Per uno strano scherzo del destino il Partito Democratico è stato travolto in poche ore da uno tsunami politico in Parlamento e, almeno per quanto riguarda il Piemonte, anche giudiziario. E se
Per uno strano scherzo del destino il Partito Democratico è stato travolto in poche ore da uno tsunami politico in Parlamento e, almeno per quanto riguarda il Piemonte, anche giudiziario. E se nessuno avrebbe potuto immaginare che il PD si schiantasse contro un muro nelle elezioni per il Quirinale, provocando reazioni a catena anche su basi provinciali la bufera giudiziaria abbattutasi sul Consiglio Regionale non solo era attesa da giorni ma già si sapeva che non avrebbe risparmiato quasi nessuno. Sono 52 (più altri 4 già indagati) i consiglieri regionali su cui si è concentrata lattenzione delle fiamme gialle in merito allindagine sui rimborsi, uninchiesta che ha coinvolto anche il Governatore Roberto Cota. Per quanto riguarda lAstigiano la Finanza ha consegnato gli avvisi di garanzia al consigliere Angela Motta (Partito Democratico), Rosanna Valle (ProgettAzione) e anche allassessore allUrbanistica Giovanna Quaglia (Lega Nord). Il procuratore Caselli, commentando la notifica degli avvisi di garanzia, ha sottolineato che non tutti gli indagati hanno uguali posizioni perché «ci sono differenze anche rilevanti».
Nel complesso le accuse mosse dagli investigatori a vario titolo vanno dal peculato al finanziamento illecito ai partiti ma uno dei 52 consiglieri regionali (non astigiano) potrebbe essere indagato anche per truffa. Gli interrogatori saranno effettuati entro un paio di settimane ma è proprio il Partito Democratico a rompere il silenzio con una serie di comunicati stampa nei quali si esprimere fiducia e rispetto nelloperato della magistratura ma anche certezza di non aver commesso alcun illecito. «Sono assolutamente serena e fiduciosa del fatto che le indagini dimostreranno la correttezza del mio comportamento – fa sapere il consigliere Motta – Con i miei colleghi del Gruppo regionale del PD in questi anni abbiamo gestito le risorse in modo trasparente, per attività istituzionali e non certo per scopi di natura personale. Sono anche convinta che, grazie al lavoro della magistratura, sarà possibile distinguere tra le diverse posizioni individuali, restituendo alla politica e allistituzione regionale dignità ed autorevolezza».
Alle parole di Angela Motta fanno eco quelle del segretario regionale del PD Gianfranco Morgando: «Ribadisco la fiducia, più volte manifestata, nei confronti della magistratura e sono fiducioso che lesito finale delle indagini giudiziarie evidenzierà pienamente la mancanza di comportamenti penalmente rilevanti. Dalle informazioni acquisite dal Gruppo consiliare del PD in Regione, infatti, ho ragione di ritenere che la gestione dei fondi sia sempre avvenuta nella massima trasparenza e correttezza e che tutte le spese effettuate nel corso degli anni siano state finalizzate allesercizio dellattività e delle iniziative politico-istituzionali. Non esistono casi di tornaconto personale né viene contestato il finanziamento di attività di partito attraverso risorse del Gruppo».
Rosanna Valle, raggiunta al telefono, commenta: «Sono assolutamente tranquilla e ho fiducia nelloperato della magistratura perché ribadisco di non aver fatto nulla di sbagliato. Mi sono attenuta ad una griglia che ci è stata consegnata ad inizio mandato, griglia dove è indicato che il 40% minimo del budget vada per il personale e io ne ho speso l80% per inquadrare, come prevede la legge, una dipendente della Regione che ha preso aspettativa per venire a lavorare con me. Per il resto ho applicato quanto previsto dalla griglia che si rifà ad una legge del 1972». Secondo quanto riferito dal consigliere di ProgettAzione le contestazioni che la riguardano ammonterebbero a qualche migliaia di euro ma, aggiunge, «non ho mai utilizzato fondi del gruppo per scopi di carattere personale e questo ci tengo a dirlo».
Lassessore Giovanna Quaglia, interpellata lunedì mattina, preferisce non commentare linchiesta pur confermando che la procura non le ha contestato personalmente alcun tipo di reato. Quaglia dovrà rispondere in concorso per le spese fatte dal gruppo della Lega Nord e rimanda a quanto già detto in un precedente comunicato stampa della Lega. «Abbiamo sempre agito nel rispetto delle leggi regionali esistenti e abbiamo diligentemente fatto riferimento a una griglia di voci di spesa ammissibili fornita dagli uffici del Consiglio regionale – commenta Mario Carossa, presidente del gruppo regionale Lega Nord – Confidiamo che nel corso dellindagine verrà confermata lassoluta buona fede del nostro operato».
Riccardo Santagati