«Le persone vengano considerate delle risorse, perché non ci sia più tanta disoccupazione, e le criticità delle opportunità. Cristo stesso ha vissuto la criticità della morte, che è divenuta
«Le persone vengano considerate delle risorse, perché non ci sia più tanta disoccupazione, e le criticità delle opportunità. Cristo stesso ha vissuto la criticità della morte, che è divenuta opportunità di redenzione. Gesù è veramente colui che ci ha voluto bene. Che possiamo quindi sentirlo davvero amico e vicino!». Questo l'augurio a tutti gli astigiani da parte del vescovo monsignor Francesco Ravinale, in vista della Pasqua imminente, che si festeggerà domenica.
Com'è noto, la ricorrenza cristiana celebra la risurrezione di Gesù, avvenuta il terzo giorno successivo alla morte in croce, e l'instaurazione della Nuova Alleanza con Dio. Attraverso la Passione, infatti, Cristo si è immolato per l'uomo, che ha così riscattato dal peccato. Pur presentando legami con la Pasqua ebraica (che ricorda la liberazione degli ebrei dall'Egitto), quella cristiana acquisisce un nuovo significato, indicando il passaggio a una nuova vita per gli uomini, liberati appunto dal peccato con il sacrificio di Gesù sulla croce e chiamati a risorgere con Lui. In preparazione e attesa della ricorrenza pasquale, sono tanti gli appuntamenti religiosi, che precedono la festività durante la Settimana Santa. Tra queste, occupa un posto di rilievo, riscuotendo da sempre grande partecipazione, la Via Crucis (dal latino, Via della Croce), che il Venerdì Santo, ricostruisce e commemora il percorso doloroso di Cristo, mentre si avvia alla crocifissione sul monte Golgota. Il rito rappresenta un momento di preghiera, di riflessione e un cammino penitenziale. La sua tradizione viene fatta risalire da alcuni alle visite di Maria presso i luoghi della Passione di Gesù a Gerusalemme, anche se la maggior parte degli storici ne attribuisce l'inizio a Francesco d'Assisi o alla tradizione francescana.
Quest'anno, la tradizionale Via Crucis cittadina, si svolgerà appunto venerdì, dalle 21, con partenza dal santuario di San Giuseppe, in corso Alfieri 384, e arrivo alla parrocchia di San Paolo, in via Cavour (in caso di pioggia la funzione avrà luogo in San Paolo). «Le varie stazioni della Via Crucis -? fa sapere don Vittorio Croce, vicario generale della Diocesi di Asti -? toccheranno tutti i principali temi di attualità, con riferimenti, ad esempio, alla povertà, alla malattia, all'emigrazione. In particolare, ci si concentrerà però sulla crisi economica e del lavoro, considerato, tra l'altro, che la Caritas non ha più fondi sufficienti per rispondere alle domande di aiuto, in continua crescita. Senza tralasciare naturalmente problemi di carattere e respiro internazionale, come la fame nel mondo, i conflitti e le guerre.» In primo piano anche il tema delle persecuzioni religiose contro i cristiani. «Dal punto di vista numerico ?- riferisce don Croce -? non ci sono mai stati tanti martiri quanti nel ventesimo secolo. Numeri che sono peggiorati nel primo quindicennio del ventunesimo secolo, tant'è che il cristianesimo risulta la confessione religiosa più perseguitata, per la crescita dei gruppi fondamentalisti islamici. Come aveva detto Papa Giovanni Paolo II ("una guerra in Medio Oriente creerà conflitti tra Islam e Cristianesimo"). E ora sta succedendo.»
Quindi, don Croce invita «ad essere costruttori di pace, a partire dal proprio ambiente. Considerando – ? annota ?- sotto un profilo anche politico, che l'Europa non è un ingombro ma un "miracolo," da non mettere in dubbio, e che perciò bisogna superare gli egoismi regionalisti e nazionalisti. Il tutto deve poi essere affiancato dall'impegno personale del perdono e della solidarietà, verso il prossimo e chi ci circonda. Gesù Cristo -? aggiunge -? morendo ingiustamente in Croce, come vittima di violenza, ha fatto pace tra ebrei e pagani, perché ha vinto in se stesso l'inimicizia e l'odio, superando e perdonando così il male. Ecco il messaggio centrale, dal punto di vista politico e personale, di tutti questi giorni.» Ma perché il rito della Via Crucis è così sentito dai fedeli? «Come frequentazione -? spiega don Croce -? il Venerdì Santo è paragonabile al Natale, perché ci fa vedere Gesù più vicino: di fronte, infatti, alla nascita di un bambino, così come al dolore ingiusto, nessuno resta indifferente o insensibile, anche i meno preparati. Nello specifico, la rievocazione in costume della Via Crucis permette di esaltare al massimo la ricostruzione storica, sia favorendo di quest'ultima una migliore comprensione sia suscitando curiosità per determinati aspetti e quindi inducendo a leggere il Vangelo.»
Al riguardo, è in programma venerdì sera, dalle 21, ad Antignano, la 26esima edizione della Via Crucis in costume: come da tradizione, il paese sarà adattato per riprodurre gli ambienti in cui si svolse il dramma della crocifissione di Gesù. Si è invece svolta già venerdì scorso la rappresentazione storica della Via Crucis a Viale, per ricordare la Passione di Cristo. Com'è consuetudine, i vialesi si sono cimentati nella veste di attori, interpretando alcuni dei ruoli principali nell'ambito della manifestazione.
Manuela Zoccola