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Attualità

Asti: elezioni su Facebook tra il serio e il “virale”

Video, fotomontaggi, slogan virali sono solo alcuni dei contenuti 2.0 che i candidati a sindaco e gli aspiranti consiglieri diffondono in rete, non sempre con i risultati sperati, ma tutto va bene, purché se ne parli

A meno di tre settimane dal primo turno delle elezioni comunali, la campagna elettorale si fa sempre più viva e, anche su Facebook, i candidati cercano di promuoversi per accativarsi la simpatia, quindi il voto, dei cittadini. Video, fotomontaggi, slogan virali sono solo alcuni dei contenuti 2.0 che i candidati a sindaco e gli aspiranti consiglieri diffondono in rete, non sempre con i risultati sperati, ma tutto va bene, purché se ne parli. Poiché è impossibile seguirli tutti, abbiamo fatto una scelta toccando i vari schieramenti in cerca dei post più curiosi.

E’ un messaggio che punta sull’ironia quello di Giuseppe Severino (CambiAMo Asti con Angela Quaglia) che ha pubblicato la foto di Brad Pitt e la sua con lo slogan “Non fermarti alle apparenze”. Segue l’invito a votarlo specificando di essere, nell’immagine, quello senza baffi nel caso qualcuno avesse dei dubbi. Martina Veneto e Andrea Maschio (Movimento 5 Stelle) hanno invece scelto di fare un’intervista doppia in stile Le Iene per raccontarsi e spiegare alcuni punti del programma. Sapendo che su Facebook i video sono seguiti soprattutto sugli smartphone, quindi meglio se brevi per non consumare giga di traffico, il Movimento 5 Stelle ha anche postato diverse clip da 30 secondi per dare la possibilità di conoscere i candidati di Asti e le pillole del programma (virale è il loro «riprendiamoci la nostra città e fermiamo il quaquaraquà»).

Nessuno è riuscito ancora a battere il candidato Fabrizio Lo Presti (Movimento Civico Galvagno) per quantità e contenuto dei suoi numerosi video girati in forma amatoriale, anche di notte, in vari punti di Asti. I suoi video sono diventati virali per alcune affermazioni o promesse che fanno discutere come quella in cui Lo Presti parla di feste di strada dalla Sagra del Borgo e propone di far pagare al Comune lo zucchero filato oppure quando ipotizza l’apertura di una fabbrica di scarpe nell’ex Maternità (video che risulta essere stato rimosso). Anche Angela Motta (Partito Democratico) e i suoi sostenitori utilizzano Facebook per raggiugere un vasto pubblico di cittadini, ma nel video “Asti 10 e lode” la candidata ha chiamato come testimonial alcune personalità locali (Paolo Bagnadentro, Barbara Baino, Don Luigi Berzano, Paolo Luzi e Toni Mazza) per promuoverla come politica e come eventuale prima donna sindaco di Asti.

Maurizio Rasero (centrodestra), sulla sua pagina ufficiale da candidato a sindaco ha pubblicato numerosi selfie con cittadini, sostenitori e rappresentanti delle altre, numerose, forze che lo sostengono. Pochi video e un uso più istituzionale per promuovere se stesso e gli alleati. Tra questi c’è il gruppo di Fratelli d’Italia il cui consigliere comunale e candidato Marcello Coppo ha pubblicato sul social quella che definisce “Barzelletta 5 Stelle” e che chiama in causa Alberto Pasta definendolo «il capo carismatico del Movimento 5 Stelle di Asti». Coppo ha rievocato il passato di Pasta molto lontano dai pentastellati: «E’ l’ex vice sindaco di Voglino – racconta nel video – che è stato in Giunta con Brignolo 5 anni, ha appoggiato Brignolo alle ultime comunali ed è stato perfino suo assessore». La rete, non perdona e di certo Pasta avrà modo di rispondere alla “provocazione”.

Sui video hanno puntato I Giovani Astigiani illustrando temi a loro cari come il Palio, ma anche la riapertura della pista da motocross di Valmanera. Quasi goliardico il fotomontaggio pubblicato dai sostenitori di Beppe Passarino (Un sindaco per amico) che, trasformato in un guerriero da manga giapponese combatte contro ciò che identifica come il nemico, un altro guerriero manga con il viso di Angela Motta. Insomma, la campagna 2.0 potrebbe riservarci ancora delle sorprese soprattutto tra i candidati più giovani e quindi più portati all’utilizzo dei vari social network.

Riccardo Santagati

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