Curiosità e aneddoti delle elezioni di un tempo
Quando domenica 4 marzo alle ore 13,20 entro nel seggio n.36 ubicato in via Rabioglio presso la scuola primaria Buonarroti in Asti, vengo accolto da uno squillante “buongiorno” rivoltomi dal vicepresidente e dai volti sereni e sorridenti degli scrutatori.
Toh, dico tra me e me, ecco che simpatici! Vengo identificato da una scrutatrice come elettore della sezione, prontamente mi consegnano una scheda rosa per eleggere i candidati alla Camera dei Deputati e una gialla per i Senatori della Repubblica, ambedue munite di un codice alfanumerico seriale e progressivo, lo stesso che è riportato sul tagliando cartaceo allegato che viene trascritto sull’apposito registro. Entro in cabina, la n.4, voto e poi consegno le schede al vicepresidente che stacca i tagliandi per confrontarli con quelli riportati nel registro.
I numeri corrispondono e le mie schede, private di ogni riferimento numerico, vengono inserite nelle urne. Questa è la principale novità delle elezioni politiche 2018 e noto che i componenti della “mia” sezione elettorale sono davvero preparati, efficienti, disponibili e se la sbrigano in poco tempo, con una deontologia professionale invidiabile.
Mugugni ai seggi
Non così in altri seggi dove le code sono lunghe e provocano i mugugni degli elettori. Tornando a casa a piedi da solo mi sovviene la prima volta che esercitai la funzione di presidente di seggio, l’ormai lontano 28 aprile del 1968, per le Amministrative in quel di Pinerolo. Feci prontamente tesoro di quanto mi suggerì un dirigente del Comune, essere attento, pragmatico, svelto, efficiente mai pignolo altrimenti si formano le code degli elettori spazientiti. Continuai a Pinerolo con le Regionali del 1970, le Politiche del 1972, il Referendum sul divorzio del 1974. Dopo di che ritornai con i genitori a Priocca d’Alba, mio paese natio, e lì fui presidente di seggio fino al 2013, ormai ero over 70 e quindi out per essere nominato presidente.
La nonnina non sapeva chiudere la scheda
Molti gli aneddoti da raccontare mi soffermo su quelli più esilaranti. Una simpatica nonnina non usciva più dalla cabina elettorale, eravamo preoccupati di un suo eventuale malore, macché ella si attardava perché non riusciva a chiudere bene le schede e quasi mi urlò: “Ven a deme na man che sun nen buna a sarè le schede!”.
Quell’ex alunno aveva bevuto
Un mio ex alunno delle elementari venne a votare verso le 4 del un pomeriggio domenicale, notai che era un po’ su di giri, gli consegnai le undici schede dei Referendum, lui entrò in cabina e ne uscì trionfante dicendomi che aveva messo in ordine progressivo le schede, purtroppo le imbucò al contrario la n.11 nell’urna n.1 e così via…si scusò adducendo come motivo di aver partecipato ad un pranzo nuziale e, forse, aveva alzato un po’ troppo il gomito.
L’elettore ginnico
Un altro giovanotto, entrato nel seggio ubicato nella palestra della scuola media, volle darci un saggio delle sue abilità ginniche arrampicandosi dapprima su una pertica, poi sulla spalliera ed infine facendo una capriola, poi mi si avvicinò e ritirò le schede elettorali. Un elettore anziano, inavvertitamente, infilò la matita copiativa nel taschino della giacca, uscì dal seggio ma vi rientrò poco dopo per riconsegnare il “maltolto” e scusarsi.
Guido Gabbio