Come in un giallo di Agatha Christie, il “misterioso caso del cavalcavia Giolitti” continua ad attirare l’attenzione degli astigiani, specie quando la narrazione è animata da colpi di scena che spiazzano i lettori quando sembrerebbe tutto chiarito. Con un cantiere, quello del secondo lotto, inaugurato a luglio 2023, seguito dalla chiusura delle rampe il 2 novembre scorso, il Giolitti si sarebbe dovuto riaprire il 20 aprile. Niente da fare. Ne è scoppiata una querelle politica dando voce ai disagi che la chiusura ha provocato al traffico.
Due consiglieri comunali, Briccarello e Bosia, come nei migliori mistery, si sono improvvisati detective per capire i motivi della mancata riapertura ed eventuali responsabilità. L’assessore ai Lavori Pubblici, Stefania Morra, ha dichiarato al nostro giornale (23 maggio) che «i lavori procedono e la riapertura al transito è prevista per l’estate». Enigma risolto? Neanche per idea. “Per l’estate” è una dichiarazione troppo generica ed è proprio questa che ha provocato un nuovo colpo di scena: una battaglia a suon di foto tra la consigliera detective Briccarello e l’assessore Morra. La prima per dimostrare che il cantiere sia pressoché fermo, la seconda per sostenere il contrario e «che i lavori procedono».
A risolvere il giallo non aiuta la mancanza di risposte alle domande che il nostro giornale ha rivolto all’azienda appaltatrice. Abbiamo chiesto (5 giugno) di poter parlare con un responsabile proprio per chiare i motivi dei ritardi e sapere le possibili tempistiche di riapertura, al di là del caso politico. Niente da fare. «Il ritardo può essere dovuto a vari motivi, un breve stop nel periodo delle piogge, ma anche altro: – intervengono di nuovo i due consiglieri Briccarello e Bosia – una poca fermezza nel portare avanti un dialogo con la parte di cavalcavia pertinente a Rfi o una volontà di congestionare l’area che, guarda caso, è proprio quella che interseca il progetto del Caso. Viene da chiedersi quando l’area riaprirà davvero e quando verranno iniziati egual lavori anche su tutto il resto dell’area del cavalcavia, dato lo stato dei pilastri e le armature in vista. A novembre la data prevista per la riapertura era “in primavera”, ora la data prevista è verso fine giugno (di quale anno?); lo stato dell’arte non sembra promettere bene essendo inoltre prevedibile ulteriori chiusure per terminare l’opera».
Fonti vicine all’amministrazione comunale e indizi che chiunque può rilevare recandosi al cantiere rivelano che la probabile riapertura del Giolitti potrebbe avvenire entro la fine di agosto, non entro l’inizio dell’estate. Va da sé che nessuno si azzarda a indicare una data precisa. Il cantiere potrebbe, infatti, avere un’accelerata improvvisa riguadagnando il tempo perso, oppure no. D’altro canto è doveroso ricordare che il Comune ha sovente le mani legate e per risolvere contratti d’appalto in anticipo deve attendere che sussitano precise condizioni per applicare le penali previste con tempi molto lunghi. Insomma, nessuna ditta che lavora per un Comune può essere mandata via da un giorno all’altro. E spesso il cittadino non lo sa.
La proposta di riaprire ai mezzi al di sotto dei 75 quintali, ma l’assessore replica: «Non c’è l’asfalto, non ci sono le barriere e ci sono le travi sollevate»
Riaprire il Giolitti ai mezzi al di sotto dei 75 quintali per poi richiuderlo solo in contemporanea con la necessità di alzare gli impalcati per sistemare i nuovi giunti. È questa, in sintesi, la proposta lanciata dai consiglieri comunali Briccarello e Bosia nell’ultimo intervento sull’infinito “caso Giolitti”. «Attualmente, se non per la parte superficiale di lavori svolta da tempo lato corso Venezia, i lavori procedono, sotto al cavalcavia, molto a rilento rispetto a come l’amministrazione aveva annunciato – commentano i due – E non solo, osservando il cavalcavia dal basso notiamo come l’intervento di messa in sicurezza dei pilastri dovrebbe comprendere tutta l’area dello stesso e non solo quella dove, da mesi, sono fermi i macchinari».
«Da un’analisi dei lavori è possibile avanzare l’ipotesi e la proposta che, nell’assicurare totale sicurezza ai lavoratori, le operazioni di messa in sicurezza dell’area potrebbero essere organizzate prevedendo quanto meno temporanee riaperture alla viabilità per i mezzi al di sotto dei 75 quintali, garantendo comunque in parte una circolazione del traffico leggero quando possibile – propongono i consiglieri – Mentre i lavori di innalzamento e riempimento della soletta di fatto non consentono il passaggio ai mezzi, i lavori svolti sotto, esulando quelli di inserimento dei materassini che però implicano un’operazione non continuativa, potrebbero quindi coincidere con un’eventuale riapertura dello stesso».
A sostegno della tesi citano i lavori sul viadotto dell’A21 «che hanno, attraverso un piano di regolamentazione della viabilità e di messa in sicurezza del cantiere, consentito il passaggio di mezzi leggeri durante le operazioni di manutenzione straordinaria». Proposte che l’assessore Morra liquida mostrandoci le foto del cantiere: «Sopra al Giolitti non c’è l’asfalto, non ci sono le barriere e ci sono le travi sollevate – risponde Morra – Come fanno a passare le auto o anche solo una bicicletta?»
[nella foto i lavori al cavalcavia Giolitti]