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Provincia di Asti

Asti, la Provincia chiederà di poter cacciare i cinghiali nell'”isola felice” della Cev

In soli tre mesi 50 multe degli agenti di vigilanza faunistico ambientale (ex guardiacaccia). Fra le multe anche quella ad un uomo che aveva messo su un piccolo allevamento di suini incrociati fra cinghiali e maiali.

Cinghiali, caprioli, volpi, nutrie, corvi: non ci si fa mancare nulla in questa provincia in quanto a fauna selvatica e il sovraffollamento, come arcinoto, porta a danni sia all’ecosistema ambientale, sia alle coltivazioni, sia alla sicurezza stradale.

Proprio l’attività sui contenimento delle specie selvatiche sono uno dei compiti più gravosi, in questi anni, del comparto faunistico della Provincia di Asti con i suoi 9 agenti di vigilanza (un tempo meglio noti come guardiacaccia) e quattro funzionari tecnico amministrativi.

Sul fronte dei cinghiali, forse quello più “caldo” anche a causa delle politiche di contenimento della diffusione della peste suina africana, arriva un dato: oltre 2 mila capi abbattuti nel piano di contenimento  lo scorso anno e altri 200 da gennaio ad oggi. «Un risultato importante rispetto alla media di altre province del Piemonte – spiegano il consigliere provinciale delegato Davide Migliasso e il dirigente Edoardo Tobaldo – cui rendere merito anche ai cacciatori, agli operatori faunistici specializzati, ai privati in autodifesa».

Certo, l’istituzione ad inizio ottobre della zona Cev in cui, su un terzo del territorio astigiano non si può cacciare il cinghiale, ha fatto di nuovo crescere i numeri delle cucciolate e i cellulari di guardie e dirigenti della Provincia, oltre che del consigliere delegato, sono pieni di foto e video inviati da cacciatori, agricoltori e semplici cittadini che si imbattono ad ogni ora del giorno e della notte, nei campi e sulle strade, in questi branchi.

«Abbiamo in mente di scrivere una lettera, come Provincia, ai vertici dei gruppi operativi territoriali e della Regione Piemonte – annuncia Migliasso – per chiedere che venga riaperta la possibilità di abbattere i cinghiali nella zona Cev, altrimenti saranno danni sicuri soprattutto in vista della stagione della semina».

Mentre partirà a giorni il censimento dei caprioli per redigere un piano operativo di contenimento. Piani simili hanno riguardato i corvidi e le nutrie ed è in essere un piano anche per le volpi che funzionerà a risposta di segnalazioni di allerta.

Ma gli agenti di vigilanza ambientale e faunistica svolgono anche altri compiti. Intanto controllano anche il settore pesca che, nell’Astigiano, è piuttosto importante essendo il territorio attraversato per molti chilometri dal fiume Tanaro.

«Abbiamo rinvenuto una rete da pensca non consentita lungo il Tanaro nella zona di Castello d’Annone e abbiamo sorpreso tanti pescatori all’opera che non avevano la licenza – dice Antonio Falanga, ufficiale responsabile dell’area Nord Astigiano – Noi ci occupiamo anche del rispetto delle regole nelle riserve e nelle aree tutelate ed è facendo questi controlli che siamo risaliti ad un bracconiere che sistemava i lacci nel bosco per intrappolare gli animali che vi incappavano provocando loro una morte orribile fra atroci sofferenze.

Da settembre a dicembre dello scorso anno, sono stati eseguiti 200 controlli in ambito di caccia, pesca e raccolta tartufi, con l’elevazione di 50 multe. Fra queste, una delle più curiose riguarda un privato cittadino che aveva messo su un piccolo allevamento, a casa sua, di suini ibridi, nati da incroci di cinghiali e maiali.

Da qualche mese, c’è anche un “agente” in più in organico. Un agente speciale, anzi specialissimo che si muove sulle sue quattro zampe: è il cane Hero, proveniente dalla Polizia Municipale insieme al suo padrone (nella foto di copertina). Con un glorioso passato di cane antidroga, è stato ora addestrato alla ricerca di esce pericolose: sia quelle che contengono veleno edibile, sia quelle che nascondono lamette taglienti che provocano danni gravissimi all’apparato digerente degli animali, sia le carcasse di animali morti perchè, a loro volta, hanno ingerito veleni e diventano loro stessi letali per chi si nutre di loro.

 

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