E’ sempre stato uno dei provvedimenti emanati dall’amministrazione comunale più attesi e in questi periodi di grandi incertezze economiche e di famiglie piegate dalla crisi Covid, il bando per accedere ad una casa popolare con canone molto basso è un miraggio per molti.
Per questo motivo è concentrata una forte attenzione ad ogni requisito che viene chiesto per poter sperare di essere messi in graduatoria, anche se si diventa uno dei circa 750 nomi in attesa di case che, ogni anno, si rendono disponibili in misura di qualche decina.
Ma la fame di case è troppo forte per non provarci e una parte di richiedenti è rappresentata da famiglie di stranieri, quelle con meno “reti” di salvataggio famigliari.
Riguarda proprio loro una limitazione di requisiti che è stata segnalata nei giorni scorsi dalla Cgil di Asti all’Agenzia Territoriale Casa, al Comune e alla Provincia di Asti.
«Fra i requisiti – si legge in una nota – vi è quello di non essere titolari di diritti di proprietà, usufrutto, uso o abitazione su un alloggio ubicato in qualsiasi comune del territorio nazionale o all’estero salvo che il medesimo non risulti inagibile da certificazione rilasciata dal Comune oppure sia sottoposto a procedura di pignoramento…. In sintesi – prosegue la Cgil – chi vuole partecipare al bando per ottenere un alloggio sociale non deve essere proprietario di altro immobile, in Italia e all’estero. Ma quale è la ratio di questa prescrizione?».
Abbastanza evidente il ragionamento che sottintende a questo requisito ovvero che una persona che risulti già proprietaria di un immobile non si trova in condizione così disagiata e dunque non ha diritto all’alloggio popolare.
«Ma il punto è proprio questo – si legge ancora nella nota Cgil – La proprietà di per sé non indica necessariamente agiatezza. Bisogna vedere di cosa si è proprietari: di una villa con piscina? Di un castello? Della porzione di una casetta in un villaggio che i genitori hanno lasciato a numerosi fratelli e sorelle nel Paese d’origine? Non è tutto uguale».
Se la proprietà fosse indice di ricchezza a prescindere, allora in Italia ci sarebbe un’altissima percentuale di benestanti, polemizza ancora la Cgil, visto che una grande parte dei cittadini (compresi lavoratori e pensionati) è proprietaria della casa di abitazione.
A questa condizione i cittadini italiani sono stati indotti non certo dalla loro “ricchezza” ma dalla difficoltà del mercato degli affitti, ed hanno sostenuto duri sacrifici accendendo onerosi mutui con le banche.
Purtroppo, a volte caricandosi di pesi insostenibili.
La Cigl invita a correggere il requisito formulato in modo così generico chiedendo criteri più aderenti alla realtà, ad esempio la distanza tra residenza attuale e ubicazione dell’immobile intestato, il carattere dell’immobile stesso e la sua eventuale co-proprietà.
«Senza dimenticare la condizione di chi ha dovuto abbandonare il proprio Paese per sfuggire a guerre o persecuzioni, e difficilmente può andare dal suo Consolato a richiedere certificazioni».
La replica dell’Assessore: «Lo prevede la legge»
A stretto giro di posta arriva la replica dell’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Asti Mariangela Cotto, competente sul bando delle case popolari. «Non abbiamo fatto altro che attenerci a ciò che prevede la legge regionale. Legge che non possiamo modificare nè aggirare. La Cgil è alla Regione che deve rivolgersi per chiedere le modifiche a questo requisito».
Intanto c’è tempo fino al 26 maggio per fare domanda di assegnazione.
Lo scorso bando erano circa 750 le domande presentate e ne sono state accontentate un centinaio. Il modulo si può scaricare dal sito del Comune e dell’Atc oppure ritirare in carta agli sportelli Atc che sono gli stessi presso i quali va riconsegnato compilato.
5 risposte
Voglio sapere se 41 m che mi hanno lasciato i miei genitori in Albania quando sono morti 2020 di un palazzo vecchio divisa con i fratelli di patrimonio se posso chiedere casa popolare a tortona o può essere un ostacolo grazie
buona sera
Mi è stata tolta la casa dalla madre
delle mie figlie che non siamo sposati
il giudice a deciso che io lasciassi la casa a loro cosa io già fatto 👍
ma nella sentenza c’è scritto che io fossi aiutato con ogni strumento dai servizi sociali nel reperire un alloggio abbitativo.
ora mi trovo un centro emergenza
da un anno e mezzo
sto in graduatoria ma la domanda che mi faccio la cosa me la daranno in questa?o nell’altra?
Perché. Dopo ci pensa Dio 🙏
Io ho fatto la domanda casa emergenza comune di Milano..Ho perso lavoro è ho dormito nelle strade perché l’agente aveva paura di Covid è io non ho più nessuno in paese è qui uguale.Mi hanno rigettato la domanda dicendo che prendo la Naspi..Ho pagato avvocato civile è non è riuscita a fare nulla perché mi attacca sulla Naspi..Io non sono razzista ma tutti zingari hanno occupato le case popolari è non pagano tasse gas rubano.Quelli non lavoreranno mai perché comune li sostiene, è loro rubano fanno male all’Italia ma hanno diritto.A me dicono che ho ISSE troppo alto, è normale lavoravo avevo prestito in banca ec.Io sé ho un ISSE alto è perché mi piace lavorare pagare onesta ..
Io non ho case nell’paese non ho niente solo la valigia..Sto facendo le domande casa popolare da oltre cinque anni,lo faccio sempre la domanda.Ho scritto migliaia volte all’sindaco ma niente da fare.Ancora oggi vivo ospite dove posso.Menomale ché adesso posso dormire fuori nei parchi perché non fa più freddo.Spero ché Dio mi aiuta o qualcuno di poter ottenere un casa di comune così potrò andare a lavorare .Qui a Milano conosco molti ché lo arriva le lettere di pagamento da Aler loro li strappa .Ci sono due famiglie hanno occupato case li affittano con 200 cento euro ma nessuno noni fa niente.Spero ché sparisca questa maffia . Sperò ché non muoio prima di avere questa casa anch’io.
Il requisito suppongo sia stato posto poiché vi sono state in passato assegnazioni a chi aveva una casa di proprietà non dichiarata, ciò a discapito di chi la casa non l’aveva. Se la CGIL ha proposte che consentono di evitare tale iniquità credo siano benvenute.