Viaggio nella memoria con Fenoglio e Pavese
Per la serie viaggiare restando a casa, un itinerario che avremmo potuto fare tra il 25 aprile e 1 maggio, proviamo a tracciare un percorso ideale tra alcuni luoghi della memoria di Astigiano e Monferrato particolarmente legati a queste due date. Inevitabile partire da dove ci siamo lasciati la settimana scorsa: lo studio-museo di Volpedo nell’alessandrina Val Curone dove visse e lavorò Giuseppe Pellizza, autore del famosissimo “Quarto Stato” oggi conservato nella sede del Consiglio regionale di Palazzo Lascaris: il dipinto simbolo della voglia di riscatto dei lavoratori e degli ideali socialisti a cavallo tra otto e novecento. Per approfondimenti e future visite: www.pellizza.it.
In Val Borbera
Da Volpedo facile scollinare in Val Borbera nei luoghi della battaglia del Pertuso, in comune di Catalupo Ligure, dell’agosto ’44 e dove, nel febbraio ‘45, fu trucidato dai tedeschi il partigiano russo Fedor Politaev. Episodio ricordato nel luglio anche da Mikail Gorbaciov accompagnato in visita a questi luoghi dal giornalista Giulietto Chiesa, acquese di nascita, ma originario di Carrega Ligure, scomparso nei giorni scorsi. Da segnalare in zona, tra le manifestazioni annullate ma tenute vive in rete la Bio-Fiera di Primavera di Sisola in Val Borbera a sostegno dei piccoli produttori (info. 3397320065).
I Sentieri della Liberta’
Ricca in quest’area la rete dei Sentieri della Libertà, percorsi sui luoghi della memoria tracciati dall’Istituto storico della Resistenza di Alessandria (www.isral.it). Imperdibile poi una puntata alla Benedicta, in Comune di Voltaggio, fin sulle alture alle spalle di Genova: tra memoria del massacro dell’aprile ‘44 e bellezze naturalistiche del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo.
A Nizza Monferrato
Dall’alessandrino facciamo un lungo balzo nell’Astigiano per approdare a Nizza Monferrato e a colline e paesi della Repubblica partigiana dell’Alto Monferrato e poi a Vinchio, area protetta della Val Sarmassa e ai luoghi della memoria legata anche alle opere letterarie di Davide Lajolo “Ulisse”.
Da Mongardino a Portacomaro
Quindi Mongardino, oppure Rocca d’Arazzo e, passando alla sponda sinistra del Tanaro, Castello d’Annone, Scurzolengo e Portacomaro; tutti paesi che hanno vissuto tragedie e nei quali è facilissimo imbattersi in targhe e lapidi che ricordano la ferocia vissuta in quegli anni, in cui però a distanza di tanti anni non è ancora stato tracciato alcun percorso della memoria.
La battaglia di Montemagno
Come sarebbe importante fare anche per Montemagno, Viarigi o Grana Monferrato, area in cui si combatte, a ridosso della Liberazione quella che nei libri di storia viene chiamata la Battaglia di Montemagno del 19 aprile ‘45. Battaglia cui partecipò, con gli uomini del mitico comandante Tek Tek di Grana Monferrato, pure Beppe Fenoglio, che fu anche a Cisterna d’Asti dove incontrò per la prima volta gli inglesi del Maggiore Adrian Hope. Beppe Fenoglio, partigiano autonomo ufficiale di collegamento con gli inglesi, in Monferrato prima di raggiungere Milano per la Liberazione.
Una storia da scrivere
Una storia quasi tutta ancora da scrivere: “una storia obnubilata dalla successiva assunzione delle Langhe native ad una assolutezza poetica e morale” scriveva qualche anno fa (8/10/2015) Lorenzo Mondo su La Stampa. Infine Crea, sulle tracce di Cesare Pavese monferrino al tempo della Resistenza. Scrive Franco Ferrarotti, sociologo olivettiano, in “Al Santuario con Pavese” (EDB, 2016): “Io ero un “gappista” sbandato e a tempo perso un “cane sciolto”.
Confinato per antifascismo
Lui, già grande ai miei occhi e confinato per antifascismo, era un imboscato in quel di Casal Monferrato, fra il Po e le colline di Ozzano, oscillante tra un monosillabo e l’altro, incerto sul che fare, se darsi in pieno alla militanza antifascista e partecipare direttamente alla Resistenza o starsene in disparte.
Pavese e la riscoperta della fede
Poi, Ferrarotti, nato a Palazzolo Vercellese nel ’26 ma di famiglia di Robella d’Asti, raccontando dei loro scambi di lettere, della loro amicizia e degli incontri a Serralunga aggiunge: “Negli anni più duri della Resistenza, nel 1943-1944, è probabile che al Santuario di Crea, nel Monferrato, Cesare Pavese abbia cercato conforto nella religione degli antichi padri. Credo che abbia anche fatto la comunione, forse in uno di quegli improvvisi non resistibili ritorni di fiamma della fede degli anni dell’infanzia.” Sono anche stavolta solo un po’ di appunti, niente più, per viaggiare con la fantasia tra storie di bellezza, tutte ancora da raccontare. Usiamo questo tempo sospeso come un ricco pit stop ideale per rifornirci di voglia di conoscere meglio questo nostro grande Monferrato che ci riserva ad ogni curva una sorpresa.
Andrea Cerrato