Oggi neppure più passa il treno in frazione Motta di Costigliole, nonostante un viadotto a dir poco “invadente” che ha inesorabilmente cambiato il volto della vallata del Tanaro in direzione di Castagnole Lanze e che fu costruito per modificare il tracciato della linea ferroviaria, interessato da movimenti franosi. I più giovani neppure sanno dove passasse un tempo il treno o dell’esistenza decenni fa di una stazione a Nosserio. Ma c’è chi ha voluto restituire memoria alla vecchia ferrovia di Motta, attraverso un’iniziativa di volontariato, all’insegna dell’amicizia, dell’amore per la natura e del rispetto del proprio territorio e la sua storia, che ha trasformato quel vecchio tracciato in un suggestivo sentiero nel bosco ora percorribile da chiunque.
Artefice del progetto, ideato e realizzato nel giro di appena un mese, è l’associazione Costigliole Cultura, guidata da Filippo Romagnolo e che si occupa di territorio e ambiente (passeggiate, recupero e conoscenza del territorio), arti figurative (mostre ed eventi di cultura) e recupero della “memoria condivisa” (archivio fotografico). «Nel nostro girovagare tra le colline costigliolesi ci siamo imbattuti nella vecchia stazione di Nosserio. Abbiamo tentato di percorrere la vecchia ferrovia verso Motta ma l’impresa si è subito rivelata impossibile. Qualcuno ha proposto l’idea di riaprire la via per inserirla nei nostri percorsi: detto, fatto. Abbiamo costituito all’interno di Costigliole Cultura il gruppo dei “manutentori degli antichi sentieri” e ci siamo messi al lavoro», racconta Romagnolo, insegnante in pensione, esperto di botanica, appassionato di storia locale ed ex assessore comunale.
Il gruppo ha così sfoltito la vegetazione mettendo a disposizione un’agevole passeggiata, che si snoda tra tre paesaggi completamente diversi: un tratto ampio e aperto, un altro in una fitta vegetazione, seguendo un sentiero tracciato dagli animali selvatici, in cui ancora si calpestano le pietre nere della vecchia massicciata della ferrovia, e infine la parte lungo il muro che sostiene la collina, caratterizzata da un tappeto d’edera e alti alberi. Per facilitare l’accesso da strada Sotto Rocche (la ferrovia correva proprio tra le “rocche” della collina e la strada che si trova nella borgata Molino vecchio), è stata realizzata una scaletta “naturale”, impiegando piccoli tronchi trovati sul posto.
«La zona è di grande interesse. Innanzitutto è da rilevare come sia avvenuta una notevole rinaturalizzazione legata al lungo periodo di abbandono: interessante la vegetazione presente, in particolare pioppi, querce, sambuco in gran quantità, il viburno tipico delle Langhe e presente anche qui, l’orchidea maggiore, ossia l’orchis purpurea, la “berretta da prete” e il “sanguinello”. Ma ci sono anche bellissimi tappeti d’edera e la vite rinaturalizzata che ora “corre” sugli alberi – spiega Romagnolo – Siamo inoltre ancora in fase di esplorazione: c’è tutta la parte verso la rocca da esplorare e da studiare; e proseguiremo il percorso in direzione delle “saline reali” di Castagnole».
Numerosi i manufatti legati al passaggio del treno che sono rimasti lungo il tracciato abbandonato della ferrovia. E nei giorni scorsi, proprio sul sentiero della vecchia ferrovia, il gruppo ha ricevuto la visita di Fulvio Bellora, tra i rappresentanti del Co.MIS, il Coordinamento per la mobilità integrata e sostenibile che si batte per il recupero delle linee ferroviarie sospese, tra cui proprio la Asti-Alba che interessa il territorio di Costigliole. «Tra i nostri progetti quello di unire i percorsi sul territorio al treno turistico – sottolinea Romagnolo – coinvolgendo in un turismo slow attività e strutture ricettive e le guide turistiche».