Luca Robino ha 28 anni, una laurea in agraria, la passione per la terra ereditata dal papà, viticoltore per hobby, e rientra in quella categoria di giovani che hanno scelto di fare
Luca Robino ha 28 anni, una laurea in agraria, la passione per la terra ereditata dal papà, viticoltore per hobby, e rientra in quella categoria di giovani che hanno scelto di fare dell'agricoltura il loro mestiere. Nel 2009, grazie a contributi europei ha avviato l'azienda agricola "Ciabot", che comprende un allevamento di maiali allo stato brado, un ettaro e mezzo di vigneto e un ettaro di meleto dai quali ricava salumi, vino e sidro di mela, una bevanda a bassa gradazione alcolica (6°), secca o dolce (con l'aggiunta di zucchero), ricavata dalla fermentazione del succo di mela. Oltre ai salumi, produce 10 ettolitri di sidro e poco meno di 20 ettolitri di vino che vende direttamente al consumatore grazie ai mercati di "Campagna Amica" ad Asti e a Torino e al portale "L'Alveare che dice Sì": una piattaforma di acquisto online in cui si incontrano produttori e consumatori e i pagamenti avvengono tramite bonifico.
«L'idea è nata in Francia, ha avuto molto successo e così lo scorso novembre tre ragazzi di Torino hanno deciso di importarla in Italia» racconta. Studio, passione e un pizzico di tecnologia hanno trasformato un piccolo progetto in una fonte di reddito, ma non è stato subito così. «Non sono partito proprio da zero, ma quasi: c'era solo la vigna. Ci sono voluti un paio d'anni per completare i lavori di ristrutturazione della cascina che avrebbe dovuto ospitare depositi e laboratori per ciascuna delle tre produzione che ho deciso di intraprendere -? spiega Luca – Forse se avessi scelto di concentrarmi su una singola produzione avrei fatto più in fretta, ma sono comunque convinto che nel lungo periodo differenziarsi porti dei vantaggi.
I contributi per l'ammodernamento e l'insediamento giovani in agricoltura sono stati fondamentali, perché hanno coperto quasi metà dell'investimento e mi hanno permesso di mettere in piedi la produzione in tempi discretamente brevi, la cosa più difficile, è stata trovare i canali di vendita giusti. Per quanto riguarda il lato pratico poco alla volta si impara. I miei genitori mi aiutano nella vendemmia e nelle settimane che seguono la macellazione, l'unico passaggio che non eseguo personalmente, ma affido al macello che c'è qui in paese, le altre operazioni riesco a gestirle da solo: allevo i maiali allo stato brado in un terreno di un ettaro e mezzo recintato in cui hanno un abbeveratoio e una casetta in cui possono ripararsi dalla pioggia e dal freddo, produco io stesso le granaglie per la loro alimentazione e confeziono i salumi che poi lascio stagionare e vendo al mercato».
m.b.