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Attualità

Asti, è mancato il giornalista Vittorio Marchisio, storica firma de La Stampa

Aveva 87 anni. Corrispondente dal 1950, dopo il pensionamento fu anche tutor dei primi giornalisti professionisti de La Nuova Provincia

Nel pomeriggio di oggi

Grave lutto nel mondo del giornalismo astigiano. Oggi è mancato Vittorio Marchisio, 87 anni, storico corrispondente del quotidiano La Stampa di Asti.

Vedovo, da qualche anno era ospitato in una casa di riposo per gravi motivi di salute. Una vita passata nei corridoi di Questura, caserme, tribunale e sui luoghi di cronaca.

Marchisio è diventato corrispondente della Stampa di Asti dal 1950, quando ha preso il posto del fratello Angelo, che aveva lasciato l’incarico per scendere in politica nelle fila dei socialdemocratici.

Inarrivabile nel fiuto per la notizia quando non esistevano i social e ogni singola riga di un fatto di cronaca doveva essere cercato e verificato di persona con una vasta rete di informatori.

Una storica e amichevole “rivalità”

Per chi, negli anni successivi, ha intrapreso la sua stessa professione, sono passati alla storia i tanti aneddoti della sua “rivalità” giornalistica con il decano dei cronisti astigiani, Luigi Garrone, corrispondente Ansa e Gazzetta del Popolo.

E’ sull’auto di Vittorio Marchisio, un “maggiolone”, che l’allora Procuratore della Repubblica di Asti, Mario Bozzola, nel 1969 raggiunse a tutta velocità cascina Barbisa di Canale dove era appena stato ritrovato il corpo senza vita di Maria Teresa Novara. Un caso, quello, che segnò profondamente anche un animo fortificato come quello di un cronista di lunga data come Marchisio.

Fu anche nostro tutor

Dopo il suo pensionamento dalla Stampa, Vittorio fece una tappa anche nel nostro giornale dove svolse il ruolo di “tutor” per consentire l’accesso al professionismo anche di chi lavorava in un giornale locale.

Ai figli di Vittorio e giunga il più profondo cordoglio di tutta la redazione nella consapevolezza che il loro padre non sarà mai dimenticato anche se non sarà possibile rendergli il dovuto omaggio a causa delle norme anticontagio che non consentono funerali pubblici.

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