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Attualità

«Aiutiamo oltre mille persone
e cuciniamo per loro»

E’ in aumento il fenomeno della povertà, anche nella cosiddetta classe media, tra italiani e non. La causa principale è la crisi del lavoro: perso, che non si trova, incerto. Sempre più famiglie finiscono così in ginocchio e si rivolgono alla mensa sociale del Comune, in corso Genova 30, gestita dalle suore della Congregazione Figlie Nostra Signora della Pietà

E’ un mondo sempre più popolato quello della mensa sociale del Comune, in corso Genova 30, gestita dalle suore della Congregazione Figlie Nostra Signora della Pietà. E’ purtroppo in aumento, infatti, il fenomeno della povertà, anche nella cosiddetta classe media, tra italiani e non.
Ancora una volta la causa principale è la crisi del lavoro: perso, che non si trova, incerto. Sempre più famiglie finiscono così in ginocchio, con un budget troppo scarno, figli da mandare a scuola e magari anziani da accudire.

La mensa sociale diventa perciò un punto di riferimento e di aiuto, cui rivolgersi. Lo stesso discorso vale per le persone separate, che, dopo la fine di un matrimonio o di una convivenza, non riescono più a sostenere da sole le spese; per gli anziani con una pensione minima, di cui alcuni sono ormai  degli habitué da decennni. Al loro fianco, l’esercito di immigrati in difficoltà, tra cui alcuni studenti.

Ad oggi, sono tre le suore della Congregazione che gestiscono la mensa, dove sono all’opera, fin di prima mattina, da lunedì al sabato. Al fianco delle suore, prestano inoltre servizio tre titolari di borse lavoro. «Giornalmente – fa sapere suor Luigina Cerantola, responsabile della struttura, dove lavora dal ‘94 – sono circa 50/60 gli utenti che pranzano in refettorio e più di 100 i pasti cucinati. Vengono inoltre preparate 240 borse alimentari, in parte a cadenza quindicinale e in parte settimanale. Il programma del Comune prevede poi alcuni rari casi di distribuzione mensile. I due terzi delle borse è destinata ad immigrati, tra cui Nord Africani, Albanesi, Romeni, Peruviani e Bielorussi. Complessivamente, sono oltre mille gli assistiti, in crescita di 300 – 400 unità negli ultimi due anni».

Ma cosa si nasconde dietro al volto della povertà? «Parallelamente a chi ha necessità reali – spiega la religiosa –  ci sono altre due categorie di poveri: gli incapaci di gestirsi, italiani e non, che hanno fretta di essere all’altezza degli altri, senza distinguere il proprio stato da quello di chi ha lavorato una vita, e che quindi spendono il proprio sussidio per questo scopo, anziché pagare affitto e bollette; e i malati di assistenzialismo, che non fanno sforzi per migliorare la propria condizione, limitandosi a vivacchiare».
Alla crescita della povertà si è affiancata, fortunatamente, la diffusione della solidarietà. «Ci sono persone – annota suor Luigina – che si sono sensibilizzate e donano cibo oppure offerte, mentre alcune Pro loco regalano le portate che talvolta avanzano». Il tutto a fianco degli aiuti da parte del Banco alimentare.

Tuttavia, proprio per il moltiplicarsi degli utenti, «la mensa non riesce a stare nel relativo stanziamento comunale», dichiara suor Luigina. «Il Comune è attento su questo fronte – continua – e porta avanti una forte opera di assistenza sociale, nonostante la crisi. Ma a questo riguardo pongo alcune questioni pubblicamente, sottoforma di appello: l’Amministrazione comunale, infatti, potrebbe aprire una struttura di accoglienza, per chi è senza casa, almeno finché non trova una sistemazione  e nell’emergenza invernale, ospitando così famiglie e singoli individui. In quest’ottica, si potrebbe aumentare il numero di posti al dormitorio. E ancora, realizzare una struttura pubblica dove le persone in difficoltà possano fare la doccia».

La mensa sociale è aperta, da lunedì a sabato, dalle  11,15 alle 12 circa. Le borse sono distribuite di martedì e giovedì dalle 10 alle 11. Chi volesse donare cibo o offerte può rivolgersi presso la struttura.

Manuela Zoccola

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