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Cannella: «Agli astigiani non chiediamonuovi sacrifici ma responsabilità»
Attualità

Cannella: «Agli astigiani non chiediamo
nuovi sacrifici ma responsabilità»

L’assessore al Bilancio e personale del Comune, Santo Cannella, parla dei conti e del funzionamento dell’Ente. Sulla strategia per il futuro: il presupposto non sarà l’inasprimento fiscale ma il contenimento delle spese. Senza la Provincia, il Comune di Asti dovrà diventare sempre più un’azienda di servizi. Nessun turn-over, invece, per il personale. A breve saranno pagati i premi di produttività del 2009 e del 2010. Tra gli investimenti di parte straordinaria c’è la riqualificazione della zona sud ovest della città…

Dopo la recente approvazione della pratica Imu, oggetto di forti polemiche, e in vista dei prossimi atti contabili del Comune, abbiamo incontrato l’assessore al Bilancio e al Personale, Santo Cannella, per fare con lui il punto sui primi mesi del proprio mandato, sullo stato attuale e futuro delle casse comunali e le ricadute per i cittadini.

Assessore Cannella, uno dei principali argomenti, impugnati dall’opposizione, per contestare la manovra Imu, riguarda la dichiarata possibilità di effettuare una tassazione meno forte, usando di più l’avanzo di amministrazione, lasciato dalla Giunta Galvagno. Cosa replica?
La manovra è partita dalla considerazione di farne un’opportunità, per esprimere il massimo dell’equità nella distribuzione del carico fiscale, in modo che non gravasse su prima casa e fabbricati residenziali assimilabili ad essa, come nel caso dell’Atc. Considerato poi che abbiamo dovuto rispondere agli equilibri di bilancio, in base alla difficoltà delle entrate, rispetto a quelle previsionali, e alle spese preventivate, che erano state sottostimate e che abbiamo dovuto recuperare per un milione e mezzo di euro, ci sono vincoli che non si possono prevaricare. Perciò, l’avanzo di gestione non si può usare nella sua interezza, perché avrebbe ricadute negative sul Patto di stabilità. Si tratta dunque di una manovra Imu equilibrata e necessaria, che ha coniugato un’equità di trattamento e la richiesta di un piccolo sacrificio, che ci sembrava doveroso, a chi possiede di più.

Nello specifico, a cosa è dovuto l’aumento delle spese, tra cui quelle per l’illuminazione pubblica?
In generale, l’incremento è determinato da più fattori, come il minore introito da parte della Fondazione CrAt, rispetto a quello preventivato, e il taglio di circa 900 mila euro dalla Regione. Inoltre, si è verificata una spesa superiore, più di 330 mila euro, sull’insolvenza degli affittuari Atc. Nel caso dell’illuminazione pubblica era stato fatto un contratto che avrebbe ridotto il costo dell’energia e che ha avuto corso da marzo. Negli ultimi mesi del 2011 e nei primi due di quest’anno, ci sono stati però dei conguagli Enel, superiori alle aspettative, che hanno gravato sull’esercizio 2012. Li stiamo verificando, perché non ci convincono.

Quali le prossime pratiche di bilancio su cui dovrà confrontarsi il Consiglio comunale?
A novembre, ci sarà l’assestamento di bilancio, che non dovrebbe avere nessuna ulteriore variazione, mentre a fine anno sarà la volta del bilancio di previsione 2013, per il triennio successivo.

Ad oggi, qual è lo stato di salute delle casse comunali e in che modo il Comune si appresta a fronteggiare i prossimi tagli statali?
Abbiamo avuto un momento di difficoltà e di stallo a pagare opere e attività di imprese esterne. Grazie alla recente manovra, si sono liberate somme importanti, per fare fronte a pagamenti arretrati. Al riguardo, andiamo verso un sistema di pagamento a 30 giorni. Se non si rispetta questo termine, sopraggiungono sanzioni. Dunque, c’è massima attenzione su questo versante, per rientrare nei parametri. Piuttosto, all’occorrenza, si freneranno certe attività. Stiamo poi lavorando per individuare i fabbisogni e le opportunità di esaminare ogni funzione del personale e capire come riassettare la macchina comunale. Sulla base inoltre dell’impegno dei tagli aggiuntivi a quelli del 2012, che erano di circa 4 milioni e 100 mila euro, chiederò agli assessori un piano di contenimento della spesa.

