Chissà quali turbamenti avrebbe avuto Vittorio Alfieri se, aprendo la finestra della sua camera da letto, avesse visto quel discutibile ammasso di centraline, derivazioni, cassoni della rete internet e quant’altro che accoglie i turisti a poche decine di metri dalla sua abitazione.
Come se già non bastassero i sei “armadi in ferro”, a vista, dei vari servizi di telefonia ed elettricità (ovviamente vandalizzati dai writer), un parcometro (anch’esso imbrattato) con relativo cartello, diversi “panettoni in cemento” come dissuasori di parcheggio e una rastrelliera per le bici (quasi mai usata), da un po’ di tempo si è aggiunta una nuova campana del vetro, di quelle che stanno comparendo un po’ ovunque per sostenere la raccolta verticale, più grande della precedente che era già abbastanza brutta a vedersi.
Oggi salta anche agli occhi una nuova colonnina per la ricarica delle auto elettriche, un dispositivo di recente installazione. Tutto concentrato in poche decine di metri in una piazza che dovrebbe accogliere i turisti tra un museo e l’altro, nel cuore del centro medievale più bello del Piemonte.
L’unico cartello turistico è ormai sparito dietro al bidone del vetro, ma forse è meglio così, che non si veda, perché di turistico quell’insieme di ferro, pietra e acciaio ha davvero poco. Eppure non ci troviamo in una zona industriale, ma nel cuore del centro storico di Asti tra la Torre Rossa, la Cattedrale e Casa Alfieri.
Una zona che meriterebbe davvero molta più cura e non certo quel brutto biglietto da visita che Asti dà in uno dei suoi luoghi simbolo.