Pochi i "diamanti grigi" sulle bancarelle della provincia. Aldo Fara, sindaco di Moncalvo: «le colpe non sono degli organizzatori, bisogna fare chiarezza». Il concorso era già saltato in precedenza a Castagnole Monferrato per manifesta mancanza di tartufi, come in altre località della provincia. Nessun commerciante e "trifulao" aveva voluto, un po' per protesta e molto per timore, presentare i propri "esemplari" rinunciando a coppe e premi in denaro…
Ancora una volta lappuntamento con il tartufo è stato disertato dai trifulau. A Moncalvo, domenica scorsa, poche le pepite esposte al punto che anche lo Zappino dArgento, come lo scorso weekend il Tartufo dOro, non è stato assegnato. «Il prossimo anno la fiera tornerà puntuale le ultime due domeniche di ottobre, sperando che la situazione sia maggiormente chiara. Per tutti». Aldo Fara, primo cittadino di Moncalvo, dopo aver esposto un cartellone sarcastico e polemico al tempo stesso, in occasione dellappuntamento nazionale tenuto nella "sua" Moncalvo, guarda già al futuro.
«La colpa non è sicuramente di chi per diversi mesi si impegna duramente affinché la macchina organizzativa sia perfetta e il pubblico numeroso – ha continuato Aldo Fara – Penso che per fare chiarezza occorra distinguere innanzitutto tra mostra e fiera-mercato. Se in altre note località è tutta una fiera-mercato sulle nostre piazze accanto a questo spazio vi è uno dedicato specificatamente alla mostra. Una sorta di vetrina dei migliori tartufi, dove il pubblico può vedere leccellenza della produzione che si mette in concorso. E questa che vogliamo salvaguardare, un momento cruciale delle fiere».
Il concorso era già saltato in precedenza a Castagnole Monferrato per manifesta mancanza di tartufi, come in altre località della provincia. Nessun commerciante e "trifulao" aveva voluto, un poco per protesta e molto per timore, presentare i propri "diamanti grigi" rinunciando a coppe e premi in denaro. Perché i trifulau non si presentano agli appuntamenti astigiani? Perché, dicono, si rischia il sequestro di un prodotto la cui quotazione è oggi un decimo di quella delloro ma che ha unaltissima deperibilità. Non un bene rifugio ma un bene goloso. Non da conservare ma da "grattare" su qualche fumante portata. I timori manifestati dagli operatori del settore sono giustificati anche dalle quotazioni che in questa fase di mercato hanno raggiunto vette importanti.
Quelle registrate domenica sulla piazza di Moncalvo, in occasione del kermesse nazionale, e confermate anche dalla Borsa nazionale del tartufo operativa presso la Camera di Commercio di Asti parlano di "pepite" di Tuber Magnatum Pico passato di mano a non meno di 400 euro alletto, ma con punte che raggiungono i 500 euro. Quotazioni in forte ascesa rispetto alla passata stagione anche per il meno pregiato ma ugualmente ricercato tartufo nero che sta strappando prezzi vicini ai 100 euro alletto, in costante crescita rispetto allavvio del calendario fieristico.
m.s.