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Emergenza Coronavirus: scattano i nuovi limiti negli spostamenti

Vietato l’accesso nei parchi, ville, nelle aree gioco e nei giardini pubblici – Si corre vicino casa, ma quanto vicino?

Covid-19: vietato entrare nei parchi, nelle aree gioco e nei giardini

Doveva capitare ed è capitato, ma semplicemente perché moltissimi italiani hanno dimostrato un’incapacità evidente di rispettare le regole e limitare al minimo gli spostamenti sul territorio.

Così, a causa di chi ha continuato, nonostante l’emergenza Coronavirus, a frequentare assiduamente i parchi, i giardini, e di chi non ha voluto cambiare le proprie abitudini in ottemperanza ai vari Decreti restrittivi, ieri il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato il nuovo provvedimento che ferma tutte le attività ludiche all’aperto, ma anche di raggiungere le seconde case per gite fuoriporta.

In particolare, l’art. 1 dell’ordinanza vieta, a partire da oggi, 21 marzo e fino al 25 marzo:

– l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici;

– non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona;

– sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro;

– nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.

Ma cosa si intende per “prossimità della propria abitazione”?

Purtroppo l’ordinanza del Ministro parte già con una clamorosa mancanza che, i giorni scorsi insegnano, sarà subito impugnata come un via libera alla corsa fuori casa. Il documento prevede, infatti, al possibilità di svolgere individualmente attività motoria “in prossimità della propria abitazione”: in che senso? Prossimità, dizionario Treccani alla mano, significa né più né meno che “vicino”: quindi si può correre vicino a casa, ma quanto vicino? 100 metri? 500 metri? Nel quartiere? Lungo la strada di residenza?

Sarebbe stato più logico dare una distanza specifica entro la quale potersi muovere perché toccherà ai singoli agenti delle forze dell’ordine, impegnati nei controlli, avere discrezionalità nel quantificare se lo sportivo sia o meno prossimo all’abitazione con tutte le difficoltà del caso (la legge dovrebbe essere uguale per tutti). Ma tant’è. La scadenza al 25 marzo è stata invece decisa perché è la stessa data in cui cesserà il DPCM che aveva imposto il primo giro di vite sugli spostamenti.

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