Invertire la rotta sulla desertificazione del centro storico grazie ad una “cassetta degli attrezzi” che sarà messa a disposizione di tutti i soggetti locali per far nascere il Distretto del Commercio di Asti. È questo l’obiettivo che si sono dati l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Maurizio Rasero, l’Ascom Confcommercio, con il suo presidente Aldo Pia e il direttore Claudio Bruno, ma anche le altre associazioni di categoria come la Confesercenti, la CNA e la Confartigianato chiamate ad assere partner dell’iniziativa. A monte del progetto c’è, però, l’azione intrapresa proprio dall’Ascom, 2 anni fa, in collaborazione con il Politecnico di Milano, per analizzare le criticità del centro urbano, il suo impoverimento dal punto di vista commerciale, ma anche per trovare soluzioni scientifiche che possano cambiare in meglio lo stato dell’arte. Poi, quando lo studio era già avviato, è esplosa l’emergenza sanitaria che ha cambiato le carte in tavola sebbene, per quanto riguarda la desertificazione del centro urbano, ha di fatto accelerato una decrescita iniziata molto prima.
Quel piano di rilancio, articolato e multi settoriale, finanziato dalla Confcommercio di Asti è diventato prezioso perché fotografa la situazione commerciale di Asti prima del Covid e durante la pandemia.
Tutto questo sarà utile per partecipare al bando regionale sulla creazione dei nuovi Distretti del Commercio, un bando che finanzierà una serie di primi interventi a sostegno dei negozi di prossimità, delle botteghe artigianali, delle attività legate alla ristorazione, dei comparti produttivi e più in generale di tutto il terzo settore.
Entro il 15 marzo sarà possibile aderire alla rete di soggetti proponenti che collaboreranno per tradurre in atti le proposte inserite nel dossier da consegnare alla Regione. Entro il 30 giugno il Comune potrà presentare la candidatura per il riconoscimento del Distretto; poi, sulla base di alcuni parametri, dei progetti presentati e del quadro economico per realizzarli, la Regione erogherà una prima parte di finanziamenti indispensabili a trasformare le intenzioni in azioni.
A presentare l’iter amministrativo del bando sono stati proprio i rappresentanti del Comune e dell’Ascom insieme al tecnico che si è occupato dei rilievi sullo stato di salute del commercio locale. «La nostra proposta è indirizzata alla città con l’intento di unire le forze – commenta il presidente dell’Ascom di Asti Aldo Pia – Ci proponiamo di essere partner di tutti quelli che vorranno esserci. È chiaro che dobbiamo pensare a qualcosa di molto diverso rispetto al passato, ma queste proposte che andremo a fare sono scientifiche e già sperimentate in realtà simili o sovrapponibili a quella di Asti».
Come ricordato dal direttore dell’Ascom, Claudio Bruno, «è necessario guardare su più fronti come la sicurezza, logistica, digitalizzazione e l’ambiente». «In questo caso stiamo parlando di Asti, ma siamo presenti su tutto il territorio provinciale e si sta lavorando anche per altre aree come Canelli, Nizza, San Damiano e Costigliole».
Un primo focus su Asti è stato dato dall’architetto Giovanni Fontana con dati abbastanza preoccupanti: «A fine 2019 avevamo censito 1.355 attività economiche di cui il 32% del commercio, il 19% dell’artigianato e il 13% legato alla somministrazione. Purtroppo abbiamo poi verificato un 21% di dismissioni commerciali ai piani terra, forse dovute anche al costo degli affitti».
Da parte del sindaco Rasero c’è però la speranza che sul progetto del Distretto possano esserci numerose manifestazioni di interesse da parte di vari soggetti: si guarda già all’ATL, al Consorzio dell’Asti, Fondazione, Università e Asti Musei. Per il vice sindaco Marcello Coppo, con delega al commercio, «questa collaborazione ha creato uno strumento che può servire anche per tante altre iniziative nell’ottica della valorizzazione delle nostre tipicità».