A quanto ammonta l’attuale bilancio, quali i capitoli o i settori più in sofferenza, che necessitano maggiori risorse, e i principali investimenti straordinari?
La parte corrente del bilancio è di circa 70 milioni di euro, quella straordinaria di 20 milioni. Non c’è una criticità di un settore particolare rispetto ad altri. Tuttavia, l’area dei Servizi sociali richiede sicuramente massima attenzione, per le crescenti difficoltà delle famiglie, la carenza e la perdita del lavoro. Tra gli investimenti di parte straordinaria c’è la riqualificazione della zona sud ovest della città, cioè la Torretta e corso Alba, nell’ambito del Pisu, che partirà con il prossimo esercizio e che dovrà essere completato nei tre anni successivi.

Uno dei settori più in crisi è il commercio. Si prevedono politiche economiche di sostegno?
Premesso che abbiamo introdotto la possibilità di canoni d’affitto agevolati, per tutta una serie di esercizi commerciali, artigianali e industriali, così da consentire la relativa riduzione dell’Imu, credo sia difficile, ora, parlare di sostegno in termini di contributi. Agevoleremo però il settore per quanto possibile. Dobbiamo ad esempio essere attrezzati per rendere turistico il Centro commerciale naturale e capaci di un’attrazione ricettiva e di accoglienza. E’inoltre sul tavolo l’ipotesi di ampliamento dell’isola pedonale in via Cavour e piazza Statuto.

Cosa si devono aspettare gli astigiani e a quali sacrifici saranno chiamati in futuro?
L’imposizione tributaria, che ha il nostro Ente, nella fattispecie dell’Imu, non ha applicato aliquote massime, ma medio inferiori. Ciò significa che il Comune ha la capacità di tenere in equilibrio le spese, in virtù delle entrate non inasprite appunto al massimo. Ad esempio, l’Irpef è pagata nell’aliquota base. Il presupposto cioè non è quello dell’inasprimento fiscale ma del contenimento della spesa. Dunque, non si prevede nessun ulteriore sacrificio. Un passaggio di cruciale importanza però è la partecipazione e l’assunzione di responsabilità generale, da parte dei cittadini, nel segnalare il superfluo e le disfunzioni nell’ambito dei servizi, per costruire insieme un’opportunità di miglioramento.

Quali ricadute potrebbe avere sul Comune l’abolizione della Provincia?
Asti dovrà attirare l’interesse di quei piccoli Comuni, che non saranno più in grado di erogare certi servizi. Il nostro Comune dovrà cioè diventare sempre più un’azienda di servizi.

A che punto è la riorganizzazione, annunciata già mesi fa dal sindaco Brignolo, degli Uffici comunali e cosa si prevede per il personale?
Per quanto mi riguarda, desidero portare una visione più aziendale del funzionamento dell’attività, dove le persone devono essere messe al primo posto e valorizzate, per recuperare efficienza. Vorrei si superasse la logica per cui il personale pubblico non si esprime al meglio. Bisogna cambiare il passo e tecnicamente fare degli aggiustamenti. Dal punto di vista dirigenziale, si sono accorpati dei servizi e si formerà un’area di posizione quadro organizzativa, composta da persone giovani. Ad oggi, sono 588 i dipendenti comunali, il cui costo è pari a circa il 34% della spesa corrente cioè parecchio inferiore all’incidenza prevista al di sotto del 50%. Per razionalizzare la spesa e come stabilisce la legge, non sono previsti turn over né nuove assunzioni.

Quando saranno liquidati i premi di produttività, che da tempo erano rimasti bloccati?
Per il 2009 e 2010 era stato dato un acconto e a breve dovrebbero essere pagati, dato che a settembre è stata comunicata l’archiviazione dell’indagine del 2010, che aveva appunto bloccato il fondo di incentivazione. Per il 2011, cui andrà una quota parte ridotta, e per il 2012, ci atteniamo ai parametri di disponibilità, che ci darà il Patto di stabilità.

Manuela Zoccola

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