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Aramengo: il ricordo del chierico Giovanni Massaglia

Fu amico di San Domenico Savio e allievo di San Giovanni Bosco
Nella chiesa Madonna della Neve di Marmorito Santa Maria è stato ricordato, nell’anniversario della morte, il chierico Giovanni Massaglia, testimone della fede, amico di San Domenico Savio e allievo di San Giovanni Bosco. La messa commemorativa è stata celebrata dal parroco don Silvano Canta, coadiuvato dal diacono Mario Sabato. Il sindaco Giuseppe Marchese ha portato il saluto della comunità e Ornella Ceruti della compagnia dell’Immacolata Concezione, che da diversi anni svolge approfondite e complesse ricerche sulla sua figura, ha rivolto un messaggio conclusivo alla comunità.

Nato a Marmorito il primo maggio 1838, Giovanni Celeste Filippo Massaglia fu inseparabile amico di Domenico Savio (di quattro anni più giovane), con il quale convisse nel convitto annesso all’oratorio di San Francesco di Sales a Torino-Valdocco, diretto da don Bosco, durante l’anno scolastico 1854-55 e nella prima metà del successivo. In precedenza, fra 1849 e 1853, aveva frequentato il triennio della scuola secondaria inferiore al collegio di Cocconato, diretto da don Antonio Demezzi, e il biennio superiore a Torino.

Il 30 settembre 1855 superò l’esame per la vestizione chiericale. Ma questo abito, da lui tanto amato e tanto rispettato, poté portarlo soltanto alcuni mesi. Colpito da una costipazione, che inizialmente sembrava un semplice raffreddore, non voleva nemmeno interrompere i suoi studi, ma considerato che le condizioni di salute non miglioravano, a fine febbraio del 1856, i genitori lo condussero a casa per curarsi. La malattia del giovane Massaglia era in realtà una tubercolosi, contratta probabilmente dal Savio, che dapprima sembrava leggera e faceva presagire una evoluzione positiva, ma alla fine gli fu fatale: morì il 20 maggio 1856, quando aveva 18 anni appena compiuti.

La perdita dell’amico, addolorò profondamente Domenico Savio e sebbene rassegnato ai divini voleri lo pianse per più giorni. Il 9 marzo 1857 morirà della stessa malattia. Nella sua breve vita non fu meno santo di Domenico Savio, come si evince dall’autorevole testimonianza di don Bosco, di cui fu allievo: «Avevano la stessa volontà di abbracciare lo stato ecclesiastico, con vero desiderio di farsi santi».

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