Attesissima l'udienza di stamattina, poco prima di mezzogiorno di fronte al Gup Giannone che dovrà decidere se ammettere un nutrito gruppo di parti civili nel procedimento a carico dell'ex
Attesissima l'udienza di stamattina, poco prima di mezzogiorno di fronte al Gup Giannone che dovrà decidere se ammettere un nutrito gruppo di parti civili nel procedimento a carico dell'ex direttore dell'Atc di Asti Pierino Santoro e, subito dopo, se accettare la richiesta di patteggiamento avanzata dal suo difensore, l'avvocato Mirate. Di sicuro, le parti civili che saranno ammesse, si opporranno ad una ipotesi di patteggiamento a 4 anni che, con l'indulto, metterebbero l'ex direttore al riparo dalla detenzione in carcere.
A sostenere la contrarietà a questa soluzione ritenuta troppo accomodante ci sono intercettazioni, deposizioni e altri atti contenuti nel nutrito fascicolo di inchiesta predisposto dalla Guardia di Finanza dall'indomani della scoperta dei primi ammanchi fino a quantificare una decina di milioni di euro il totale sottratto alle casse dell'Atc. Secondo i difensori delle parti civili che domattina si costituiranno (Atc, Comune di Asti, Regione, Coordinamento Asti Est, Cgil, l'ex assessore Verrua oltre a svariati comuni astigiani sedi di case popolari) dalla lettura degli atti emergerebbe un comportamento di Santoro che non gli farebbe meritare un trattamento giudiziario quale quello chiesto.
L'avvocato Mirate, dal canto suo, non rilascia commenti e rimanda tutto all'appuntamento di oggi e confidando solo che probabilmente il suo assistito non sarà presente all'udienza. A corollario dell'udienza di questa mattina vi è una iniziativa a metà fra la protesta e la goliardia indetta da un sedicente Comitato Spontaneo dei Cittadini. In un volantino diffuso ieri annuncia di aver organizzato per domenica, dalle 15 una "caccia al tesoro lungo il Tanaro" alla ricerca di un bel gruzzoletto. Il riferimento è ad una intercettazione dello stesso Santoro secondo la quale lui stesso avrebbe riferito al telefono con la madre di aver gettato dal ponte sul Tanaro di corso Savona una busta con 500 mila euro. Gradita un'offerta simbolica da devolvere alla mensa sociale che sfama gli emarginati cittadini.
Più seria la polemica in Valle Belbo dove i due principali centri, Nizza e Canelli, che dopo il capoluogo astigiano annoverano il maggior numero di alloggi popolari, hanno deciso di non costituirsi parte civile. A Nizza il sindaco Pesce (presidente dell'Atc per cinque dei dieci anni presi in considerazione dall'inchiesta) replica con un semplice: «Non abbiamo ritenuto di costituirci». Gabusi, primo cittadino di Canelli, sostiene invece l'inutilità di tale atto perchè comunque non porterebbe alcun risarcimento alle casse del comune. Il processo, per ironia della sorte, arriva il giorno dopo la riorganizzazione delle Atc approvata dalla Regione Piemonte. Le agenzie passano da 7 a 3 e quella di Asti viene accorpata con quelle di Alessandria e Cuneo.
Daniela Peira