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Nicola Zingaretti e Paolo Furia
Attualità

Nicola Zingaretti ad Asti: «Mi rivolgo anche ai 5 Stelle delusi»

Con un occhio agli elettori pentastellati delusi per le politiche giallo-verdi, Zingaretti ha parlato dei grandi temi nazionali e illustrato la sua idea di partito

La tappa astigiana dal candidato alla Segreteria del PD

«Io sono ossessionato dalla necessità di parlare con tutti gli ex elettori e militanti che hanno votato il Movimento Cinque Stelle». Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e in corsa per la Segreteria nazionale del Partito Democratico, è stato ad Asti mercoledì pomeriggio durante un incontro organizzato al Centro Culturale San Secondo.

Zingaretti ha affrontato vari temi nazionali nel suo intervento, ma prima di prendere la parola ha anche ascoltato due testimonianze locali, quelle di Franca Penna dell’associazione Auser e quella di Elena Accossato, 23 anni, studentessa e giovanissima coordinatrice del circolo PD di Villanova.

L’incontro astigiano con il candidato Zingaretti è stato introdotto da Michele Miravalle e nello stesso si è registrata la prima uscita astigiana del nuovo Segretario Regionale Paolo Furia. Tra i presenti, volti nuovi e non del PD astigiano che, come nel resto del Paese, si è messo al lavoro in vista dei prossimi appuntamenti elettorali del 2019: le elezioni regionali e le europee, due momenti importanti per capire se il primo anno del Governo giallo-verde verrà premiato o cassato dagli elettori.

E se i sondaggi indicano la Lega in crescita a danno del Movimento 5 Stelle, Nicola Zingaretti non dà per scontato nulla e non pensa che «la sconfitta di chi oggi governa porterà, di per sé, il Partito Democratico a essere percepito come alternativa».

«Perché gli italiani hanno scelto loro e non noi?»

Da qui la necessità di un Congresso che getti le basi per una riforma interna ed esterna del partito iniziando dalla domanda più scomoda, ma più utile: «Perché gli italiani hanno scelto loro e non noi? Basta essere pigri, poniamoci delle domande anche se arriverò a fine campagna congressuale senza aver fatto processi a nessuno del mio partito».

Domandarsi cosa non sia andato per il verso giusto è il primo passo che Zingaretti chiede agli iscritti, ma c’è dell’altro e si chiama “disuguaglianza sociale”.

Il presidente della Regione Lazio si è soffermato a lungo su questo aspetto e non solo sul fronte del reddito: «Servizi che hanno iniziato a venire meno, trasporti, posti negli asili nido, risorse tagliate agli enti locali e quindi al welfare per non parlare del blocco della scala sociale. Così – ha detto – le persone, anche coloro che ci votavano, hanno iniziato a sentirsi sole e la solitudine è diventata rabbia».

«L’antipolitica non risolve i problemi»

Da qui all’antipolitica il passo è breve, secondo Zingaretti, che ha aggiunto: «L’antipolitica non risolve i problemi, ma al massimo riesce a rappresentarli».

Nell’incontro si è anche toccato il tema di questi giorni, il reddito di cittadinanza, verso cui Zingaretti, come il resto del PD, nutre molti dubbi anche se non sembra essere d’accordo nel chiudere la faccenda solo con l’ipotesi di un referendum abrogativo.

«Cogliamo cosa c’è dentro – ha concluso – gli errori e le follie, ma aggiungiamo la nostra prospettiva di sviluppo, di crescita: tutte questioni che non compaiono nella cultura di questo Governo»

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