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Mario Malandrone e Luca Piovanotto
Attualità
La querelle

Autolavaggio abusivo, parla l’imprenditore: «Il Comune non mi ha fatto un favore a tenermi 12 anni senza titolo»

Luca Piovanotto, proprietario dell’attività di via Pisa “abusiva” da 12 anni, risponde al vicesindaco Morra: «Dal Comune una mancanza di rispetto per il lavoro»

Ancora nessuna schiarita sull’incredibile caso dell’autolavaggio di via Pisa, ad Asti, abusivo da oltre 12 anni in un terreno del Comune e il cui titolare, che fino a pochi mesi fa ha sempre pagato l’affitto dell’area, pur essendo un occupante senza titolo e che ancora oggi continua a sostenere le utenze, le spese vive, le tasse locali e la pulizia di tutta la zona, chiede al Comune di affrontare la questione per risolverla una volta per tutte.

L’occupante senza titolo, Luca Piovanotto, titolare dell’autolavaggio, è rimasto stupefatto dalle risposte del vicesindaco Stefania Morra all’interpellanza del consigliere comunale Mario Malandrone che ha voluto portare il caso dell’autolavaggio all’attenzione dell’amministrazione Rasero.

«Negli anni il Comune ha consentito all’imprenditore, che ha sempre continuato a manifestare la volontà di acquistare l’area di suo utilizzo, di mantenere l’attività in regime di occupazione temporanea senza titolo formale, – ha risposto l’assessore Morra – comunque dietro corrispettivo di un canone pari a quello concordato in fase di concessione (attualmente in fase di morosità per il mancato pagamento delle mensilità pin recenti), con la sola rivalutazione annuale ISTAT, anche nell’intendimento di trovare un punto di equilibrio economico soddisfacente per l’amministrazione tra il prezzo fatto stimare dal Comune stesso, e quello offerto dall’interessato (circa il 30%)».

«Chiederò un accesso agli atti per sapere il valore stimato dalla perizia asseverata»

Ma la versione di Piovanotto non è la stessa che emerge dalla risposta all’interpellanza. «Il Comune di Asti, come sostiene, non mi ha fatto nessun favore nel lasciarmi per 12 anni come occupante senza titolo – replica – Perché nessun altro imprenditore sarebbe subentrato alle mie stesse condizioni. Perciò nei 12 anni senza titolo ho fatto incassare al Comune più di 150 mila euro, ho tenuto pulita e bonificato l’intera area, ma non avendo alcun titolo non ho potuto effettuare migliorie. Non ho potuto predisporre un piano di efficientamento energetico, come installare un fotovoltaico, sostenendo così spese superiori per oltre 20 mila euro, né ho potuto vendere l’attività, non avendo alcun titolo di occupazione, perdendoci 160 mila euro».

«Solo con una perizia asseverata sul valore dell’area di pertinenza dall’autolavaggio, depositata al Tribunale a settembre 2023, – continua Piovanotto – avrei potuto partecipare a un bando per l’acquisto del terreno, ma peccato che poi il Comune abbia cambiato idea riaccorpando l’area dell’attività con quella, a un livello superiore, annessa all’ex Mercato Ortofrutticolo. Per questo chiederò, tramite legale, l’accesso agli atti per vedere quale fosse il valore della perizia, pagata con i soldi pubblici. Nessuno, in oltre 12 anni, mi hai mai comunicato quanto avrei dovuto pagare per acquistare il solo terreno della mia attività».

Nella sua replica all’interpellanza, il vicesindaco ha ribadito che «Piovanotto non ha mai accettato il prezzo proposto dall’amministrazione comunale, nonostante ciò non gli è stata inviata nessuna notifica definitiva di sgombero dell’area, che pure sarebbe stata più che lecita, sia per non creare un danno economico all’attività, sia nella fiducia che l’imprenditore avrebbe fatto, come più volte da lui stesso esplicitato, un’offerta più vicina alla valutazione del Comune».

Ne è nato, di fatto, uno stallo alla messicana dove entrambe le parti hanno atteso qualcosa che non si è mai verificato. Per Piovanotto l’atteggiamento del Comune gli avrebbe però causato più danni che vantaggi, mentre per il consigliere comunale Malandrone «si è creato un danno a un imprenditore che non può vendere, al quale viene offerto di comprare un terreno che non gli serve e che rimane bloccato in una situazione indefinita nella quale non ha potuto rimodernane, né cedere a terzi anche fosse stato stufo delle scelte operate dall’amministrazione».

Non solo autolavaggio, Malandrone interviene anche sul caso di “Callianetto Salumi”

Un caso limite, quello dell’autolavaggio, ma per certi versi collegato a quello del “Callianetto Salumi” il cui titolare, Fabio Lovisone, era subentrato a una precedente convenzione con il Comune per occupare parte dell’ex Ortofrutticolo ottenendo, dichiara lui, precise garanzie che non sarebbe stato mandato via prima della scadenza della stessa (gennaio 2030). Solo dopo ha saputo che l’immobile è prossimo alla vendita all’asta e già inserito, da tempo, nel piano delle alienazioni del Comune.

«È sacrosanta la delusione dell’imprenditore di “Callianetto Salumi” – continua Malandrone – A settembre gli si fa fare un investimento, a parole (per me politicamente le rassicurazioni politiche a parole comunque valgono) gli si prospetta un futuro, sono state innumerevoli le occasioni di confronto con assessori e, parallelamente, si lavora a un cambio di destinazione e a una variante che manda in fumo il suo investimento. Deluso? Certo e anche danneggiato. Ma come ci si fa ancora a fidare di questi politici?»

«La politica che dovrebbe essere dalla parte del cittadino /imprenditore, – conclude con delusione Piovanotto – La stessa che non si è mai degnata di chiamarmi, dopo gli ultimi avvenimenti, per confrontarsi e tentare di risolvere il caso. È questo atteggiamento che dà ancora più fastidio, questa mancanza di rispetto per il lavoro e di assordante silenzio, nonostante questi politici gestiscano un bene pubblico. Quindi torno a chiedere agli amministratori comunali: cosa intendete fare?»

[nella foto il consigliere Malandrone e l’imprenditore Piovanotto]

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