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Asti punta sul vino per migliorare il turismo
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Asti punta sul vino per migliorare il turismo

“Vino e Cultura”: la parola ai cittadini. Lunedì pomeriggio la Sala Pastrone ha accolto decine di astigiani che hanno voluto dare suggerimenti sul grande progetto legato al nuovo PISU per il quale il Comune punta

“Vino e Cultura”: la parola ai cittadini. Lunedì pomeriggio la Sala Pastrone ha accolto decine di astigiani che hanno voluto dare suggerimenti sul grande progetto legato al nuovo PISU per il quale il Comune punta ad ottenere circa 7 milioni di euro, cui si aggiunge una quota di cofinanziamento dell’Ente. “Vino e Cultura” guarda alla vocazione vitivinicola dell’Astigiano e alla realizzazione del “Palazzo del Vino” a Palazzo Ottolenghi, una vicina enoteca, una sezione sul vino alla Biblioteca Faletti, l’Arca della Musica, implementare il Museo dei Fossili e il Lapidario, creare un Museo dedicato al regista Pastrone e, parallelamente, dare un’anima all’Enofila (su cui c’è anche l’ipotesi di creare un polo cinematografico).

A ciò si aggiunge la volontà di costruire un nuovo grande parcheggio a ridosso della Ztl (fuori PISU, pagato prevalentemente dall’Asp e in parte dal Comune) in un’area non ancora identificata, ma da scegliere tra piazza Alfieri, piazza del Palio, ex Caserma Colli di Felizzano o, alcuni ipotizzano, ex ospedale. Il sindaco Brignolo ha spiegato le linee guida del progetto che il Comune vuole presentare in Regione entro l’autunno condividendolo con enti, associazioni, professionisti e cittadini. Da qui l’incontro pubblico in Sala Pastrone.

Secondo Giorgio Ferrero, assessore regionale all’agricoltura, «Vino e Cultura potrebbe essere un messaggio da legare ad Asti tenendo conto che, ogni anno, 100 milioni di bottiglie vanno in giro per il mondo e parlano della nostra città. Siamo diventati patrimonio dell’umanità per il vino anche se, ad Asti, non c’è ancora la consapevolezza che il vino sia un’attrattiva turistica straordinaria, compresa un’enoteca, perché Asti non può non avere un’enoteca regionale che racchiuda tutto il suo territorio». Un territorio che anche gli astigiani devono scoprire e conoscere, come ha sostenuto Adriana Marchia: «Nel museo del vino si dovrebbe elaborare un excursus paleontologico e archeologico sul territorio e sui vari insediamenti umani per conoscere quello che è successo prima di noi».

Allestire una sezione della biblioteca appositamente dedicata al vino è ciò che ha proposto la sua presidente Roberta Bellesini: «L’enobiblioteca tratterà una raccolta di libri antichi e moderni, ma anche tesi di laurea, premiando quelle più meritevoli». L’architetto Marica Chiola ha sottolineato l’importanza della condivisione dei progetti prima di iniziare l’iter amministrativo, ma ha portato il discorso anche sull’Enofila, «priva di anima sotto la quale esistono cantine meravigliose già ristrutturate». Chiola ha poi sollevato dubbi sulla costruzione di un parcheggio sotto piazza Alfieri, «dove, se apri un cantiere, non sai quando lo chiudi tenendo conto del discorso archeologico».

Gianfranco Miroglio, presidente del Parco Paleontologico Astigiano, ha ricordato che l’abbinamento «vini/terra dei fossi è perfetto perché sono le sabbie, create dai resti fossili, a permettere la produzione dei nostri vigneti». Contrario alla costruzione di un nuovo parcheggio, Miroglio ha avanzato un altro progetto: «Nel cortiletto del Michelerio vogliamo creare un giardino paleontologico con la simulazione di un cantiere di scavo e collocare essenze arboree, quelle che c’erano una volta nel nostro territorio».

Anche Giorgio Galvagno è tornato a difendere l’Enofila ricordando come a Bordeaux abbia speso 80 milioni di euro per costruire il Palazzo del Vino. «L’Enofila ha vicino un comodo parcheggio, quello dell’ex Waya – ha aggiunto l’ex sindaco – Quindi la finalità d’utilizzo dell’immobile è fondamentale per farla vivere». Per il sindaco Brignolo l’Enofila non è abbastanza “turistica” e, dovendo fare leva sul turismo per rilanciare il brand “Asti”, «è necessario offrire il top che abbiamo, puntando sulle bellezze di Asti, del centro storico e di quello che può offrire».

Altri interventi hanno chiesto di fare qualcosa di più per i giovani, di valorizzare la scuola del fumetto e, in ogni caso, «di trovare partners affidabili per coinvolgerli nella gestione di quello che si andrà a creare, persone che abbiamo voglia di pedalare», ha suggerito Sergio Miravalle.

Riccardo Santagati

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