Cerca
Close this search box.
n
Attualità
Giornata della Memoria

Asti, chi sono i militari internati astigiani nei campi di concentramento premiati con medaglia d’onore

Stamattina consegnate 10 medaglie d’onore a figli e nipoti di quei soldati che preferirono la reclusione al combattimento a fianco dei nazisti

Erano tutti giovani, quando vissero la terribile esperienza della reclusione nei campi di lavoro tedeschi. Sono i soldati astigiani cui stamattina è stata consegnata la medaglia d’onore alla memoria, consegnata a figli, nipoti, cugini. Molti di loro sono originari di Castell’Alfero e non è la prima occasione in cui avviene il riconoscimento del loro sacrificio. Qualcuno di loro in quei campi lasciò la vita, altri tornarono gravemente minati nella salute, tutti i sopravvissuti si portarono dentro cicatrici morali fino alla morte.

Nelle brevi schede preparate per ognuno di loro, emergono due dati comuni: la loro grandissima difficoltà a raccontare ciò che vissero durante gli anni di internamento e la paura, per chi è riuscito a ritornare a casa, di non essere riconosciuto da genitori e il resto della famiglia, per quanto il loro fisico era stato devastato dalle privazioni indicibili cui era stato sottoposto.

La ricerca dei loro nomi non è ancora terminata, perchè sono ancora numerosi gli internati militari astigiani da ricordare ed insignire; un lavoro che vede in prima linea la Federazione di Asti del Nastro Azzurro, guidata da Marco Montagnani e l’Associazione nazionale Alpini, sempre sezione di Asti, che ha in Nando Del Raso uno dei suoi iscritti più attivi in tale ricerca.

Stamattina è stato ricordato anche uno dei pochissimi sopravvissuti ancora viventi, Pietro Rolando, ex alpino, che l’anno scorso venne intervistato dal giornalista Beppe Rovera. Qui il video del suo racconto.

Di seguito le schede di ogni militare ricordato questa mattina e il nome del parente che ha ritirato la medaglia.

 

EUGENIO CUSSOTTO

Nato a Castell’Alfero il 4 ottobre 1920, Eugenio Cussotto fu fuciliere nel 3° Reggimento Alpini Btg. Fenestrelle. Impegnato in Montenegro, dopo l’8 settembre si diede alla macchia ma venne catturato durante un rastrellamento tedesco e fu internato in Germania. Durante la prigionia venne obbligato a lavorare in una fabbrica come vagoniere e poi presso un campo di aviazione. Liberato dalle truppe alleate fece rientro in Patria nel settembre 1945. Solo negli ultimi anni della sua vita riuscì a parlare del suo vissuto da internato. Ai familiari raccontò che i pasti migliori erano fatti di pane secco e bucce di patate che gli venivano offerti da un ufficiale tedesco. Ritira la Medaglia d’Onore il cugino Pietro Paolo Cussotto affiancato dal sindaco di Calliano Monferrato, Paolo Belluardo.

 

 PIETRO DADONE

Nato a Castell’Alfero il 28 settembre 1920, Pietro Dadone fu effettivo al 1° Battaglione Mitraglieri del 92° Fanteria Mobile. Venne catturato dai tedeschi in Francia mentre si trovava in caserma con gli altri commilitoni. Internato in Germania, fu costretto a lavorare duramente in miniera e rimuovendo macerie. Liberato dalle Forze Armate Alleate, fece rientro in Italia nell’agosto del 1945.

Tornato in Patria, il Sig. Pietro si sposò, ebbe un figlio e visse serenamente lavorando come contadino. Sovente ricordava il duro periodo della prigionia ed in particolare i sacrifici e i patimenti sofferti dai nostri soldati in quei giorni.

I suoi familiari lo ricordano per il suo coraggio e la sua rettitudine. Medaglia ritirata dal figlio, Valter Dadone con il sindaco di Castell’Alfero Elisa Amerio.

 

ALFREDO GALARDO

Nato ad Odalengo Grande il 9 maggio 1910, Alfredo Galardo fu effettivo al 36° Reggimento Artiglieria Forlì. Nella campagna di Albania ricevette il distintivo offerto dal governo albanese per aver partecipato alle operazioni di guerra sul fronte Albano-Greco-Jugoslavo dal 28 ottobre 1940 al 23 aprile 1941. Venne catturato l’8 settembre dai tedeschi in Albania ed internato in Germania fino alla liberazione nel 1945. La prigionia fu per lui meno tremenda perché ebbe in sorte di poter lavorare in un’azienda agricola, non patendo mai la fame. Medaglia ritirata dal figlio, Sergio Galardo insieme al sindaco di Asti, Maurizio Rasero.

 

 LUIGI GEROLLA

Nato a Castell’Alfero il 17 settembre 1922, Luigi Gerolla fu effettivo al 2° Battaglione Carabinieri Mobilitato. Catturato dai tedeschi ad Atene, fu internato in Germania, riuscendo a fare rientro in Patria solo nel gennaio 1946. Era solito raccontare le traversie del suo ritorno a casa e di sua madre che, quando lo vide non lo riconobbe, per quanto era sporco e magro, e lo cacciò via con la scopa. Il giovane Luigi dovette faticare parecchio per convincerla di essere suo figlio. Ha ritirato la Medaglia la figlia Donatella Gerolla vicino al sindaco Rasero.

