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Ambiente

Ad Asti Tari sempre più cara, ma di chi è la colpa?

Il Consiglio comunale approva le tariffe del 2024 che prevedono aumenti tra il 4 e il 7% sulle bollette – In futuro si temono rialzi a causa dell’inflazione

Per una ragione o per l’altra, gli astigiani non riescono a pagare una Tari che sia in media con quella di altre città analoghe ad Asti. La questione dei costi eccessivi di raccolta e smaltimento rifiuti nel capoluogo tiene banco da tempo e neanche per quest’anno ci sarà un’inversione di rotta dal momento che il Consiglio comunale (con i voti contrari dell’opposizione) ha approvato le tariffe del 2024 con aumenti in bolletta tra il 4 e il 7%. La percentuale di aumento dipende da molti fattori, a cominciare se si tratti di un’utenza domestica o commerciale, dai metri quadri dichiarati e, nel caso di alloggi, da quanti siano i componenti del nucleo familiare.

Il sindaco Maurizio Rasero, illustrando la pratica sulla Tari, ha anche spiegato che l’introduzione della raccolta verticale dei rifiuti in alcuni quartieri ha inciso ben poco sui costi perché, in sintesi, i calcoli sui coefficienti delle tariffe sono parametrati a 2 anni prima dell’effettiva bollettazione. In pratica per vedere in termini economici i benefici della raccolta verticale bisognerà attendere il 2025. «Però l’introduzione della raccolta verticale con l’utilizzo di un badge ai cassonetti ha fatto emergere circa un 10% di utenza sommersa, che non pagava nulla. Per questo faccio i complimenti agli uffici – ha spiegato Rasero – Ricordo che sui giornali nazionali, di recente, ho letto che entro 6 mesi ci saranno aumenti consistenti della Tari e ciò sarà dovuto in parte all’aumento, fino all’11,3%, dell’inflazione a cui si aggiungono i coefficienti di competenza di Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ndr)».

Il dibattito e le critiche dell’opposizione

Insomma, «cattive sorprese» ha poi detto Rasero, aprendo la discussione politica che ha messo in luce le grandi differenze di costi tra la Tari di Asti e quella di altre città capoluogo del Piemonte. «Paghiamo il doppio di Novara e di Vercelli – ha denunciato Valter Saracco della lista Prendiamoci cura di Asti – Nel 2023, per un alloggio di 100 mq con quattro persone si pagavano 318 euro, ma lo stesso alloggio e la stessa famiglia a Cuneo ne pagava 190». Da parte del consigliere del Pd Luciano Sutera è arrivata la proposta di calmierare i costi usando risorse dell’Ente. Massimo Cerruti del Movimento 5 Stelle ha richiamato l’attenzione su altre voci inserite nella Tari, ma non direttamente collegate ai rifiuti prodotti. «Dal 2023 al 2024 c’è stato un incremento di oltre il 30% dei costi di spazzamento, lavaggio strade e piazze; inaccettabile anche se consideriamo gli aumenti energetici del 2022 – ha osservato – Un +5,6% per la raccolta e il trasporto dei rifiuti e un +37% per ammortamenti vari. Guardando anche all’attuale stato di pulizia della città i dubbi sono legittimi». Per il consigliere Roberto Migliasso di Asti Oltre «è un bene aver agito sulle utenze sommerse, ma bisogna mantenere alti gli standard della raccolta differenziata altrimenti i costi saranno destinati ad aumentare».

A fare i conti in tasca all’Asp ci ha pensato il consigliere del Pd Roberto Vercelli. «Guardando nel dettaglio i circa 18 milioni di euro che compongono la Tari – ha aggiunto – ce ne sono 5 che non c’entrano con la raccolta verticale, ben 2,6 di spazzamento e lavaggio strade che, in realtà, dovrebbero essere legati alla benzina e ai costi di manutenzione. Inoltre mi spaventano molto i costi generali di gestione, pari ad altri 2,5 milioni: quali sarebbero questi costi generali? I numeri che ho fornito rappresentano circa il 40% di tutta la Tari».

Rasero, prima del voto, ha comunque fatto presente di essere disponibile ad approfondire alcuni aspetti della discussione e proporrà all’Asp che anche per i consiglieri comunali siano riservati momenti “di formazione” per incontrare esperti e tecnici al fine di comprendere meglio i meccanismi che influenzano i costi della tariffa.

Berzano: «Il problema è che si sono due società che si occupano di rifiuti: Asp e Gaia»

Anche quando c’era il sistema di raccolta rifiuti “porta a porta” in tutta la città le bollette della Tari erano molto più care che altrove. Arriva la raccolta “verticale”, ma occorrerà attendere il 2025 per vederne gli effetti sui costi. Quindi come si spiega che ad Asti raccogliere e smaltire i rifiuti rappresentino per le famiglie un mezzo salasso? A cercare di dare una spiegazione in Consiglio comunale è stato Renato Berzano, già assessore al Bilancio nella prima amministrazione Rasero e delegato alle partecipate. «Perché la nostra Tari è così cara? Perché ad Asti abbiamo due società che si occupano di rifiuti: Asp e Gaia. La prima analisi che si dovrebbe fare è cercare di massimizzare per rendere efficace ed efficiente il sistema creando una sola azienda. Perché non sia stato fatto? Non lo so, forse non si poteva, ma adesso è fattibile. In Gaia ci sono 117 Comuni soci, all’Asp solo il Comune di Asti e quindi anche effettuare un’operazione di ripareggiamento delle due società non è semplice».

Ma c’è un altro “problema” chiamato Arera. «Questa autorità non avrebbe potuto inventare qualcosa di più complicato del coefficiente n-2 (la tariffazione sui costi antecedenti di 2 anni ndr) che rende complesso per un’amministrazione trasferire ai cittadini le scelte operative. Se anche prendiamo decisioni buone, i cittadini lo verranno a sapere molto dopo. Questo è il sistema sul quale siamo costretti a lavorare». Per il consigliere Berzano bisogna «cambiare le modalità di raccolta per abbassare i costi anche se è difficile gestire la situazione ad Asti con il pregresso che abbiamo».

Resta il fatto che, secondo l’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva (dati novembre 2023), Asti è ben fuori dalla media delle tariffe pagate dalle famiglie piemontesi, con i suoi 417 euro di Tari, finendo sul podio come la città più cara del Piemonte. «Nel 2023 è di 295 la tassa per i rifiuti pagata in media da una famiglia piemontese rispetto ai 320 della media nazionale – spiegano da Cittadinanzattiva – Si va dai 417 euro di Asti ai 229 euro di Novara». Anche Alessandria (355 euro) e Torino (346 euro), rispettivamente al secondo e terzo posto in Piemonte per il costo medio della Tari, hanno tariffe abbondantemente più basse di quelle pagata dagli astigiani.

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