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incontro questore a San Fedele
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Asti, San Fedele: un quartiere che invoca la sicurezza, ma soprattutto servizi e attenzione dalle istituzioni

I residenti hanno potuto confrontarsi con il questore Sebastiano Salvo e l’assessore alla sicurezza Bona, ma restano aperte diverse questioni

La scia incendiaria di auto date alle fiamme, che ha scatenato la paura tra i residenti del quartiere San Fedele, si è conclusa con l’arresto e la custodia cautelare in carcere (per il mancato rispetto degli obblighi di residenza) del sospettato numero uno, il presunto piromane nonché residente nel quartiere.

Ma, come emerso durante l’incontro tra il locale Comitato, i cittadini e il questore Sebastiano Salvo, i timori di un suo ritorno in libertà ci sono e a ciò si aggiunge una serie di altre criticità che rendono San Fedele un quartiere che ha bisogno di attenzione. Gli incendi delle auto sono terminati con l’arresto del presunto colpevole che, secondo i più, non dovrà tornare libero, ma iniziare un percorso di cura in un luogo adeguato.

«C’è stata una sensibilità straordinaria da parte dei giudici e del procuratore riguardo a questi fatti e dubito che questa persona tornerà presto a casa – ha commentato il questore Salvo – Ma, al netto di ciò, posso confermare che l’incidenza dei fatti criminosi di questo quartiere non è straordinaria né più preoccupante di altri. Qui, però, mancano esercizi commerciali e il quartiere è poco frequentato. Mi si è aperto il cuore vedendo i ragazzi giocare a calcio nel campo che c’è a pochi passi da qui. È un bel segnale. Abbiamo condiviso con l’amministrazione comunale che è comunque necessario mettere delle telecamere, tre o quattro punti di ripresa, che sarebbero di grande aiuto anche per noi».

Il questore ha partecipato all’incontro a San Fedele insieme ai dirigenti della squadra mobile, Federico Mastorci, e delle volanti Valerio Coluccio. Presenti l’assessore alla Sicurezza Marco Bona, il sindaco Maurizio Rasero, l’ex assessore Mario Bovino, alcuni consiglieri di minoranza, ma anche gli stessi referenti del Comitato di quartiere come Luigi Sposato e Giuseppe Morabito.

Gli intervenuti all’incontro con il questore Sebastiano Salvo

«Da mesi attendiamo le telecamere»

Chiuso il discorso sul piromane, i cittadini hanno chiesto all’assessore Bona perché le telecamere di sorveglianza promesse non siano state ancora installate. Ma tra vie poco illuminate, scarsa manutenzione del verde e dei marciapiedi, corse clandestine notturne per le quali vengono chiesti dossi antivelocità, più volte reclamati anche dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Giorgio Spata (presente all’incontro), è emerso un altro problema che interessa le case popolari del quartiere. «Chiediamo che vengano fatti controlli più approfonditi sulle assegnazioni degli alloggi rispetto a chi, effettivamente, li occupa. Non possiamo essere noi a dover verificare se un alloggio assegnato a Tizio sia davvero occupato solo da lui e non da altri». Un altro timore fatto presente al questore riguarda l’arrivo nel quartiere di famiglie che potrebbero avere parenti detenuti nel carcere di Quarto, magari nella sezione alta sicurezza. «Vorremmo maggiore attenzione a come viene colonizzato questo quartiere – ha sottolineato Morabito – che è diventato una zona dormitorio anche in assenza di servizi».

Da parte del questore è stata lanciata la proposta di creare un progetto di controllo di vicinato, tramite un gruppo WhatsApp, riconosciuto dalla questura e con un coordinatore che possa segnalare alle forze dell’ordine eventuali casi sospetti su cui intervenire o su cui è utile attivare un monitoraggio.

«Le telecamere a San Fedele verranno installate. Abbiamo già il preventivo, – spiega l’assessore alla Sicurezza Marco Bona – ma abbiamo aspettato perché abbiamo partecipato a un bando ministeriale per farcele finanziare. Un progetto che prevede nuove telecamere a San Fedele e nella zona nord». Il costo totale dell’intervento si aggira sui 150.000 euro, di cui 50.000 messi dal Comune.

«Però abbiamo anche chiesto al Ministero se possiamo scorporare il progetto in due lotti e iniziare a installare quelle di San Fedele – continua Bona – La risposta è importante perché, se iniziamo i lavori e il Ministero boccia la divisione in lotti, pur anticipando la spesa, rischiamo che tutto il progetto venga bocciato». Ecco perché non siamo ancora intervenuti. Le telecamere saranno messe in via Trilussa (incrocio via Badalin), in via Badalin (incrocio via Trilussa), in via Badalin (incrocio via Sesia), via Ticino (incrocio via Sesia e via Brenta) cui si aggiunge la telecamera a lettura di targhe in via Ticino e per entrambi i sensi di marcia.

[foto Billi]

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