionale in quel periodo di tirocinio, infatti, ci siamo domandati le motivazioni. Abbiamo subito capito che quel segreto – basato sulla nostra volontà di far acquisirgli l’indipendenza – avrebbe potuto cambiare l’approccio con le persone affette da disabilità. Studiando e approfondendo il tema, abbiamo poi messo a punto il Metodo Download, basato sulla semplificazione delle regole di vita dei normodotati per renderle accessibili ai disabili. Il tutto attraverso l’acquisizione di una professionalità in campo alberghiero.
Quale il passo successivo?
La definizione dei luoghi su cui poggia il metodo: la casa del ragazzo disabile, dove è fondamentale l’appoggio della famiglia e dove deve cominciare l’integrazione; la rete degli Alberghi etici, ormai presenti in Italia e all’estero, dove i ragazzi imparano la professione e lavorano; e l’Accademia dell’indipendenza, attiva in via Isnardi.
Ce ne parli…
E’ aperta in quella sede da un anno e mezzo e finora, per quanto riguarda l’anno in corso, ha visto 14 ragazzi in formazione. I giovani, affetti da disabilità intellettiva, si gestiscono in modo autonomo, potendo contare sul controllo e aiuto telefonico da parte mia e delle famiglie. Frequentano un corso speciale promosso dall’Agenzia di formazione professionale Colline astigiane (scuola alberghiera), condotto da Ivan Cussotti e Giorgia Accossato, incentrato su cucina e rifacimento camere. Quindi, in sede, seguono attività sportive (judo, tai chi) e sviluppano capacità relazionali grazie anche alla presenza di ragazzi che si sono già formati all’Albergo etico, come Niccolò Vallese, che ci aiutano in questa forma di “educazione alla pari”.
Il periodo di formazione all’accademia infatti, è proprio volto a far sì che i ragazzi diventino indipendenti e siano in grado di lavorare e relazionarsi con gli altri.

L’inserimento nel mondo del lavoro

Cosa succede quando i ragazzi terminano la formazione?
L’obiettivo è inserirli nel mondo del lavoro. Ad esempio, coloro che hanno frequentato l’accademia l’anno scorso, provenienti da varie zone d’Italia, sono attualmente impiegati al bar dell’Esselunga di Genova, negli Alberghi etici di Cesenatico e Fénis e alla reception della sede della Cassa depositi e prestiti di Roma, dove i ragazzi si erano fatti conoscere in occasione della preparazione di un buffet. Le porte dell’accademia, comunque, sono sempre aperte, perché spesso i ragazzi hanno bisogno di un “ripasso”.
Come si può sintetizzare la filosofia alla base del metodo Download?
Riteniamo che la disabilità non sia un problema. Semplificando al massimo, dimostriamo che, grazie ad un sistema informativo rapido e veloce tramite cellulare, i ragazzi siano in grado di muoversi in autonomia. Per questo li facciamo esercitare nel fine settimana a viaggiare in treno per tornare a casa, anche se scioperi e interruzioni delle linee ci possono causare molti problemi.

I risultati

Cosa le ha dato finora questa esperienza?
Stando a contatto con questi ragazzi mi sono reso conto che hanno un ruolo nella società: diffondono un messaggio di pace, inclusione e coraggio.
Prima ha accennato agli Alberghi etici di altre località italiane. In questi otto anni è nata una “rete” di strutture ricettive?
Sì, in quanto siamo stati contattati da associazioni, istituzioni o fondazioni bancarie interessate al nostro progetto. Attualmente sono aperti a Fénis, Cesenatico, Roma, oltre che in Australia. Prossimamente dovrebbero aprire in Albania, a Betlemme e in Argentina.
E ad Asti?
Speriamo di riuscire a riaprirlo nella nuova sede per settembre. In quella precedente avevamo 20 camere; qui cominceremo ad aprirne alcune, poi, in base ai fondi a disposizione, aumenteremo il numero. Riteniamo infatti che questa sede abbia grandi potenzialità, dato che è collocata nell’area museale e ha a disposizione due ampi giardini, di cui uno pensile.
Tra Alberghi etici e accademia, in questi otto anni si è creato un sistema di riferimento per i giovani…
Sì, in grado di coinvolgere circa 150 ragazzi nel mondo, che a loro volta sono “in rete” tra loro, sapendo che possono sempre contare sui compagni.

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