 

VILMO MASCHIO

Nato a Mongardino il 27 febbraio 1924, Vilmo Maschio fu effettivo al 291° Reggimento Fanteria Zara. Catturato dai tedeschi in Dalmazia, fu internato in Germania. Rientrò in Patria nell’agosto 1945, debilitato e magrissimo, tanto che sia i genitori che le quattro sorelle lo riconobbero a stento.

Grazie alle amorevoli cure della sua famiglia e, soprattutto, della sua amata mamma Angela, recuperò le forze. In breve tempo, divenne dirigente di un’azienda metalmeccanica e conobbe la sua futura sposa Teresa.

Per tutta la vita coltivò due grandi passioni: la musica e la pittura, passioni che trasmise, attraverso l’insegnamento, a molti bambini e ragazzi. E’ stato il nipote, Flavio Pia, a ritirare la medaglia accompagnato dal sindaco Elisa Amerio.

 

GUIDO NEGRO

Nato a Castell’Alfero il 5 aprile 1912, Guido Negro partì per il fronte nel 1942, lasciando al paese la giovane moglie in stato interessante. Partecipò alla Campagna di Spagna del 1942 e fu insignito della Medaglia di Benemerenza, Medaglia Commemorativa e Croce al Merito di Guerra (con l’autorizzazione di fregiarsi delle tre stellette sul nastrino della Campagna). Fu poi effettivo al 412° Battaglione Costiero Pola. Venne catturato dai tedeschi il 14 settembre a Pola ed internato in Germania. In prigionia lavorò come bracciante agricolo. Fece rientro in Italia nell’agosto 1945, dopo un viaggio estenuante di 3 giorni su un treno merci, senza cibo e con poca acqua. Al suo arrivo ad Asti ricevette una mela ed un pezzo di pane e proseguì per Castell’Alfero dove finalmente poté riabbracciare la moglie e vedere per la prima volta la figlioletta che aveva ormai 3 anni. Medaglia ritirata dalla figlia Fede Pia Negro con Elisa Amerio.

 

 CARLO PIPPIONE

Nato a Castell’Alfero il 18 agosto 1918, Carlo Pippione fu effettivo al Battaglione Monterosa del 3° Reggimento Alpini. Venne catturato dai tedeschi il 9 settembre 1943 a Grenoble ed internato in Francia. Rimase prigioniero dei tedeschi fino alla liberazione da parte delle Forze Armate Alleate. Dopo la guerra condusse una vita tranquilla, in famiglia coi suoi fratelli, lavorando in campagna. Ha sempre parlato poco del periodo della prigionia. Ha ritirato la Medaglia il nipote Mario Puppione, sempre affiancato dal sindaco Elisa Amerio.

 

SERGIO SURANO

Nato a Loazzolo il 1° giugno 1923, Sergio SURANO fece parte del 18° Reggimento Fanteria Divisione Acqui. Mentre era di stanza a Corfù (Grecia), il 29 settembre 1943 fu catturato dai tedeschi. Il giovane Sergio, fatto prigioniero, venne imbarcato su una nave che affondò durante il viaggio e fu salvato da un sacerdote, Don Falqui Lulli, che lo aiutò a raggiungere la riva, sostenendolo con tutte le sue forze, perché lui non sapeva nuotare. Successivamente venne condotto in Ucraina e costretto a lavorare per le truppe tedesche nella costruzione di binari ferroviari. Alla fine della guerra, sebbene fosse stato ferito a Varsavia, riuscì a tornare a casa, a piedi, come tanti altri prigionieri. La Guerra e la prigionia lo segnarono profondamente, tanto che raramente raccontava le esperienze vissute in quel periodo e, quando lo faceva, la rabbia prendeva il sopravvento. Solo un episodio citava spesso: quello in cui raccontava di aver bollito nella gavetta, per ore, una pietra, scambiata per una patata congelata. Medaglia ritirata dal figlio Giovanni Surano accompagnato dal sindaco di Loazzolo Stefano Reggio.

 

FERDINANDO TOSELLO

Nato a Trevignano, in provincia di Treviso, il 10 luglio 1919, Ferdinando Tosello si trasferì in Piemonte appena quattordicenne per lavorare come garzone. Nel 1939 fu chiamato alle armi presso il 3° Reggimento Alpini di Pinerolo. Impegnato in Albania, il 14 settembre 1943 fu catturato dai tedeschi ed internato. Rimase prigioniero per due anni, fino alla liberazione da parte degli alleati. Dopo la guerra, si sposò e si trasferì con la famiglia a Torino per lavorare alla FIAT. A chi gli chiedeva dei tragici giorni della prigionia rispondeva di ritenersi fortunato di essere ancora vivo. Fu un uomo semplice ed onesto, sempre orgoglioso di essere un Alpino. A ritirare la Medaglia il figlio Francesco Tosello affiancato dal sindaco Rasero.

 

SECONDO VIARENGO

Nato ad Asti il 23 dicembre 1923, Secondo Viarengo fu mitragliere nel Battaglione San Marco. Il 9 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi, mentre si trovava nei pressi di Pola con il suo Battaglione, ed internato. Rimase prigioniero dei tedeschi fino alla liberazione da parte delle Forze Armate Alleate nel 1945. Dopo il rientro in Patria, al figlio che gli chiedeva di quei giorni, era solito rispondere: “Speriamo che non capiti mai più”. Ritiro della medaglia da parte della nipote Piera Viarengo accompagnata dal sindaco Rasero.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale