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Asti: nel giorno dello sciopero degli autisti, Uniti si può torna a chiedere chiarezza sul futuro di Asp

Ancora una volta interpella il sindaco Rasero e domanda come cambierà la governance con Iren al 70% delle quote private

Oggi ad Asti è in programma, dalle 17 alle 21, lo sciopero degli addetti del servizio trasporti e mobilità di Asp, legato alla mobilitazione nazionale per il rinnovo del contratto.

Ma già nel primo pomeriggio l’Asp è tornata al centro del dibattito cittadino, soprattutto politico, per un volantinaggio effettuato dal gruppo consiliare di Uniti si può. Un atto voluto per continuare a tenere alta l’attenzione sul futuro della multiutility dopo l’aumento delle quote societarie del gruppo Iren “che è diventata proprietaria – si ricorda sul volantino – di circa il 70% delle quote del socio di minoranza NOS”.

Non è una novità che il gruppo consiliare di sinistra chiede da tempo di fare chiarezza sulla governance di Asp rispetto al ruolo sempre più rilevante di Iren che è anche stata al centro del famoso “caso” del teleriscaldamento, mai costruito, all’ospedale Massaia.

Uniti si può ha ricordato, nel volantinaggio, il parere dell’A.N.A.C che ha di fatto “bocciato” l’affidamento diretto della costruzione del teleriscaldamento alla società A.E.C., Asti Energia e Calore (nella quale è presente Asp), la stessa che oggi gestisce l’illuminazione pubblica ottenuta, a sua volta, con il medesimo procedimento.

“Per quanto riguarda A.E.C., il parere di A.N.A.C. del 20 luglio 2019 dichiara illegittimo l’affidamento dei servizi di teleriscaldamento – ricordano da Uniti si può – e sottolinea che non possono essere affidati servizi non menzionati nella gara del 2001, coinvolgendo anche l’affidamento del servizio di illuminazione pubblica. Considerato ciò, occorre decidere cosa fare di A.E.C.. Il CdA di Asp ha proposto la fusione per incorporazione al valore nominale delle azioni, ma la maggioranza comunale non ha fatto propria questa proposta”.

Si attendono ancora i patti para-sociali

Ma c’è dell’altro. La questione si inserisce nei delicati rapporti tra Comune di Asti, che detiene la maggioranza delle quote azionarie  di Asp (55%) e il socio privato (45%) “in mancanza di patti para-sociali, senza un confronto sui contratti di servizio, in un clima teso tra maggioranza consiliare di centro-destra e la presidenza di Asp – continuano dal gruppo – e senza un coinvolgimento completo, consapevole e correttamente informato del Consiglio Comunale e dei cittadini”.

“Entro l’8 gennaio si sarebbe dovuto rispondere ad A.N.A.C.. È stato fatto? – domanda il consigliere comunale Mauro Bosia – Il Presidente dei Revisori dei Conti ha detto che se non fossero stati rinnovati i contratti di servizio entro il 31 gennaio non avrebbe consentito pagamenti in uscita dal Comune ad Asp. Ad oggi ci sono i questi contratti di servizio? Lo scorso Consiglio si è approvata una razionalizzazione delle partecipate in cui si dice che su A.E.C., l’unica partita davvero aperta, non si sa cosa fare e si attendono pareri. Peccato che ne fosse arrivato uno pochi giorni prima, prodotto dal CdA di Asp, che diceva cose ben precise sulla strada da intraprendere. Sono arrivati questi benedetti pareri? I contratti di servizio sono scaduti da un anno, c’è una bozza di rinnovo o si intende andare avanti così? Da tempo immemore – conclude Bosia – il Comune sta trattando col socio privato (che nel frattempo è cambiato), e la cosa è stata confermata nell’ultimo Consiglio. Ma qual è la posta in gioco è perché queste trattative non vanno in porto? I mesi passano, la fine del mandato di Rasero si avvicina, i punti interrogativi aumentano e l’atteggiamento dell’Amministrazione rimane invariato: nessuno capisce cosa stia facendo, sempre che stia facendo qualcosa”.

Per avere queste e altre risposte, i consiglieri Bosia e Michele Anselmo hanno depositato l’ennesima interpellanza al sindaco Rasero sul futuro della multiutility astigiana.

LEGGI IL TESTO COMPLETO DELL’INTERPELLANZA DI UNITI SI PUO’

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